38J - Serena Van der Woffen

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Nudi, sul campo del Suncorp Stadium, dove i Broncos giocano quasi ogni fine settimana, mi ritrovo a far rotolare Calista sotto di me, poi mi abbasso tra le sue gambe e faccio colazione. La divoro, con lingua e dita, tenendole le cosce ferme con le mani, imprimendo i polpastrelli nella carne morbida. La sento gemere, le mani tra i miei capelli mentre succhio e mi godo il tremore quando mi viene in bocca.

Sta ancora ansimando nel momento in cui mi sollevo e la bacio. Voglio che gusti il suo sapore sulla mia lingua, che si renda conto di quanto cazzo è deliziosa.

«Ho bisogno di te» ansima, accaldata. «Ti voglio dentro, Jordan. Adesso. Ti prego.»

In questo caso, sono pronto a esaudire il suo desiderio, un riflesso del mio. Avvicino lo zaino con uno strattone e ci frugo dentro. Se ha pianificato tutto, allora avrà anche... eccoli qua. Afferro un profilattico e mi sollevo sulle ginocchia per indossarlo, il tutto mentre non mi perdo un dettaglio della donna sotto di me. Tra i capelli ci sono fili d'erba, ha le guance arrosate e gli occhi lucidi. Mi stringe le gambe in attesa. E io sono pronto.

Mi chino su di lei e la penetro con una singola stoccata. Calista solleva la schiena dal prato, sfiorandomi il petto con il suo. Le avvolgo le braccia attorno alla schiena e ci manovro fino ad averla sopra. Molto meglio.

Calista rilascia un basso gemito accanto al mio orecchio. Così mi sente meglio, più in profondità. Sono seppellito dentro di lei.

«Scopami, Lock. Scopami forte e fammi vincere domani» mormoro sul suo collo.

Lei abbassa il viso, guardandomi dritto negli occhi e posa una mano sulla mia guancia, l'altra sulla spalla prima di cominciare a cavalcarmi. Schiudo la bocca, non interrompendo la connessione che si è creata tra i nostri sguardi mentre continua a sobbalzare sul mio cazzo. Mi prende meravigliosamente, come se conoscesse il mio corpo da una vita. In tre settimane è riuscita a individuare ogni mio punto erogeno, a portami oltre il limite molteplici volte. Ecco perché quando mi lecca il lembo di pelle sotto l'orecchio mi irrigidisco sotto di lei e quasi non perdo il controllo.

Che stronza.

La martello da sotto, imprimendo le mie impronte sui suoi fianchi talmente forte stringo. Ma a lei non importa. La prima volta che ho visto i segni mi sono sentito una merda. Credevo di averla ferita e che lei non volesse dirmi nulla, poi l'ho affrontata e lei mi ha detto che lo trovava sexy. Un po' come quando mi ha chiesto di stringerle la gola o i capelli.

Ed è quello che faccio in questo momento: mi avvolge in un pugno una ciocca di capelli, inclinandole il viso, così da avere il via libera sul suo collo. La mordicchio, spingendo i fianchi verso l'alto, senza mai fermarmi. Lei viene incontro alle mie spinte, gemendo e stringendomi in una morsa letale.

«Vuoi venire, Lock? Mmh? Dimmi quanto ti piace essere scopata da me. Dimostramelo.»

«Jordan» singhiozza. È sudata, bollente, bellissima. Cazzo, se lo è. Vogliosa di raggiungere l'apice, colma di un desiderio che sta per esplodere.

Si muove sempre più alla svelta, le mani strette tra i miei capelli corte, le ginocchia sul campo e sicuramente arrosate dalla frizione.

Porto una mano tra i nostri corpi e la massaggio. La tocco proprio come le piace, prima piano e poi più veloce, con forza. «Vieni per me, Lock. Mozzami il fiato.»

E Calista fa esattamente come le dico. Mi divora, inglobandomi nelle sue pieghe umide. Pulsa attorno a me, gemendo il mio nome spinta dopo spinta. È in estasi. Proprio come me quando mi lascio andare l'attimo dopo. Vengo, muovendole i fianchi con più lentezza fino a fermarla. E poi alzo il viso per poterla baciare. Mi prendo i suoi baci pigri, lenti, colmi di soddisfazione. Le massaggio la schiena nel frattempo, ammorbidendo i segni che le ho lasciato.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now