Cosa avrei dovuto fare, nascondermi? Sua sorella non poteva sapere della mia presenza e della mia uscita con suo fratello, altrimenti lo avrebbe detto sicuramente ai mei e ... Non ci volli neanche pensare.

Lavinia mi venne incontro con un grande sorriso, era una ragazza molto bella, Filippo assomigliava molto a lei, nonostante avesse dei lineamenti più scuri rispetto al fratello.
- Ginevra tesoro, sei un incanto! Tranquilla che Filippo mi ha già detto che non devo dire niente-
Non la vedevo da diverso tempo, anche se ogni tanto capitava che lei fosse presente alle cene dei nostri genitori a casa mia.
Era più grande di me di qualche anno, viveva a Londra e qualche volta all'anno tornava a casa.

Mi strinse in un forte abbraccio, parlammo per una decina di minuti, mentre Filippo si trovava al piano di sopra.
Pochi attimi dopo lo vidi scendere dalle scale, aveva indosso una felpa blu e dei pantaloni scuri.
Stavo per cadere dalla sedia, quando venni richiamata all'ordine dalle parole di lui.
- Lavinia la vuoi lasciare in pace!-
-Ginny andiamo?!- non mi aveva mai chiamato con quel soprannome, ma mi piaceva, lo facevano solo poche persone, le più strette.
-Ragazzi divertitevi, Filo non tornare tardi se no non so che dire alla mamma-
Lui fece cenno con il capo e uscimmo dalla casa.
- Ma sei impazzito-
Lui mi guardò divertito -Non ti preoccupare sa che non deve dire niente-
- Quindi dove ti devo portare?- Cazzo, ero rimasta a parlare con sua sorella e mi ero dimenticata della mia farsa.
- Ehm si, andiamo al centro commerciale-
Gli dissi la prima cosa che mi venne in mente
- Sei sicura, cosa devi prendere?-
Perché mi faceva tutte quelle domande?
- Oh si fra poco è il compleanno di mio padre, volevo regalargli una lampada da mettere nel suo studio, e volevo un tuo parere visto che lo conosci-
Che stupida che ero, il compleanno di mio padre sarebbe stato fra tre mesi, speravo tanto che non se lo ricordasse.
- Okay, va bene-
Il tragitto in macchina fu breve, arrivati davanti al negozio, entrammo e scelsi una lampada di murano con una base in quercia, che secondo il commesso era elegante e raffinata
Presi la lampada e la riporsi in macchina.
Bene, ora sarei rimasta con meno soldi nel portafoglio e con una lampada di cui non sapevo che cosa farmene, di bene in meglio.
- Ti va di andare al parco a fare una passeggiata, ovviamente se non hai niente da fare, forse ti ho trattenuto fin troppo- Volevo stare ancora un po' con lui.
- Certo, non ti preoccupare mi fa piacere passare del tempo con te- Arrossii all'improvviso e anche lui lo aveva notato, cercai di nascondermi ma senza risultato.
Prese le mie mani e le scostò dal mio volto
- Sei bella quando le tue guance si colorano, non vergognartene-
Ero ancora più in imbarazzo, ma cercai di trattenermi e mettermi a mio agio.

Attraversammo un lungo sentiero che portava ad uno dei parchi più belli di Roma.
I colori dell'autunno e l'odore della terra bagnata, permettevano di amplificare le emozioni.

Il silenzio che si creò tra noi due era così fastidioso.
Nessuno aveva il coraggio di dire qualcosa, fino a quando lui se ne uscì con una domanda che mi lasciò spiazzata.
- Ti serviva veramente il mio aiuto oggi?-
Scossi il capo, portandomi una mano tra i capelli, imbarazzata gli risposi.
- No, era tanto evidente?-
- Abbastanza-
- Ascolta, non voglio mentirti, ma questa mattina ti ho visto- Le parole mi uscirono frettolosamente, senza neanche darmi il tempo di riflettere effettivamente su quello che gli stavo dicendo.

La sua fronte si corrugo, non stava capendo a cosa mi stessi riferendo
- Ti ho visto con quella ragazza-
Il suo viso si illuminò
- Oh... Matilde, non ti preoccupare qualsiasi cosa che sia successa tra di noi è finita-
- Eri innamorato di lei?-
Non mi guardava negli occhi, forse avevo fatto una domanda troppo personale
- Scusami, non te lo dovevo chiedere!-
- Non ti preoccupare, comunque, no, non ero innamorato di lei, sapeva come era il nostro rapporto, anche se non lo aveva mai accettato-
- Capisco-

Stringimi forte oraWhere stories live. Discover now