.Capitolo 27.

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[[TRIGGER WARNING: suicidio e manicomio]]

AHHH! Un dolore pungente e perforante mi attraversò tutto il corpo, dalla testa ai piedi. Mi fa male tutto: la testa, la pancia, le gambe. E ho un freddo cane...
Ma che cazz?!? Non riesco a svegliarmi, provo a muovermi ma non posso!
Dove sono? Cosa è successo?
Mentre cerco di uscire da quel sonno profondissimo, che mi risucchia verso il buio della mia mente, ritornano le senzasioni che avevo provato prima di perdere conoscenza: rabbia, tristezza, profondo senso di inquietudine e tanta voglia di far smettere alla mia testa di pensare, anche se non so a cosa stesse pensando.

Finalmente apro gli occhi impastati e riconosco subito dove mi trovo: l'ambulatorio di Louis! O mio Dio! Cosa era successo?? Ora sì che inizio a preoccuparmi...
Delle urla mi aiutano a riprendere contatto con la realtà: è Agnese, fuori dalla grazia divina dalla rabbia che litiga e litiga con Louis.
Ah beh, sono di certo nei guai!
Aspetta ma perché dovrei essere io nei guai, non ricordo neanche quello che ho fatto!!!
Cerco di tirarmi su a sedere ma non ci riesco! Mi guardo intorno e scopro di essere legato: sono sul quell'aggeggio infernale con le cinghie di cuoio. Cazzo! Strattono tutto con forza, ma mi hanno immobilizzato per bene: tre cinture spesse mi tengono le spalle, la vita e le gambe incollate al lettino, insieme alle polsiere. E ho pure la flebo, fantastico...

La mia sopportazione già sottoterra mista alla mia estrema confusione mi fanno urlare, per richiamare qualcuno:<< HEY! HEY! MI SENTITE!?! VENITEMI A SLEGARE DIO M@LEDETTO!>> bestemmio pure, preso dall'agitazione.
Iniziai a iperventilare, non voglio stare lì, odio la sensazione di non potermi muovere, cosa ho fatto di male stavolta?
Agnese entrò nell'ambulatorio di corsa, e qualcosa nel suo viso mi fece capire che qualsiasi cosa io abbia fatto, l'ho fatta grossa: stava piangendo, con gli occhi scavati e gonfi di lacrime, ma la sua espressione è furente e preoccupata.
Si avvicina con la bocca serrata, come se stesse cercando di trattenersi dal dire le cose sbagliate. Riesce solo a dirmi:<< .....meno male stai bene...>> per poi portandosi le mani alla bocca, senza però toccarmi.

<<cosa è successo?..... ho la mente annebbiata, non ricordo un tubo. Mamma? Perché sono legato?....>> le domando con un filo di voce...per poi realizzare:<< non ti ho fatto del male vero?>> chiedo, con il cuore tra le mani.
Lei cede, e mi abbraccia forte, più forte del normale. La vorrei stringere forte, ma le polsiere me lo impediscono, così la cerco con il viso. È da un pò che non ricevo del contatto fisico, ho bisogno di lei, è da così tanto che........
.....ora ricordo!

Dopo il casino che era saltato fuori per quello che avevo detto in classe, lei mi aveva praticamente buttato fuori di casa. Io mi ero lasciato prendere dallo sconforto, e tra le lacrime, familiari emozioni di abbandono e solitudine mi avevano fatto visita.
Avevo ragionato su dove andare, visto che stavo davvero davvero male: pensieri neri e distorti mi sussurravano che lei non voleva più avermi intorno, che l'età dell'oro della mammina e della famiglia del Mulino Bianco era finita! A chiamare Ginevra non ci penso neache...
In casa mia ci sono i ragazzi, non ci voglio andare da sano, figuramoci ora che sto di merda!
La mia vecchia casa è un cantiere in ristrutturazione, per poter essere venduta....
Devo per forza rintanarmi nel mio ufficio.
Passai dal supermarket e comprai dell'alcol economico, avevo bisogno solo di un bicchiere.... per mettere a bada questi pensieri, farli stare un pò zittì. Solo un goccio..... non potevo rintanarmi da mamma come avevo fatto le altre volte, anzi stavo rivalutando proprio se chiamarla con quell'appellativo.....
Mi imbucai a scuola dal lato dove non c'era l'allarme, poi dentro il mio ufficio. Mi buttai sul divano, misi la bottiglia di wishy sul tavolinetto e cercai gli ansiolitici nella borsa, raddoppiano volutamente la dose che mj era stata prescritta, per farla agire in fretta e con forza!
Dopo aver bevuto due sorsi pieni, mandandomi a fuoco la gola e accogliendo quella senzazione familiare che non sentivo da tempo, mi stesi, aspettando che mi passasse l'ansia..... la mia memoria si ferma lì.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora