«Sei scappato.» Il petto mi bruciava di una morsa infetta. Sentii gli occhi lucidi. «Come?»
Inclinò la testa, studiandomi con gli occhi ereditati da nostra madre e deglutii.
«Mi sono impegnato.» Sorrise. «La sai che quando mi impegno, posso fare tutto.»
Scossi la testa, un sapore amaro si diffuse nella bocca.
«Devi andare via.» Lo supplicai con lo sguardo. «Non dirò alla mamma o al papà che sei scappato ma--»
«Lo sanno già.»
«C-cosa?»
«L'istituto li avrà avvisati.»
Cazzo. Giusto. Perchè non mi avevano detto nulla?
Iniziò a camminare, a girarmi attorno, alimentando il mio timore e gustandolo.
«Perchè sei qui?»
«Mi serve un favore.»
Saettai gli occhi a destra. «Cosa?»
«Mi servono soldi.»
Il telefonò squillò dalla mia borsa buttata contro la parete all'ingresso.
Seth.
«Devi andare. Sta arrivando--»
«Non me frega un cazzo.» Mi si parò davanti con uno sguardo furioso. «Sono un fottuto fantasma, Nyxlie. Ed è anche per colpa tua.»
«I-io non--»
«Stai zitta!» Sbottò.
Sussultai e sbattei le palpebre velocemente. Lo guardai passarsi una mano sul volto magro e poi mi puntò un dito contro.
«Me lo devi.» Ghignò in modo inquietante. «Potevi dire la verità e non l'hai mai fatto.»
«Ian, mi dispiace, io--»
Non respirai più. La sua mano si chiuse rapida attorno al mio collo, togliendomi l'ossigeno. Soffocai un gemito di dolore per la stretta e le lacrime offuscarono la mia vista. Sembrava debole, ma non lo era affatto. Aggrappai frenetica il suo polso sperando che allentasse la presa ma non lo fece.
Seth stava arrivando. Ma non poteva trovarmi così.
«Ti dispiace? Sul serio?» Sibilò. «Solo perché hai chiamato un paio di volte non significa che non ti odi. Ti importa solo di te stessa.»
Mi aveva sollevato con un solo quel braccio, le punte dei miei piedi facevano fatica a trovare la terra sotto di me. Quello che però notai stando così vicina a lui, cosi vicina a perdere i sensi, furono le pupille dilatate.
Si drogava. Ancora.
Provai a dire qualcosa ma non riuscii. Sentii le lacrime scivolarmi dagli angoli degli occhi. Qualcosa in lui scattò e, dopo aver stretto la presa ancora più forte, mi lasciò andare.
Barcollai indietro tossendo e portando la mano sul mio collo.
«Cinquemila dollari.»
Sgranai gli occhi e sollevai la testa. «Cinque...» Tossii e deglutii a fatica. «Non posso darti cinquemila dollari, Ian.»
Inarcò un sopracciglio. «Non mi dire che ti hanno tagliato i fondi.»
«No ma controllano il conto e capiranno--»
«Non mi importa. Mi servono questa sera.»
Drizzai la schiena e mi guardai attorno. Il telefono stava squillando ancora. Seth sarebbe arrivato a momenti e lui non poteva sapere di questo.
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Avenging Angels
DragosteEra da quattro anni che allo scattare della mezzanotte del 21 Dicembre tutti le reti, tutti i canali televisivi e social, venivano bloccati dalle loro normali trasmissioni e utilizzi, per essere invasi da video di cinque persone mascherate che vendi...
Capitolo 26
Începe de la început