3. L'Hazbin Hotel

928 76 166
                                    

Sei tutto per mePer questo ti proteggo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sei tutto per me
Per questo ti proteggo

Un secolo prima

Si può essere tristi, in un luogo perfetto e pieno di luce come il Paradiso?

Iliana non lo avrebbe mai creduto possibile, ma la sensazione che provava nel cuore, in quel momento, non avrebbe saputo descriverla in altro modo. Avvertiva un peso sul petto, le lacrime agli occhi. Strinse i pugni e si morse le labbra, per non versarne neanche una di fronte al Concistoro degli Angeli Custodi.

«Angelo Iliana, celestiale di nascita, Custode di decima generazione» disse l'Alto Cherubino. «Il Concistoro si è pronunciato in merito alla sua delicata situazione e ha emesso il seguente verdetto: lei è destituita dal ruolo di Custode a tempo indeterminato.»

Iliana deglutì e chinò il capo. «Sì, Alto Cherubino.»

«Presto le verrà assegnato un nuovo ruolo, ma nel frattempo può godersi il congedo come meglio ritiene opportuno.»

«Sì, Alto Cherubino.»

«Il Concistoro si scioglie, l'Udienza è terminata. Andate in pace.»

I Cherubini, i Serafini e alcuni Arcangeli che avevano assistito al giudizio si levarono in volo. Iliana rimase al centro della sala, le mani ancora strette, lo sguardo basso.

Solo una di loro le atterrò accanto.

«Il, mi dispiace, io...» Emily le poggiò una mano sul braccio.

Iliana si sforzò di mostrare un sorriso, ma era sicura di avere un piega terribilmente triste sulle labbra e negli occhi lucidi. «Grazie, Em.»

«Se posso fare qualsiasi cosa, per...»

«Lo so.» Le strinse le dita con affetto, poi si girò e uscì dalla sala.

Nei corridoi del Tribunale Celeste le sembrava che tutti sussurrassero, la guardassero, la giudicassero.

Lo sapeva. Sapeva di aver sbagliato, di nuovo. La sua intera esistenza sembrava essere solo un susseguirsi di fallimenti, eppure...

Si defilò in un andito in disparte, lontana da occhi indiscreti. Poi, si permise di crollare: cadde sulle ginocchia, nascose il viso dietro le mani e scoppiò in lacrime.

Nemmeno si accorse delle due figure che le passarono di fronte, apparentemente ignorandola. Poi, una di loro si fermò e guardò indietro verso di lei. Teneva in mano un bicchiere con cannuccia e prese una rumorosa sorsata, mentre la donna che gli passeggiava accanto continuava imperterrita il suo rapporto, senza notare, in un primo momento, che l'altro si era fermato.

«Signore?» Lute si fermò a sua volta e finalmente si rese conto che Adamo non la stava seguendo, non fisicamente e men che meno mentalmente. «Ma mi state ascoltando?»

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora