Capitolo LI. Figlio di nessuno

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«Hrod!»

La ragazza si destò per prima e guardò Heather con assenza di stupore, coprendosi il torace con la coperta di lana, più per fastidio che per vergogna vera e propria.

«Ti vuoi svegliare, maledizione?»

Solo quando la tipa gli mollò una gomitata nella schiena si degnò di aprire le palpebre.

«Uhmpf!» sfiatò per la botta. «Oh, Heather!»

Lei lo guardò con aria spazientita.

«Heather, che ci fai qui? Io... oh.» Buttò un'occhiata a destra come se si fosse reso conto solo allora dell'accaduto. «Posso spiegarti.»

«Non voglio le tue spiegazioni, non me ne frega niente di quello che fai nel tuo tempo libero, Hrod.»

«Allora?»

«Dobbiamo regolare i conti.» Andò dritta al punto. «Mi devi le spese del viaggio e i soldi della cinghia della sella che hai rotto.»

«Oh, Frigga, hai ragione!» Hrod si alzò a sedere e scoprì il torso nudo e scolpito. Sembrava sincero, stranamente. «Dammi il tempo di vestirmi e arrivo subito.»

Heather sbuffò come un drago e andò alla porta. «Sappi che non muoverai il culo da qui finché non mi avrai pagato.»

Hrod rimosse la coperta non appena fu uscita e si alzò in piedi, nudo, alla ricerca delle braghe.

«Ehi.» La ragazza si poggiò sul gomito, i capelli lunghi e ricciuti le ammantavano la spalla. «Guarda che devi pagare anche me.»

«Che cosa?» Hrod s'infilò un calzino e notò che c'era un foro da cui sbucava l'alluce. «Stai scherzando, spero.»

«Io stanotte ho lavorato, sai com'è... i servizi si pagano.»

Lui abbottonò la patta e la guardò con sussiego. «Credo che le mie prestazioni saranno sufficienti a ricompensarti delle tue fatiche.»

Lei rise di gusto. «Ci hai provato.» Raccolse uno stelo di paglia che fuoriusciva dal materasso bucato. «Ma io non ci campo con le tue prestazioni

«Non lo negherai mica che ti è piaciuto.»

La ragazza alzò le spalle, un mezzo sbadiglio tra le labbra rosate. «Ormai ne ho provati talmente tanti che non fa più alcuna differenza... per me siete tutti uguali.»

«Per me siete tutti uguali» la schernì Hrod, ficcandosi la tunica. «Voi fanciulle dite tutte così, finché non vi mettete a quattro zampe e uggiolate come cagne, vero?»

«Beh, d'altronde uggiolare è il mio mestiere.» Sorrise scaltramente, il palmo teso in attesa del compenso. «Ci tengo a farlo bene.»

Hrod roteò gli occhi e scavò con le dita nel sacchetto della grana. Le lanciò contro la prima cosa che trovò e se ne pentì subito perché si trattava proprio di una moneta d'oro. Maledizione.

Lei non nascose di esserne sorpresa, anche se gliel'aveva lanciata come si lancia un osso a un cane.

«Con quella ci camperai un bel po'.»

Lei rimase semisdraiata e giocherellò con il prezioso dischetto. «Tu credi di essere il migliore al mondo, non è così?»

«Vedrai che quando passerai ai prossimi ripenserai a me.»

Lei scosse la testa. Una cosa che aveva imparato dal proprio mestiere era che rispondere ai clienti non porta mai a nulla di buono. Certi casi umani è meglio lasciarli bollire nel loro brodo.

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⏰ Ostatnio Aktualizowane: May 27 ⏰

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Il pianto dei Draghi - Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. IIOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz