Deglutisco, bagno le labbra secche e annuisco. «Desidero solo te.»

«Verrai urlando il mio nome, allora? Penserai a me mentre ti scopo?» Strattona gli slip con le mani e li lacera, facendoli finire sul pavimento. Nonostante ciò, riesco a percepire una nota di calma, come se le mie parole lo avessero rassicurato.

Sussulto. Non c'è niente a separarci. Niente che gli impedisca di sprofondare dentro di me. «Sì.»

«Di' il mio nome, Lock.» Sprofonda un dito dentro la mia intimità.

Gemo, strizzando gli occhi quando ne infila un altro. Prende a muoverle dentro e fuori, stuzzicando il clitoride con la mano libera.

«Oddio» singhiozzo. Non ha fretta. La frenesia di poco fa sembra essere svanita mentre mi massaggia piano, dentro e fuori. Stringo un suo braccio in supporto quando aumenta pian piano i movimenti, dolci stoccate umide che mi sconquassano da cima a fondo. Il formicolio alle gambe mi fa intuire che sto venendo. Mi contraggo attorno alle sue dita, miagolando il suo nome in un mormorio sussultante e appagato.

Jordan estrae le dita e traccia una scia bagnata lungo il mio addome, fino ai seni. Ne stringe uno con la mano, gioca con il capezzolo mentre mordicchia il lobo del mio orecchio. Poco dopo risale, giunge alle mie labbra e vi inserisce le dita. Sento il sapore dei miei stessi umori in bocca e la cosa mi fa eccitare ancor di più.

«Lecca. È questo il sapore che hai quando vieni per me, Lock.»

Faccio ciò che mi dice e gemo attorno alle sue dita. Mi struscio su di lui, sentendo la sua erezione su di me. Sposto la testa, liberando le dita e volto il capo. «Vuoi continuare a fare conversazione o...?»

«Avevi in mente altro?» Continua a giocare con i miei seni mentre mi scruta. Noto eccitazione nei suoi occhi, una fiamma che crepita all'interno, in attesa di essere alimentata e scoppiare in un sonoro incendio. Voglio essere io l'accendino. Io a farlo esplodere.

Non ribatto alla sua domanda; mi volto e, senza dargli spiegazioni, mi metto in ginocchio. «Te l'ho detto che preferisco usare la bocca per fare altro che parlare.» Detto ciò, porto le labbra sulla sua lunghezza e lecco. Faccio scorrere la lingua ovunque, guardandolo dritto negli occhi mentre me lo porto in bocca e succhio.

«Calista» sibila, stringendomi in una mano i capelli. «Piantala. Non voglio venirti in bocca» ringhia, muovendo la mia testa avanti e indietro. Vorrei rispondergli che non sono questi i segnali che mi sta dando, ma non posso. Ho la bocca impegnata.

Gemo, eccitata, le vibrazioni attorno alla sua asta. È divino. Sono io a stare in ginocchio, eppure so di avere ogni goccia di potere.

Vengo strattonata all'indietro, cosa che mi fa protestare. «Basta.» Mi afferra un braccio e mi tira su, come se pesassi niente. In un baleno mi ritrovo ancora una volta sull'isola, Jordan tra le mie gambe. Lo vedo indossare un profilattico, ma non chiedo dove l'abbia preso, è l'ultima cosa a cui sto pensando mentre si fa più vicino e, con una stoccata, mi penetra. Tremo.

Si fa strada dentro di me con spinte superficiali un paio di volte, fin quando non lo accolgo con più facilità. È... imponente. Ovunque. Ora ne ho le prove.

«Dormi con me. Vivi con me. Scopi con me. Hai capito, Lock?» Mi penetra a ogni frase.

Annuisco, stringendogli le gambe attorno alla vita, nella speranza di tenerlo più vicino.

«Non ti ho sentita.» Poggia le mani sul mio fondoschiena e mi trascina in avanti, entrando ancora più in profondità. Mi tiene ferma, incollata a lui mentre affonda ripetutamente dentro di me, regalandomi ondate di puro piacere liquido.

𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄Where stories live. Discover now