Non ho mai chiesto a Catherine cosa ci fosse scritto nella lettera che lui le ha lasciato, è giusto che rimanga tra loro, ma sono certo che ciò che Catherine fa ogni mattina sia legato a qualche frase presente al suo interno.
Avendo notato che quel gesto fa parte di una sua routine, ho pensato di stampare la stessa foto e sistemarla sul comodino del suo lato del letto, per tutte le volte che ancora si fermerà a dormire qui.

Mi sorride riconoscente e non posso fare altro che ricambiare il sorriso.
La sua è una ferita ancora aperta, forse non si rimarginerà mai, forse continuerà a biasimarsi per non aver fatto attenzione a tutti i dettagli ma sta imparando a conviverci.
Parliamo spesso di Cole, ci piace ricordare solo le cose belle.
Come il fatto che sia stato il primo a scorgere qualcosa tra me e Catherine e che abbia insistito tanto affinché anche lei aprisse gli occhi.

Catherine accarezza la foto, poi sospira e pronuncia quella frase che le ho sentito dire ogni mattina alla foto nella sua camera.
<<Oggi ti voglio più bene di ieri>>

***

<<Il mio portafoglio è nella tua borsa, per caso?>> Domando, sistemando la mia cartellina. Lo vedo nella tasca interna e spero che mi dica di controllare io stesso.
<<Controlla tu!>> La sento rispondermi dalla cucina.
Bingo!

Sistemo tutto come avevo programmato e proprio in quell'istante lei entra in salone.
<<L'hai trovato?>> Chiede, concedendosi una cucchiaiata del suo yogurt alle fragole e cereali.
<<No>> esclamo, abbandonando la sua borsa <<Mi sono appena ricordato di averlo messo nella tasca interna della mia valigetta ieri>> giustifico le mie azioni ma lei non sembra farci troppo caso.

<<Sei illegale con gli occhiali>> commenta, guardandomi dal basso verso l'alto con ammirazione.
Tu sei illegale sempre.
Mi lascio sfuggire una risata e mi avvicino, tentando di rubare il suo cucchiaio. Riesce a schivarmi.
<<Ah-ah, no>> dondola la posata, il viso contratto in una smorfia seria e gli occhi ridenti. <<In cucina c'è il tuo caffè...Amaro>> Puntualizza.

Alzo le spalle, accorciando nuovamente le distanze.
<<Mi era venuta voglia di fragole>> alludo alla sua colazione.
<<Niente da fare, non avrai il mio yogurt!>>
<<Mi prenderò qualcos'altro allora>> schiudo le mie labbra sulle sue e questa volta non la lascio andare così facilmente.
Quando sono costretto a porre fino a quel bacio, mi perdo negli occhi della mia ragazza, consapevole che da oggi cambierà tutto.

<<Ti amo>> le dico, sentendo sulle mie spalle tutto il peso dell'andar via.
<<Ti amo anche io>> risponde di rimando sulle mie labbra.
<<Ci vediamo dopo?>>

<<Distruggili>> sussurra come incoraggiamento.
Non averne dubbi, Rose.

***

Ho ripreso gli studi nei tre mesi che sono andati dall'inizio alla fine del processo. Ero troppo sottopressione e avevo bisogno di avere una valvola di sfogo. Studiare mi ha permesso di non pensare troppo alla mia vita.

Sapevo che, una volta ricevuto il verdetto, avrei dovuto abbandonare la mia vecchia vita.
Lo dovevo a Simon, a nonna, a Catherine e, soprattutto, a me stesso.

Con quello di oggi, avrò terminato gli esami, potrò laurearmi e poi iscrivermi ad una scuola di legge.
Mi sembra quasi di star vivendo un'altra vita.

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