➸𝑪apitolo dodici

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Camille Leclerc

Due ore dopo quelle qualifiche, quell'incontro bizzarro con Max, quella litigata con Charles e quell'ammissione con Lando mi trovo proprio con lui in un luogo che non pensavo mai di frequentare.

Ho sempre avuto paura degli aghi, inizialmente perché essi ad una piccola bambina provocavano quel dolore che al tempo sembrava infernale. Poi, crescendo, vedendo tuo padre soffrire per quegli aghi che avrebbero dovuto iniettare la cura avevano iniziato ad assimilare una connotazione positiva che è subito stata spazzata via da quella morte infame provocata anche da quegli aghi.

Ora quella paura vive nella mia mente come uno dei mali supremi, per questo mi sarei opposta con tutto me stessa alla possibilità di tatuarmi. Quando però Lando mi aveva spiegato la motivazione di questa uscita, avevo iniziato a far spazio ad una nuova definizione di ago.

"Non puoi esorcizzare il dolore, non puoi vivere né rimanere nei ricordi. Quindi l'unica cosa che puoi fare è portartelo sulla pelle per sempre"

Mi è sembrata un'idea adeguata alla situazione e, quando l'inglese mi aveva lasciato sola qualche minuto per pensare, facilmente ho trovato cosa potesse rimanere impresso sulla mia pelle per sempre.

Ho da sempre come sfondo del telefono una foto che ritrae tutta la famiglia di circa dieci anni fa, ma il mio pensiero aveva sollevato quella possibilità per dare spazio a cosa era celato dietro la cover del mio telefono.

Un bigliettino che in passato era poggiato tra un mazzo di fiori. Avevo nemmeno dodici anni quando essi mi arrivarono.

À la petite femme qui m'a appris à aimer à nouveau

Alla piccola donna che mi ha insegnato ad amare di nuovo, recitava la scrittura disordinata di mio padre. Avrei tatuato parte di quella frase che da anni mi seguiva come un fedele compagno.

Amare di nuovo

Gli avevo insegnato che il cuore aveva spazio anche per un'altra donna oltre alla mamma, così come io avrei dovuto imparare ad amare di nuovo un uomo nuovo che non fosse lui. Forse avrei dovuto amare i miei fratelli o un qualcuno che mi avrebbe fatto innamorare, però quelle parole sicuramente mi sarebbero tornate utili in futuro quando presa dallo sconforto avrei ripensato che la mia vita non aveva più senso.

"Scelto?"

Lando appoggiato allo stipite della porta aveva fatto i salti mortali per permettermi di fare quest'esperienza. Erano ormai le dieci di sera di un venerdì qualsiasi, difficilmente qualcuno sarebbe stato aperto. Lui però mi aveva semplicemente detto di non preoccuparmi, che ci avrebbe pensato lui e così ha fatto.

Io annuisco alla sua domanda e, senza che lui chiedesse nulla, decido di aprirmi nuovamente spiegandogli il significato dietro a quelle poche parole.

"Amare di nuovo, in francese ovviamente. Perché io ho fatto capire a lui che si poteva ampliare lo spazio del suo cuore per altre persone così come dovrò fare io prima o poi"

I suoi occhi scrutano quell'accenno di sorriso che vive tranquillamente sul mio volto sconvolto da una giornata infinita. Il mio telefono giace spento di fronte a me, probabilmente se lo accendessi dovrei affrontare mio fratello ormai disperato, ma in questo momento non ne ho proprio voglia.

"Allora andiamo"

Mi accompagna nella stanza affianco dove Luke, un dolcissimo tatuatore, si mette all'opera applicando quel piccolo stancil poco sotto il seno. Senza dire nulla, Lando si siede affianco al lettino prendendo la mia mano nella sua. L'accarezza con il pollice, senza guardare nella direzione della macchinetta. Non avendo nemmeno lui un tatuaggio, capisco che anch'egli sia spaventato dagli aghi o che semplicemente non ne sia un amante.

Dopo qualche minuto il dolore sembra placarsi permettendomi di parlare con l'inglese.

"Lan?"

"Millie"

Ci sorridiamo senza dire più altro, come se quello fosse abbastanza. Come se il mio sorriso valesse come un grazie e il suo rispondesse al mio con un semplice prego.

Rimaniamo così fino a quando, un'ora dopo, l'opera è terminata. Avrò per sempre sulla pelle la scrittura di mio padre, ma nella mente rimarrà soprattutto l'idea di aver fatto il primo passo per crescere con quell'inglese tanto sexy quanto speciale.

Deve per forza avere qualcosa di speciale se il mio istinto così selettivo si sia deciso a fidarsi proprio di lui.

"Grazie mille"

Dopo aver pagato, finalmente usciamo da quel locale luminoso e pieno di disegno trovandoci davanti alla McLaren di Lando. Prima che possa salire su di essa per mettersi alla guida, decido di cingere il suo busto con le mie braccia magre. Lui ricambia con una dolcezza infinita, lasciandomi anche un bacio sulla fronte.

"Spero che questo possa essere l'inizio della tua rinascita"

Mormore così a bassa voce che quasi trovo difficoltà a capire le sue parole così accentuate da quell'accento caratteristico.

"Perché l'hai fatto?"

"Non lo so. Sento questo bisogno fisiologico di prendere il tuo dolore e provare a farlo scomparire. Egoisticamente sono felice se tu lo sei, forse lo faccio solo per stare bene ma sarebbe una cazzata non ammettere che lo faccio anche e soprattutto per te"

E casualmente mi viene in mente una frase, Guardarsi negli occhi senza sfidarsi; avvicinarsi gli uni gli altri senza incutersi paura; aiutarsi scambievolmente senza compromessi

➸ Wildest Dreams || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora