3.2 Indigeno di Danimarca

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Nelle settimane che seguirono, il tabù imposto da Dorothea sembrò funzionare

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Nelle settimane che seguirono, il tabù imposto da Dorothea sembrò funzionare. Roy e Rhodina non potevano saperlo con certezza, perciò accantonarono presto ogni discussione a riguardo. Febbraio correva frettoloso, una settimana che seguiva l'altra più veloce della precedente, benché di giorno in giorno il dì inghiottisse la notte pochi minuti alla volta. Molte cose accadevano; nel mentre l'inverno dava l'idea d'esser deciso a restare più a lungo che mai.

A Williams House i problemi da risolvere non mancavano e presenze e rumori, anche se non del tipo più temuto, erano all'ordine del giorno. Alec continuava a ritrovarsi gatte da pelare impreviste, come scartoffie che riguardavano il patrimonio della sua famiglia - tra debiti e proprietà dissipate - e lavori di manutenzione improrogabili, a causa di impianti che cedevano un giorno sì e uno no. 

«Scusa per il rumore, è l'idraulico al lavoro. Sai, stamattina i giardinieri hanno dato una ripulita al giardino, sono sicura che questa primavera sarà bellissimo! Qui c'è tanto da fare, passiamo le sere ad aprire scatoloni e a scegliere a cosa dare un posto e cosa dare via. Per fortuna che Julie viene a darci una mano. Ha anche trovato un accordatore di pianoforti per il piano in biblioteca, ma io non metto più piede lì dentro, se posso evitarlo. Così, a lei sembra strano che non voglia suonarlo, mentre Denoon non riesce a capire perché io lo trascini da una parte all'altra della casa per fare lezione.»

L'allusione alla biblioteca come luogo da cui tenersi lontana era stata pronunciata con un pizzico di rimpianto. Ma l'umore generale di Dorothea era migliorato, come dimostravano la sua parlantina allegra e la sua eccentricità fantasiosa. Una delle sue rigidità era venuta meno senza preavviso: chiamava Roy e Rhodina quasi ogni giorno e si intratteneva a chiacchierare a lungo con loro; una vera conquista per Roy e Rhodina, che la sapevano "allergica" al telefono.
Le chiamate frequenti e la leggerezza dei discorsi schiarirono le preoccupazioni di Rhodina. Non aveva cambiato le sue opinioni sull'argomento tabù, anche se aveva rispettato la richiesta dell'amica; ma ora era allettata da qualcosa di più goloso: la promessa di Dorothea che avrebbero presto dato una chance al fantomatico numero di Tancredi.

Per Roy quelle prime settimane non furono così facili: la pace ritrovata era benvoluta, ma non poteva dire di trovarla convincente. Gli era impossibile entrare e uscire da casa senza passare per il salotto, cioè senza sentire su di sé l'occhio sempre aperto - anche quando spento - dello schermo riflettente. La sua irrequietezza si smorzò un poco con il passare dei giorni, ma continuò a provare una combinazione di apprensione e desiderio che lo portava a comportarsi in modo bizzarro in casa propria. Evitava di sostare a lungo sul divano, ma scoprì di intrattenere la possibilità di essere contattato e di mantenere un atteggiamento di sfida verso il fenomeno. Teneva a bada la sua innata, spregiudicata curiosità con questa maschera di prontezza e camminava per casa come se niente fosse, soprattutto quando faceva buio e sua madre non era ancora tornata. Ma si sentiva ugualmente suggestionato e la sua memoria trovò per lui le parole per descrivere quel fascino pericoloso:

☙Amici Perduti - Libro Primo☙Where stories live. Discover now