Prologo: Scie di sangue

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"Fammi capire bene, sorellina, pensi che il Candido Consiglio ci stia nascondendo qualcosa?" Alexandre flesse le dita e si scostò una frangia di ricci dalla fronte mentre avanzava nel vicolo deserto, rischiarato soltanto da due lampioni posizionati ad estremità opposte. Bagliori luccicanti presero a danzare lungo il dorso della sua mano mentre evocava un guanto scintillante.

"Non solo il Consiglio. Anche l'Ordine dei Mediatori". La voce trillante di Clarisse rimbombò attraverso il collegamento telepatico.

"E questo cosa te lo farebbe pensare, di grazia?", obiettò lui mentre un'elsa di un accecante bianco perlaceo si materializzava nel pugno inguantato.

"Dafne"

"Ecco, questo spiega tutto". Era abbastanza scontato che la sua ex-ragazza non gli avrebbe rivolto personalmente alcuna richiesta ma si sarebbe servita di un intermediario. Anche se l'intermediario in questione era la sovrana di un regno che abbracciava in sé interi continenti e centinaia di migliaia di ettari.

"Almeno concedimi qualche dettaglio in più, no? Mi stai privando della mia serata di svago, quindi quantomeno abbi la decenza di farmi compagnia". Una lama argentea cominciò a plasmarsi da vivaci zampilli di luce al di sopra dell'elsa. Quando prese lo slancio verso il tram sospeso nel vuoto che correva a diversi metri di distanza, si sentì confortato dal consueto sbatacchio delle morbide ali luminose. Atterrò sul tetto del veicolo con delicatezza, si sdraiò, incrociò le braccia e si lasciò trasportare. "Sto aspettando. Tic-tac, sorellina". Ormai era incapace di stimare quanto adorasse darle fastidio.

"Stavo facendo segno alle domestiche di lasciarmi sola, dammi un secondo"

"Non credo che una di loro sia una telepate"

"Preferisco essere cauta"

"Quindi..."

"Dafne era molto preoccupata, e a ragione. Due giorni fa avrebbe dovuto incontrare una coppia di ambasciatori ad Eburnea. Sai, gestione dei rapporti diplomatici tra noi e il Reame Nero e tutto il resto"

"Quindi? Fammi indovinare, non sono mai arrivati. Forse dovresti discuterne con Ares."

"Il punto è...non stiamo parlando di persone qualsiasi. Perché non ha scoperto nulla da sé? O c'è una falla nella sua rete o...Diamine, mi dà fastidio solo l'idea, non riesco nemmeno a concepirla"

"Credevo lo considerassi a tutti gli effetti un membro della tua cerchia più ristretta. Sicura che non sia Dafne il problema?". Mentre reprimeva uno sbadiglio, Alexandre spostò lo sguardo sulle schiere di palazzi scintillanti che sfilavano attorno a lui. In molti di essi, le luci erano ancora accese, intrappolate nel ritmo frenetico della capitale. Quella era Eburnea, il gioiello del Reame Bianco, un'oasi di armonia e splendore in cui torce di fiamme smeraldine levitanti a dieci metri dal suolo potevano tranquillamente convivere con automi volanti in grado di produrre serbatoi di energia rinnovabile con il semplice movimento delle loro braccia. Amava alla follia quella città.

"Ti stai godendo il panorama?"

"Come fai a saperlo?"

"Io so tutto, Alex. Se l'incontro con gli statisti non mi avesse regalato una tremenda emicrania, mi proietterei lì soltanto per esortarti a usare quelle alette e darti una mossa"

"Il tram è veloce. Mi stanco di meno"

"Perdi secondi preziosi"

"Se incappo in un'imboscata e mi tocca combattere, ho più energie"

"Rischi di addormentarti e di arrivare lì con i riflessi meno pronti"

"Ti ho chiesto di farmi compagnia per un motivo, no? La tua voce petulante è un ottimo deterrente per il sonno"

Tepes Academy: La stanza del Silenzio (versione italiana)Where stories live. Discover now