.Capitolo 4.

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<<......ok ora chiamo il 118, ti avevo avvisato!>> disse subito Louis appena mi vide.

Neanche un "ciao", un "come stai" o "perchè sei qui"... niente, come se davvero fossi solo un problema che, appena presentatosi alla sua porta, andava risolto ma da qualcun'altro.
Ringhiai, già in uno stato mentale alterato, con il corpo che stava cominciando a subire gli effetti della fame e del freddo, il mio cervello scatenò subito una risposta violenta e impulsiva contro di lui! Ero in camicia e basta a febbraio, non mangiavo un pasto decente da 4 giorni e non apro neanche la questione del dormire, perchè sarà passata una settimana!!! Non ero davvero in forma e pronto al suo sarcasmo e humor spiccio da psichiatra!
Prima che potesse entrare nel suo studio, lo presi per il colletto della giacca con forza, strattonandolo:<<non ci provare neanche Louis! Non è giornata!!!>> gli urlai.

Il dottore strabuzzò gli occhi, sconvolto che fossi passato così rapidamente alle mani, io che di solito sono molto controllato e razionale. Per un secondo vidi la paura farsi strada nella sua espressione, sapeva benissimo che ero capace di fargli molto male se solo avessi voluto, lui c'era quando ho torturato e ammazzato quel serbo, a Sarajevo, ha sentito le sue urla per ore e ore mentre io soddisfavo il sadico desiderio di vederlo soffrire.

Ma una certa persona mi fermò prima del dovuto, prendendomi per il polso della mano che reggeva Louis per la giacca, e parlò con calma e compostezza:<< Sirio calmati, capisco che tu sei sia spaventato e oltremodo stressato, ma sono certa che il tuo """"amico""" non diceva sul serio! Vero?>> mi disse con un sorriso, cercando di farmi rilassare, tirando però di sottecchi un'occhiataccia a Louis, in uno sguardo che intendeva mille parole.
Infatti, anche il dottore ci mise poco a fare un'inversione ad U e a balbettare qualcosa in sua difesa:<< l-lo sai benissimo che lo avrei fatto solo per il tuo bene! Però ammetto che non mi aspettavo che tu venissi accompagnato e tantomeno mi aspettavo una reazione così da parte tua!! So che è successo qualcosa di grave, ma .....>> prese una pausa, sospirando e parlando di nuovo con calma, guardandomi negli occhi:<< ....sono sicuro che la possiamo risolvere.....insieme.....noi 2.....>> guardò per un attimo Agnese, che per poco non se lo sbranò con lo sguardo, facendolo correggere:<< .......noi 3...... vieni dentro su ....>>

Agnese mi accarezzò il braccio, con delicatezza, con quel tatto che lei sapeva usare con me, invogliandomi dolcemente ma con severità materna a lasciare andare il mio amico. Sbuffando, aprii il pugno chiuso, mollando la giacca di Louis che si ristemò un pò sconvolto, prima di farmi cenno di entrare.
Sentii quella amorevole donna spingermi verso lo studio, incoraggiandomi.
<<... non sei solo....>> mi disse con un sorriso, sottovoce, come se quella missione fosse un segreto tra noi due, facendomi sentire speciale sotto le sue attenzioni.
Lo studio di Louis non è mai cambiato in tutti gli anni di mia frequentazione, insieme anche a Selene: è diviso in varie stanze, collegate da una centrale usata come sala d'aspetto; alcune di esse hanno della strumentazione particolari per eseguire esami di cui non ho la più pallida idea, io ho sempre preso per il culo Louis dicendo che ha la macchina per l'elettroshock, e uno studio principale, dove visita i pazienti.

Questa volta però il mio amico entrò in un'altra stanza, uno dei vari ambulatori, più simile a uno studio medico classico: con un lettino medico e varie vetrine, dove tanti carini aghi appuntiti mi sorridevano e facevano ciao, dal puzzo inconfondibile di sterile. La cosa che però mi diede più fastidio, furono delle fin troppo evidenti cinghie di cuoio attaccate al lettino, messe lì con lo scopo palese di immobilizzare chi ci stava sopra. Inutile dirlo, indietreggiai appena le vidi!
Già io non sopporto e ho una paura irrazionale degli aghi, ci manca solo che mi legano e io do per davvero di matto!!! Poi altro che TSO, devono chiamare il becchino!
Louis mi guardò sbuffando, si era di certo rotto i coglioni del mio caso, recidivo e pieno di ricadute catastrofiche:<< Sirio, non ti sto per lobotomizzare Cristo Iddio, voglio solo visitarti ammodo, pressione, fonendo, quella roba lì su....smettila di fare il coglione e stenditi lì per la miseria!!!>> cercò di essere sbrigativo, ma un colpo di tosse e un'occhiataccia da parte di una certa donna lo misero a tacere.
Era evidente che Agnese non sopportava i modi bruschi di Louis, ma non lo biasimavo dopo tutto quello che gli avevo fatto passare come mio psichiatra!
Mi faceva quasi specie vederla e sentirla così protettiva e materna nei miei confronti.... mi sentivo quasi di non meritarmelo....

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora