Costruire una fiducia

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E se Blitzø avesse accettato di dormire da Stolas, quella sera?

(Dall'episodio 1x7)

L'imbarazzo era palese e palpabile nel silenzio di quel viaggio nel furgoncino sgangherato dell'Imp, una serata pessima dal vino scadente e da vecchi ritrovamenti non desiderati. Era dispiaciuto del fatto che in quel locale ci fosse stato l'ex compagno di esibizione del rosso che non aveva mancato di puntare tutta l'attenzione su Blitzø, umiliandolo pubblicamente.

Non che Asmodeus con lui ci fosse andato leggero, eh, d'altronde aveva solamente urlato a ritmo di musica che avesse scartato un alto rango come Stella con la quale aveva anche una figlia, per un piccolo Imp che per vivere uccideva su richiesta!

Ora, onestamente parlando lo aveva sì fatto vergognare, ma non abbastanza da destabilizzarlo , anzi, il momento vero e proprio di destabilizzazione e disagio era arrivato quando, allungando una mano verso il rosso, quello lo aveva evitato guardando altrove, non riuscendo nemmeno a bere un sorso di vino.

Una scena apocalittica.

Sospirò scendendo malamente dalla vettura, sarebbe potuto tornare a casa aprendo un portale, ma non ci avevano nemmeno pensato, troppo occupati a cercare di sparire- o almeno Blitzø.

Prima che quello potesse ripartire, Stolas si affacciò al finestrino, cercando i suoi occhi: «Sai, ho dell'altro vino a casa, e Octavia sta da sua madre per il fine settimana-»

«Stolas non ho intenzione di scoparti stasera. Io...» imprecò massaggiandosi la fronte, stanco: «Io non sono dell'umore adatto.»

«Ma potremmo parlare! Guardare un film, coccolarci...»

«Smettila di mentire, Stol. È stata una serata di merda, non voglio lontanamente toccarti o pensare al tuo dannato sedere piumato!» il tono cattivo costrinse il principe a fare qualche passo indietro, vergognoso di se stesso per aver instaurato la parvenza di quelle sporche intenzioni anche quando non voleva averne.

«Io non dico bugie...» sussurrò abbassando gli occhi sul pavimento: «...Volevo davvero solo vedere un film.» stava diventando davvero patetico e per mettere fine a quel silenzio assordante che era nato, di nuovo, si chinò per salutarlo, un vizio che non aveva mai perso, nonostante suo padre lo avesse sempre rimproverato da piccolo, d'altronde: sono gli altri che si devono inchinare, non il contrario.

Blitzø spense il motore della macchina imprecando, scendendo da quella, chiudendo con forza la porta del camioncino rischiando di spaccarla, avviandosi verso la porta del castello, passandogli accanto, lasciandolo senza parole, con la schiena ancora piegata.

«Va bene accetto! Ma solo perché quel vino faceva schifo e ho bisogno di bere per dimenticare la faccia di quel pagliaccio del cazzo.» sbraitò.

«C-cosa?» esclamò in contropiede dal repentino cambio di idea, fissandolo mentre quello  tornando vicino a lui gli puntava il dito contro, la coda usata per fare leva e per essere alla stessa altezza, il viso crucciato in una smorfia minacciosa.

«Ti avverto stronzo: prova a infilarmelo nel culo a tradimento e ti ammazzo.»

Oh!

E così si ritrovarono sul divano dell'immenso soggiorno reale, davanti una televisione enorme ad altissima qualità, Stolas voleva che tutto filasse liscio e che la rigidità delle spalle di Blitzø si attenuasse, si era infatti seduto a distanza di sicurezza da lui e il pennuto aveva fatto lo stesso, non prima di essersi rinfrescato e di essersi cambiato, indossando un comodo pigiama di seta; gli lanciò uno sguardo senza farsi notare.

Raccolta di One Shot, anche su richiesta! (Helluva Boss)Where stories live. Discover now