.Capitolo 8.

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Fui risvegliato da dei leggerissimi colpetti alla gamba alternati da carezze sul braccio.
Una voce dolce e familiare mi richiamò dal regno di Morfeo, senza urlare o strattornarmi per risvegliarmi dal pisolino che mi ero concesso, cosa che apprezzai man mano che aprii gli occhi:<< stellina su... ti devi svegliare, 5 minuti e ci siamo!>>
Ci sta una sola persona che mi chiama stellina in questo mondo, infatti mi ricordai piano piano dove stavo e mi tirai su dal sedile passeggero.
Sbirciai fuori dal finestrino e la macchina si stava ancora muovendo dentro a un quartiere di case tutte simili tra di loro......
Fermi un secondo, ma dove siamo??
Mi tirai su di botto guardandomi intorno, facendo ridacchiare Agnese, forse per la mia goffa e impulsiva reazione.
<<ma che è questo posto? Dove mi hai portato?>> le chiesi, un pò frastornato:<<non è il tuo appartamento di Milano dove ti sono venuto a prendere oggi, è diverso...>> mi agitai subito, temendo per un attimo di stare davvero andando in un instituto o simili!

<<Sirio calmati, siamo fuori Milano...ho un'altra casa! L'appartamento lo uso per motivi legati al lavoro, è più vicino e ormai vivo praticamente da sola, quindi la sua gestione è più facile....la casa dove ti sto portando è più grande e spaziosa, ci vado solo nel weekend quando mi raggiungono i miei figli. Ne ho comunque 5 e ci stiamo allargando, dovrò metterli tutti da qualche parte!>> mi disse con il sorriso. Sospirai e mi rimisi seduto composto, soddisfatto della sua risposta ma comunque confuso:<<non è costoso mantenere una casa in questo quartiere? Ce la fai con lo stipendio da insegnante? O hai fatto jackpot con uno dei divorzi?>> le chiesi senza filtri.
Eravamo in uno di quei complessi di villette con giardino tutte uguali, con tanto di guardie giurate e gabbiotto con sbarra per far entrare le macchine! Mi stavo facendo tante domande perchè una di quelle case poteva tranquillamente essere un istituto privato per malati mentali come me.

<<l'affitto è alto, non te lo posso negare, ma non ho problemi... tanto sono io la proprietaria del complesso....>> mi disse con non chalance.
........COSA?
La guardai con gli occhi sgranati, mentre lei si mise a ridere:<< devi sapere che Samuel, il mio primo marito, era un architetto. Ha progettato e costruito questo intero complesso, di cui 3 villette erano nostre e per i nostri figli un futuro....poi un brutto incidente d'auto l'ha portato via da me e io sono rimasta beneficiaria di tutto questo. È una gestione difficile a volte, ma mi sono velocemente abituata a dirigere questo posto e le sue necessità! Dalla sicurezza, ai giardinieri, alle riparazioni.... poi mi sono risposata 2 volte con 2 idioti e la storia la sai. Non ti dico quante volte hanno cercato di farmi firmare documenti per prendere in parte il controllo del complesso come dei guadagni, con la scusa di aiutarmi, ma non gliel'ho mai permesso! Samuel l'ha lasciato a me, con cavolo che lo do ad altri. Mi hanno anche fatto offerte per comprarlo con cifre da capogiro, ma con una buona gestione frutta meglio nel tempo come investimento.....>> mi raccontò.

<<ah.>> e poi ci sono io che non mi ricordo neanche che dovrei cambiarmi le mutande una volta al giorno, Agnese si sveglia la mattina e impara la gestione di un complesso immobiliare. Ma tesoro tieni anche dei seminari su come si vive la vita?
<< ho preferito venire qui perchè è un ambiente molto chiuso e sicuro, c'è una bellissima zona verde che circonda la proprietà e soprattutto nessuna faccia che tu possa conoscere, avrai la tua privacy, i tuoi spazi e ho come la certezza che nel mio minuscolo appartamento saresti impazzito!>> mi disse, mentre parcheggiava. Non feci in tempo a farmi passare la sorpresa di questa scoperta che davanti a me si presentò una casa a due piani con guardino in stile vittoriano ma più moderno. Ma siamo davvero sicuri che non sono ancora nella mia macchina, sul punto di morire e mi sto sognando tutto questo?

Solo quando Agnese aprì il baule della macchina mi risvegliai dalla trance per aiutarla con le borse della spesa e altro, ancora esterrefatto da tutto quello che avevo davanti. La mia immensa sorpresa non venne meno una volta entrati: quella casa era enorme! Io ero sempre vissuto in un buco o in un minuscolo appartamento, non mi ero mai permesso di avere il lusso di tutto quello spazio!
Una vocina mi sussurrò in testa:" è questo quello che provano i bambini adottati quando arrivano nella loro casa? Questa confusione mista a gratitudine di essere, nel caso, capitati lì?"

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora