➸𝑪apitolo cinque

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Camilla Leclerc

Bruciare dal desiderio di qualcuno non mi era mai capitato. Non mi ero mai ritrova nella situazione di dover aspettare la prossima mossa di qualcuno ed essere pronta all'impossibile. Eppure la cosa mi spingeva ai miei massimi livelli e inconsciamente adoravo tutto ciò.

Adoro sapere che dopo una mossa azzardata come la mia, ci sarà qualcosa di ancora più insospettabile. Necessito di sentire nuovamente le sue ampie mani sulle mie cosce, di sentire il suo desiderio e il mio mischiarsi in un unico amplesso passionale.

Cedere per prima, far collidere per prima le mie labbra con le sue, era inaccettabile nonostante andasse contro i bisogni fisiologici del mio corpo. Sapere che il suo tocco ha saputo creare dipendenza quando è avvenuto una sola volta, manda un feedback al mio corpo. Dovrebbe odiare tutto questo come vorrebbe la mente, eppure mai prima d'ora si era sentito più vivo che in questo momento.

« Carezzando l'altro, io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte dell'insieme di cerimonie che incarnano l'altro. Ma, si può obiettare, non era forse già incarnato? No. La carne dell'altro non esisteva esplicitamente per me, perché percepivo il corpo dell'altro in situazione; non esisteva per lui perché la trascendeva verso le sue possibilità e verso l'oggetto. La carezza fa nascere l'altro come carne per me e per lui »

Diceva Sartre creando così in me la sensazione che ciò che il suo tocco ha scatenato nel mio corpo non è un immagine indefinita, ma una percezione che spesso l'uomo ha provato senza mai saperle dare una definizione.

Il mio corpo che mai prima d'ora aveva osato di modellarsi come creta nelle mani di altri, aveva ceduto, aveva acquisito senso alla sua carezza.

Seppur volessi continuare a cercare una spiegazione, una soluzione a questa percezione nuova e insana, devo abbandonare la mia mente per ritornare a dare attenzione a Charlotte che fugacemente si avvicina alla mia persona, affiancandola.

"Mi spieghi che succede?"

Domanda quindi, lussuriosa di conoscere le  spiegazioni alle domande che non hanno ancora trovato risposta. Non saprei dargliele e la segretezza di esse mi impediscono di parlarle prediligendo sminuire la situazione per evitare che occhi indiscreti si immettessero.

"Che dici se entriamo? Ho voglia di ballare"

Sorvolando la conversazione non mi rendi nemmeno conto della presenza di Lando e Carlos a pochi metri, già dentro nel locale. I due parlano di qualcosa che mi riguarda e lo intuisco grazie alle occhiate che lo spagnolo mi dedica mentre parla fitto con l'inglese.

Il privè ci accoglie sfarzoso, degno del denaro speso per accaparrarselo. Il modo in cui vengono aperte tutte le porte, tutti i portoni e tutte le finestre grazie al potere del denaro mi fa capire che seppur un pilota voglia preservare la propria umiltà, non potrà mai farlo senza mettere mano al proprio portafoglio.

Approfittando del primo giro di shot già posizionato sul bancone in attesa solo di essere bevuto, siamo inizio a questa serata alternando balli a ritmo di musica e drink dai più disparati gusti.

Nella folla perdo di vista la mia amica, intuendo che il suo ragazzo sia venuto a reperirla. Anche io avrei il bisogno incessante di condividere questi momenti con il mio ragazzo, quindi non prendo a male l'abbandono. Anche perché se avessi voluto sviluppare la mia permalosità, non ne avrei avuto modo. Le mani che si poggiano sui miei fianchi solo dopo aver tirato giù l'estremità del mio vestito, sono mani conosciute.

Percepite per poco più di tre minuti, ma già impresse a fuoco nella mia mente.

"Questa era bella"

Ammette al mio orecchio sfiorando con le labbra il lobo. Racchiude la sensualità in ogni sua mossa, in ogni dettaglio corporeo.

➸ Wildest Dreams || Lando NorrisWhere stories live. Discover now