Agnese si risistemò sul divano, avvicinando a sè la spazzola che aveva preso prima, facendomi tremare. Dopo essersi seduta composta, mi guardò, alzando le famigerate dita:<<Sirio uno....Sirio due....>>. Scattai, come se una forza ignota si fosse presa possesso di me e mi misi di fronte a lei, con lo sguardo basso e paonazzo in volto. Maledetta, mi aveva vinto con le sue stramaledette frasine! Pure con i ragazzi ne avevo dubitato l'efficacia, ma adesso, dopo aver provato in prima persona, ero certo che fossero un metodo infallibile.
Agnese mi prese per i fianchi, accicinandomi a lei, e per quanto ci fossero quasi 60cm di distacco (io in piedi e lei seduta), in quel momento mi sentivo piccolo piccolo, schiacciato dal peso dell'aura di autorità che emanava lei.

<<dimmi la verità, di cosa hai paura?>> andò dritta al punto,  sapendo che c'era altro dietro tutto 'sto casino. Io sospirai, ormai non potevo più scappare, mi dovevo rassegnare ad obbedire sperando che questo giocasse a mio favore negli esidi della punizione. Feci cadere le spalle,  sconfitto:<< ...che faresti tu se.... nella verità che devi dire sono coinvolte...no....ci sono delle cose che potrebbero fare dei danni?>> le domandai.
<< intendi Luciano?>> disse lei alzando in sopracciglio, cogliendomi alla sprovvista. Boccheggiai a vuoto, traumatizzato. <<ah, ma lo so che lui c'entra qualcosa. Ricordati che siamo "scopamici", più o meno? Ancora devo capirlo, figurati.... Insomma, ci parlo ed è proprio lui che mi messo la pulce nell'orecchio magari c'era altro dietro al tuo malumore. Non gli stai molto a genio ed era preoccupato per me che potessero succedermi """cose""", non ha specificato cosa intendesse. Ma so che ha sguinzagliato i suoi aguzzini tra i professori e gli alunni, quindi qualcosa si è mosso per forza nelle retrovie. Me lo vuoi dire?>> mi chiese, ma io scossi la testa. Avevo ancora la concezione che fossero stupidi problemi miei, che me la dovevo sbrigare da solo e non era giusto mettere in mezzo lei o i suoi "affetti" personali, anche se Luciano mi stava enormemente sul cazzo. Parecchio sul cazzo!

Lei rimase pensierosa un attimo, poi mi prese la mano:<< facciamo così  ... rimandiamo questa conversazione a dopo, intanto finiamo con questa punizione riguardo alla tua bravata con gli ansiolitici, magari dopo le parole ti vengono meglio!>> disse, e senza perdere tempo, mi aveva già abbassato di nuovo i pantaloni e con uno sgambetto, adagiato sul suo ginocchio, con il busto giù, i gomiti a terra e le gambe bloccate. Mi ero lasciato manovrare come un burattino, ormai stanco e sinceramente messo all'angolo da Agnese come mai ero stato fino a quel momento: era cose me qualsiasi desiderio di ribellarmi mi avesse abbandonato, sostituito dalla consapevolezza che quello che avevo fatto non era grave, ma folle.

.....se Tito fosse stato ancora vivo, mi avrebbe ammazzato lui stesso, facendomi leggere 30 volte il bugiardino dell'ansiolitico a voce alta mentre mi prendeva a cintate....

.......... però, pure Selene mi avrebbe preso a schiaffi, se fosse stata ancora viva, o peggio, avrebbe passato gli strumenti ad Agnese!

Sbuffai, sotterrando la testa tra le braccia e sperando che il tutto si consludesse il prima possibile, ma un cuscino lanciato e una mano che mi accarezzava la schiena mi fecero capire che avevo ancora tanto da pagare:<< appoggiati lì, almeno stai un minimo più comodo.... anche perchè la strigliata che ti devi prendere sarà bella lunga. Ma che diavolo ti è passato per la testa? Non hai davvero considerato che potevi morire???>> mi domandò Agnese con voce incredula, mentre enfatizzava con i primi secchi e dolorosi sculaccioni. Potevo sentire la severità nella sua voce, ma anche l'intensa preoccupazione che pretendeva, anzi mi supplicavano di darle spiegazioni per la sua quiete d'animo!
Afferrai il cuscino e ci nascosi dentro il viso, fin troppo consapevole di stare per mettermi a piangere dallo stress e dalla pressione. Avevo fatto una cazzata, lo sapevo già da solo...

Un altro sculaccione, più forte mi fece trasalire:<< Sirio, ti ho fatto una domanda!>> disse lei, innervosita. <<ho sentito...>> ringhiai dal cuscino. <<e desidererei anche una risposta se è per quello!!>> insistette, non ottenendo da me una parola. Ero troppo vicino al perdere il controllo e la dignità con le lacrime che mi facevano bruciare gli occhi e annodavano la gola per mettermi anche ad ammettere le mie colpe a voce alta, dovevo resistere almeno per quello.
<< santissima pazienza....come vuoi.... sei davvero cocciuto quando ti impunti su queste cose! Va bene...>> sentenziò Agnese, prima di abbassarmi anche i boxer poco sotto le natiche, senza scoprirmi le grazie, risvegliandomi subito dal mio stoico silenzio:<< NO! HEY!! N-NON PUOI! AHIII!!! AHIA!>> cercai di fermarla, inutilmente, poichè lei prese in mano la spazzola in legno e iniziò a farmi davvero un benedetto schema di quello che aveva passato quella sera!

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Where stories live. Discover now