➸ Wildest Dreams || Lando Norris

➸𝑪apitolo cinque

"Sarebbe stato più bello togliertele con i miei denti, ma mi accontenterò per stasera"

Solo l'immagine del suo volto tra le mie gambe scalda ogni centimetro del mio corpo che freme di aspettative.

"Chi ti dice che te lo farò fare?"

Appoggia le sue labbra sul mio collo inalando un po' del mio profumo. Adoro spruzzarne quantità esagerate in modo che il mio odore possa rimanere ovunque io sia stata. Necessito di rimanere impresse nella mente di chiunque abbia la fortuna di conoscermi.

"Lo dice il tuo corpo. Lo dicono le tue labbra torturate dai morsi pur di non incontrare le mie. Lo dice la tua pelle che si scalda alla mia sola vicinanza. Lo dicono i tuoi occhi famelici che mi spogliano al posto delle tue mani"

Gli circondo nel bel mezzo della conversazione le mani al collo, soddisfando lievemente quella necessità di averlo vicino.

"Se mentissero?"

"Dillo che mentono e stasera non ti faccio mia in tutte le superfici della mia stanza. Basta che tu me lo dica"

Sa che questo metterebbe fine ai giochi, momentaneamente parlando. Sarebbe l'ammissione più soddisfacente da sentire, ma lo privo di ciò perché dubito che saprà resistere alle mie di provocazioni.

"Sarai tu ad implorarmi, Norris"

La sua lingua crea una traiettoria sul mio collo, attivando dei recettori nervosi che mandando direttamente il piacere al mio basso ventre.

"Non succederà piccola Leclerc"

"Ne sei così sicuro?"

Finalmente avvicino il volto al suo, utilizzando la lingua per disegnare come solo un pittore saprebbe fare il contorno delle sue labbra. Schiude di poco quei boccioli rosei, il giusto per afferrare con delicatezza tramite i denti la punta della mia lingua.

"Sicurissimo"

Piano le sue mani scendono dai miei fianchi, trovando una corrispondenza perfetta con il mio fondoschiena. È tremendamente eccitante l'idea che il mio corpo ed il suo siano coincidenti, che ogni cosa sia fatta a dimensione per l'altro.

La stretta possessiva che impone è rassicurante, è quasi droga per i miei sensi annebbiati ormai da tempo inquantificabile che potrebbe corrispondere ad ore come a minuti.

"Dillo e smetterai solo di immaginare quello che potrei farti"

Il suo accento odiosamente inglese è così attraente in questo momento, non cede alla disperazione. È roco e calcolato, così come il respiro che si infrange sul mio volto.

"Il problema è che lo vuoi troppo per ammetterlo"

Constata, mente nuovamente trova posto per le sue labbra sul mio collo niveo. Marca con i denti una zona centrale di esso, lasciando probabilmente un segno violaceo.

"Che fai?"

Non mi scosto minimamente dal suo tocco, ma paleso il bisogno di spiegazioni.

"Marchio il territorio, non vorrei mai che sfogassi questo desiderio che io ti ho provocato con qualcun'altro"

Questa gelosia per nulla velata, la veridicità nel suo tono e questo bisogno incessante mi fanno, per la prima volta in vita mia, ad arrendermi senza aver combattuto fino all'ultimo. Quando le nostre labbra si scontrano, assaporo un sapore idilliaco mai provato prima. Ma non è abbastanza, non è abbastanza per soddisfare quest'innaturale desiderio carnale.

Non basta nemmeno quando mi prende con passione, con desiderio la prima volta sulla scrivania di quella camera lussuosa. Nemmeno la seconda volta nella vasca idromassaggio che ascolta succube i miei gemiti estasiati. Non basta nemmeno il letto che a forza contiene quelle spinte violente che mi fanno toccare con un dito un paradiso che non sapevo potesse esistere.

Perché poco mi ci vuole a capire che Lando è quel tipo di droga che assunta anche una sola volta ti porta ad una dipenza infinita.
Perché di Lando non avrò mai abbastanza.

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