.Capitolo 7.

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<<Io non capisco perchè siamo al centro commerciale....>> domandai sbuffando come un bambino nel sedile passeggero della macchina di Agnese, incrociando le braccia. Già mi ero beccato un rimprovero da Louis per le mie analisi che avevano i valori tirati a cazzo come una tombola di Natale, in più mi avevano fatto firmare un vero e proprio contratto, tipo consenso informato, per proteggere tutti e 3 legalmente dalla puttanata che stavamo per fare, ovvero spedirmi a casa di un'amica piuttosto che in psichiatria dopo un tentato suicidio, e ora non solo dovevo sopportare di fare shopping con lei tipo casetta delle barbie, vesti il tuo Sirio-Ken, MA NON MI AVEVA NEANCHE LASCIATO GUIDARE!

<<Starai da me per un pò, quindi hai bisogno di vestiti puliti e comodi, oltre che a qualche prodotto per l'igene personale. Giusto l'essenziale....>> mi rispose con voce pacata la donna, sembrava che i miei malumori e attacchi non la scalfissero proprio, anzi rimaneva tranquilla e mi sorrideva.
<<Ce li ho a casa! Ho un armadio pieno!!!>> ringhiai, di certo non entusiasta di stare in un centro commerciale affollato dopo tutto quello che avevo passato in giornata, ma soprattutto, a postumi, le mie parole erano suonate come quelle di un moccioso.
<<Vuoi che andiamo a casa tua a preparare una valigia? Con quei due tra le scatole? Sei sicuro? Perchè io ci metto un secondo a girare la macchina e ad andare a casa tua!>> mi disse Agnese, facendolo suonare più come una minaccia che come un suggerimento. Mi bastò far passare per una frazione di secondo quel pensiero per la testa, che immediatanente risposi:<<N-no! No... meglio, meglio se andiamo a prendere qualcosa....>>

<<Ah ecco.....forza, ci metteremo pochissimo lo giuro.>> mi rispose, tranquilla come sempre, mentre parcheggiava. Scese dalla macchina, mentre io non mi mossi di un centimetro, in preda a un non so cosa che neanche io mi sapevo spiegare: lì non ci volevo andare, non ci volevo stare e soprattutto non volevo scendere! E in qualche modo glielo volevo fare capire!!!
Vidi Agnese aspettarmi per qualche attimo, per poi venire, ridacchiano e scuotendo la testa ad aprirmi la portiera:<< oggi sei bastian contrario eh?>> mi disse con una vocetta dolce che stuzzicò qualcosa dentro di me che davvero non sapevo di fosse.
Sbuffai e mi slacciai la cintura di sicurezza, sforzandomi di scendere, e seguii Agnese verso il centro commerciale, a passo lento e trascinando i piedi.

Ma prima che potessi farmi condizionare ancora di più dal mio inspiegabile malumore, la donna mi prese per mano e rallentò il passo per starmi a fianco:<< pensavo...>> introdusse la conversazione, deviando dal mio evidente stato d'animo nero come la pece e potenzialmente anche maleducato in quel contesto, inziando a parlare come se nulla fosse di altro:<< ci sono un sacco di ristoranti, potremmo fermarci a mangiare qualcosa prima di fare compere? Non credo il tramezzino del bar all'angolo ti abbia sfamato...>> mi disse, tutta dolce e premurosa.
Mentre una parte del mio cervello stava ancora metabolizzando tutte quelle emozioni così contrastanti e primitive che si stavano concretizzando in presenza di Agnese, il mio stomaco prese il microfono e ruggì, approvando a nome mio la sua idea.
Lei scoppiò a ridere:<< direi che il tuo corpo pensa che sia un'ottima proposta! Dai, che ti va di mangiare?>>

Un'oretta dopo e io ero finalmente soddisfatto e appagato dopo un pasto come si deve! Ci eravamo fermati in un ristorante che fa hamburger e panini; io avevo preso uno di quei mostri da mezzo kilo con dentro pure il cameriere, mentre Agnese era rimasta leggera con un wrap al pollo.
Appena tornai dal bagno, dopo essermi lavato le mani, mi sedetti con una faccia soddisfatta e un umore molto migliore.
<< ho visto in tv leoni sbranare zebre con meno voracità rispetto a quello che ho assistito oggi! Qualcosa mi dice che stai meglio eh?>> mi chiese Agnese dopo aver ridacchiato della mia faccia contenta.
Sorrisi e annuì:<< ...tu non hai idea da quanto non mangio un pasto come si deve, e non ti sto neanche a dire l'ultima volta che sono stato a un ristorante. Già, ne avevo bisogno....>>

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora