Il cristallo

140 9 8
                                    

Stolas aveva pensato molto in quei giorni, tanto e troppo. Asmodeus aveva accettato di aiutarlo e lui si era finalmente deciso a prendere una posizione.

Ne andava della sua sanità mentale e fisica.

Blitzø non si faceva vivo da giorni e lui non l'aveva cercato, aveva rispettato il suo spazio, per una volta, era quasi fiero di se stesso, stranamente aveva resistito.

«Ok, Stolas...» si disse guardandosi allo specchio- la voce echeggiò più del solito- aggiustandosi le piume sul capo in modo maniacale, non si era nemmeno fatto una doccia tanta era la pressione, anche il suo modo di vestire era diverso, invece di uno dei suoi soliti abiti costosi e stravaganti, indossava un maglione bianco su degli anonimi pantaloni neri, un look a tratti sciatto.

Ma che mi prende?

Ingoiò il groppo di saliva e aprì la porta camminando a grandi falcate verso l'uscita, passando davanti alla camera di Octavia, fermandosi sullo stipite, attirando l'attenzione di lei, che si tolse una cuffia: «Esci?» chiese quella, squadrandolo dubbiosa.

«Si, ci metto poco, va bene?» e le sorrise facendole un occhiolino, continuando a camminare, prendendo al volo una giacca appesa all'appendi abiti, ignorando il richiamo del maggiordomo.

Posso farcela, posso farcela.

Prese posto nella lussuosa macchina, mettendo su una maschera di indifferenza: «Da Blitzø.» disse solo, girandosi poi a guardare fuori, nel mentre che l'autista eseguiva il suo ordine.

Quando arrivò alla meta, scese dalla vettura e quella ripartì; camminò veloce fino alla casa dell'Imp, prendendo un profondo respiro prima di bussare, prima che potesse toccare il legno della porta, però, Luna la aprì al suo posto, guardandolo come se si aspettasse la sua presenza.

«Oh, ciao piccola» la salutò cordiale, accarezzandole il capo, ignorando il fatto che indossasse dei vestiti colorati e non scuri come al solito: «Come facevi a sapere che sarei venuto?»

Luna alzò le spalle indicandosi il muso, quasi sbeffeggiandolo: «Ho sentito il tuo odore, sai com'è» e spostandosi lo fece entrare, un po' imbarazzata: «Scusa il disordine, papà, non esce dalla sua camera da un po' di giorni e... non sono nemmeno sicura che sia vivo in realtà»

Cosa? «È successo qualcosa? Sta male?» si diede mentalmente uno schiaffo per non essere in grado di non preoccuparsi per lui, all'ansia si era infatti aggiunta anche la preoccupazione e la paranoia che non si sentisse bene e che l'avesse ignorato involontariament-

Smettila, basta giustificarlo ogni volta.

Luna alzò gli occhi al cielo: «No, a volte fa così. È lunatico, comunque la stanza è a destra.» e detto questo si sedette comoda sul divano, accendendo la tv, lasciandolo lì impalato.

Qualcosa sembrava non quadrare, ma non ci diede peso.

Sbuffò esausto, avviandosi verso la stanza, bussando e attendendo una risposta. Quella si aprì dopo 7 secondi- non che lui avesse contato ogni secondo, sia chiaro- rivelando la figura dell'Imp che con viso assonnato e ancora in pigiama lo guardò quasi come se fosse un'altra piaga, Blitzø sembrava leggermente più alto del normale.

A diavolo.

«Stolas, sei qui perché non ho risposto alle tue chiamate?» chiese aprendo di più la porta, il gufo rimase eretto e fermo sul posto, il rosso infatti abbassò la spocchiosità mettendosi sulla difensiva davanti allo sguardo impenetrabile di quello.

«Che hai da guardare, altezza? Vuoi una dose del mio cazzo? Non mi sembra sia l'ultimo giorno del mese e al momento non ho testa per te!» sputò con una strana cattiveria; Stolas socchiuse appena i quattro occhi, portandosi una mano nelle tasche, estraendo un cofanetto.

Raccolta di One Shot, anche su richiesta! (Helluva Boss)Where stories live. Discover now