Capitolo 22

544 41 3
                                    

Bum bum bum!

Mi svegliai di soprassalto e non fui l'unica. Incrociai lo sguardo assonnato e confuso di Chen dall'altra parte del letto. Un momento, letto? Ero sicura di essere andata a dormire sul divano. Girai la testa con ancora il sonno appiccicato sulle palpebre per vedere Seth togliersi la coperta e mettersi seduto mentre si passava una mano sul volto.

La persona fuori dalla porta bussò ancora ma quando parlò riuscii a dire un nome a quella persona.

«Nyxlie Blake! Hai un minuto per aprire questa porta!»

Mia madre.

«Cazzo.» Sussurrai nel panico e uscii dal caldo di quelle coperte.

«Come fa a sapere che sei qui?» Domandò Chen, scendendo anche lui dal letto.

«Non lo so.» Dissi sincera e andai di fretta verso la borsa sul tavolo, ignorando Seth che si era alzato ed era solo con un paio di boxer.

Tirai fuori il telefono e vidi diverse chiamate di Winter e dei messaggi di non molto tempo fa. Mi stava avvisando che mia madre sapeva dove fossi.

«Sul serio? Non sai proprio chi possa essere stato?» Parlò Seth con una fredda ironia.

Inspirai a fondo, bloccando il telefono. William.

«Cosa faccia--»

Le parole di Chen furono bloccate quando sentimmo la serratura scattare e la porta spalancarsi di colpo. Ero in linea d'aria con quella e incrociai lo sguardo di probabile receptionist e subito dopo mia madre entrò fulminea con uno sguardo furente.

«Chi le ha dato il permesso di entrare?» Parlò Seth con evidente irritazione.

«Non ho bisogno del permesso di nessuno dato che avete qui mia figlia.» Sputò guardando prima lui e poi Chen che si trovava in piedi contro la parete vicino al letto. Almeno lui indossava una maglietta e dei pantaloncini.

Avanzai verso di lei. «Mamma--»

Lo schiaffo che ricevetti non lo vidi nemmeno partire. Lo sentii, però. Sentii il bruciore e gli spilli sulla mia guancia che si era anche voltata dalla forza con cui l'aveva tirato. Sgranai gli occhi, portando una mano sul volto e ricacciai dentro le lacrime per il dolore e la vergogna.

«Non parlare.» Mi puntò un dito contro. I suoi occhi chiari sputavano veleno. «E così che passi il tuo tempo in quell'università? Apri le gambe a questi pezzenti?»

«Possiamo abbassare i toni?» Intervenne Chen.

«E le mani.» Aggiunse Seth tagliente.

Mia madre guardò entrambi con fare sprezzante ma non sprecò fiato con loro, piuttosto si rivolse ancora a me. «William mi ha detto anche come ti sei comportata ieri sera. È inaccettabile questo tuo comportamento e ringrazia che non ne farò parola con tuo padre.»

«Non ho fatto--»

«Non parlare. Quando hai finito di fare la sgualdrina con questi scappati di casa, vestiti e torna immediatamente in camera tua. Tra un'ora si parte.»

Mi abbracciai e la guardai con un nodo in gola e la voglia di urlare. Lanciò il suo ultimo sguardo di disprezzo a tutti quanti e poi si voltò, raggiungendo a grandi falcate l'uscita. Sbattè la porta alle sue spalle e io tornai a respirare. Dio, che bell'inizio anno. Evitai i due ragazzi e mi decisi a seguire le parole di mia madre, afferrando il mio vestito sullo schienale della sedia ma i miei gesti vennero bloccati da una mano.

«Guardami.»

«Devo andare, Seth.» Soffiai debole. «Lascia--»

«Ho detto guardarmi.» Il tono perentorio e roco mi fece vibrare le budella.

Avenging AngelsWhere stories live. Discover now