«Ma quindi..» Sofia alzò la fetta di cetriolo che le era stata messa sugli occhi durante il massaggio, era stesa sul lettino bianco e aveva un'espressione di pura pace «..come siete rimasti?»

Sentii un groviglio di dubbi stringermi lo stomaco mentre riflettevo sulle sue parole.

L'atmosfera rilassata della spa sembrava accentuare la gravità delle mie incertezze. «Non saprei dire.» ammisi con voce flebile, cercando di mascherare l'ansia che mi serrava la gola. «Quella notte è stata intensa, sì, ma... mi chiedo se possa davvero essere sufficiente. Un momento così, così carico di emotività, può veramente lenire le ferite di un intero anno?»

Le parole uscirono a fatica, accompagnate da un sospiro profondo che tradiva il peso dei miei dubbi.

Quando la mattina successiva eravamo tornati a casa, gli altri avevano agito come se nulla fosse accaduto. E Andrea, lui in particolare, aveva agito come se nulla fosse successo. Lui aveva continuato la sua giornata come se la notte precedente non fosse stata un turbine di emozioni. Mi aveva abbracciato, tranquillizzata, come se tutto fosse normale, come se non avessi passato la notte a piangere tra le sue braccia.

Forse aspettava una reazione da parte mia, una parola, un segnale. Ma io ero troppo confusa, troppo avvolta dal mio stesso vortice di incertezze. Non sapevo se avrei dovuto aprire il mio cuore, confidarmi di più, anche se lui probabilmente sapeva già tutto senza che io dicesse nulla. Lui era a conoscenza di quello che era successo in quest'anno, ne avevamo parlato fino allo sfinimento.

Era come se fosse ritornata quella sintonia di un anno fa, ma non riuscivo a trovare il coraggio di aprirmi completamente.

«A cosa pensi?» mi chiese Elisa, sorseggiando il suo analcolico.

Sospirai forte e cercai di mettere ordine tra i miei pensieri. «La verità è che non lo so. Sono consapevole che siamo legati, che lo siamo stati e che lo siamo ancora, in un modo o nell'altro. Sento il peso di quel legame ogni giorno, come una catena che mi tiene ancorata al passato, alle emozioni che abbiamo condiviso, alle cicatrici che abbiamo accumulato. Ma c'è qualcosa che mi blocca, qualcosa che mi fa esitare nel gettarmi completamente in questa relazione di nuovo. È la paura. La paura di essere abbandonata di nuovo, di essere lasciata sola con il mio dolore. Perché anche se lo amo con ogni fibra del mio essere, ho paura che un giorno possa decidere di andarsene di nuovo. So che è tornato qui per un motivo preciso, come testimone dello sposo, non perché il desiderio di stare con me gli bruciasse dentro. E questa consapevolezza mi tormenta, mi fa dubitare di tutto. Perché non so se sarei in grado di sopravvivere a un altro addio da parte sua.»

Il silenzio che seguì era quasi palpabile, avvolgente come una coperta di nebbia densa. Solo la musica zen, con le sue note eteree e rilassanti, riusciva a penetrare quell'atmosfera di tranquillità. Il suono delicato dell'acqua che gorgogliava nella vasca contribuiva a creare un'armonia perfetta, come se il tempo si fosse fermato per permettere a ognuna di noi di immergersi in un momento di pace interiore.

Fu Camilla a parlare: «Premetto una cosa: ovvero che sono ancora arrabbiata per quello che ha fatto.» fece una smorfia schifata quando si rese conto che il suo corpo era cosparso di una melma di un disgustoso color marrone «Ma ora, guardando la situazione da un'altra prospettiva, credo che ci siano delle cose che dobbiamo considerare.» ci raggiunse a bordo vasca «Lo so che sembra incredibile, ma credo che il sentimento di Andrea sia rimasto intatto, nascosto sotto la superficie come un fiume sotterraneo che scorre silenzioso. È vero che è tornato per il matrimonio, ma non è stata solo una questione di dovere. Lui non è tornato prima perché -secondo me- pensava che tu non lo amassi più, ed è per questo che si è allontanato. Ha pensato di farti del male, paradossalmente, ma in realtà non avrebbe potuto ferirti più di quanto ha già fatto l'assenza. Forse è stata una scelta sbagliata, ma è stata fatta con buone intenzioni. E ora, guardando indietro, posso percepire il peso di quel dolore condiviso, la mancanza di comunicazione che vi ha divisi. Ma c'è ancora qualcosa, un filo sottile ma resistente, che vi lega indissolubilmente. E io credo che sia amore.»

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now