Parte II - My Boyfriend is My Teacher

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So, baby, let's go insane.
Yeah, you make me lose my brain.
From the minute that you asked me what's my name, I know it's a dangerous game.
But love me insane.
-Love Me Insane, Avril Lavigne







C'era un fischio che non si voleva fermare.

Aprì piano gli occhi, non riusciva a mettere a fuoco nulla.
Quel fischio era aumentato a dismisura.

Strizzò gli occhi così tanto che gli sembrava gli sarebbero usciti dalla testa, velocemente si portò le mani davanti alle orecchie e premette il più possibile.

Ignorò il peso che aveva sulla pancia, il dolore lancinante alla schiena e al collo e attese finché il sibilo nella sua testa cessò, non prima di avergli quasi fatto scoppiare il cervello.

Solo dopo riuscì ad iniziare a comprendere qualcosa di quello che gli stava intorno.

Cominciò a vedere gli alberi scuri davanti a sé, gli airbag sgonfi afflosciati sul cruscotto, il cofano schiacciato addosso al legno, la cintura di sicurezza che lo stringeva saldamente.

Ormai era troppo tardi, non c'era niente da stringere.

Harry l'aveva stretto meglio di quella cinghia.

Harry.

Louis spalancò gli occhi tutt'un tratto e saltò in aria dal sedile, senza neanche calcolare la solita fitta alla schiena.

Harry, pensò disperato. Lui era l'unico pensiero che gli rimbombava in testa incessantemente.

E non fu difficile trovarlo: era lui il peso sulla sua pancia.

La testa ricadeva molle su di Louis.

Lui scostò i ricci sudati che gli coprivano il viso e poi lo sollevò piano, slacciandosi la cintura.

Aveva gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, non sembrava cosciente.

Il cuore di Louis prese a strepitare nella cassa toracica.

I ricordi gli affiorarono come formiche in cerca di cibo.
Le lacrime, il dolore, le urla, la spalla floscia.
Adesso collegò tutto, ricostruì quello che successe.

Harry si era gettato addosso a lui e lo aveva ancorato al sedile, abbracciando sia Louis che lo schienale con le braccia.

Alla fine della discesa l'auto si andò a schiantare contro gli arbusti, rompendosi definitivamente e catapultando in avanti entrambi.

L'urlo di Harry non era dovuto alla paura o all'impatto, ma era dovuto al dolore.
A tutto il dolore che aveva provato cercando di tenere fermo Louis dal balzo in avanti. Il braccio gli si era incastrato sotto i borsoni della spiaggia, rimanendo bloccato lì mentre loro erano completamente spostati.

Il grido gli penetrò le ossa fino a farlo rabbrividire, spostando lo sguardo sulla spalla del riccio vide che era completamente abbandonata a se stessa, quasi come staccata dal resto del corpo.

Un improvviso senso di nausea gli colpì lo stomaco vuoto. Probabilmente la spalla di Harry era rotta, o peggio, lussata.

Per quanto ne sapeva Louis, bisognava subito chiamare un medico e farla vedere.

Cautamente prese Harry per la vita e lo posizionò dritto sul suo sedile, cercò il suo telefono ovunque, finché non lo trovò a terra ai suoi piedi.

Quando lo prese in mano notò che lo schermo era completamente rotto, ma nonostante ciò si accendeva ancora.

Louis sospirò di sollievo e con dita tremanti digitò il numero dell'ambulanza, portò il pollice sul tasto verde, ma non ci riuscì.

Si bloccò a mezz'aria, una grande consapevolezza lo colpì in ogni singola parte del corpo.

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