L'incidente del passo di Djatlov

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Nel febbraio del 1959, un gruppo di otto uomini e due donne russi, perlopiù studenti universitari e neolaureati, la cui età era compresa tra i 21 e i 38 anni, partirono per un'escursione con scii di fondo attraverso gli Urali settentrionali, in Russia. Scelsero il percorso più difficile, ma tutti loro avevano già una certa esperienza nelle escursioni. Tuttavia, il gruppo non arrivò mai a destinazione.

Partirono le ricerche e dopo sei giorni di ricerche, il 26 febbraio, fu ritrovata la tenda degli scomparsi, misteriosamente squarciata dall'interno. Delle impronte lì vicino condussero i soccorritori ai corpi di cinque dei dispersi, morti per assideramento con indosso solo la biancheria intima. Tre di loro, data la posizione, sembrava stessero cercando di tornare alla tenda.

I restanti quattro scomparsi furono ritrovati solo due mesi dopo, il 4 maggio, a cinquanta metri di distanza sotto la neve. Avevano fratture al cranio e al torace così gravi da essere paragonate a quelle provocate da un incidente stradale, ma senza ferite esterne. Inoltre, una degli scomparsi era priva di lingua, occhi e parte della mascella e i vestiti di alcuni di loro erano radioattivi.

Ci sono varie teorie su quello che potrebbe essere successo, la più diffusa delle quali è una valanga che avrebbe costretto il gruppo alla fuga in quelle condizioni. Molti, però, sono dell'idea che potrebbe esserci di mezzo qualche esperimento di dubbia moralità del governo, nel mezzo del quale gli escursionisti sarebbero capitati per caso e, di conseguenza, messi a tacere con la violenza. Tuttavia, a oggi non si sa cosa sia successo davvero.


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