𝟏𝟑. 𝐈𝐌𝐏𝐋𝐎𝐃𝐄𝐑𝐄 𝐎 𝐄𝐒𝐏𝐋𝐎𝐃𝐄𝐑𝐄

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Svegliarmi presto la mattina non mi è mai pesato più di tanto. Mai.
È tutto quello che in genere segue ad essere un insostenibile rottura di coglioni.

Tanto per cominciare l'odore pungente dell'aria per lo smog nelle ore di punta.
È la prima cosa che sento, ancor prima di spalancare gli occhi.

Mi fa salire l'impulso di spalancare la finestra e tuffarmi fuori di testa. Perché so che quello è solo l'inizio. Il primo indicatore che un'altra lunghissima giornata del cazzo sta per iniziare.

E la previsione è in genere accurata.

Segue il calore delle lenzuola che quasi mi soffoca, il rumore del traffico. Poi la colazione, la scuola, le interminabili ore di lezione, il pranzo.
Ed ancora lezioni, lezioni, lezioni.

Qualche gioia tra una sigaretta e l'altra ed è già sera. Quelle ore che sembravano non passare mai sono passate eppure io sono punto e a capo. Nella stessa identica posizione in cui mi trovavo il giorno precedente.

Ascolto la musica a palla finché Chacha non inizia a battermi sul muro condiviso come una vecchia vicina bisbetica.

Provo a dormire ma non ci riesco, mi rigiro nel letto, sbuffo, impreco, e quando finalmente crollo per la stanchezza la sveglia suona.

E ripeto tutto da capo.
Ogni. Cazzo. Di. Giorno.

Dire che detesto la cosa con ogni singola fibra del mio corpo è riduttivo. Ed incomincia tutto con quel fottutissimo odore di smog.

Ma non questa mattina.
Non oggi.

La sveglia mi trapana le orecchie mentre mi strofino gli occhi ed inspiro profondamente.
Ancora e ancora.

Nulla.

Nulla a parte lei.

Il suo profumo sulle mie lenzuola è così forte che non riesco a sentire altro.
Non lo smog, non il traffico, e non il calore delle lenzuola.
Non registro nemmeno il familiare discontento per la monotonia che affligge le mie giornate.

Scatto a sedere in un riflesso quasi inconscio, ma lei non c'è.

Sbatto ancora gli occhi, li strofino, poi mi passo una mano tra i capelli, finendo per tirarli in preda alla frustrazione.

Prima ancora di rendermene conto ho una sigaretta accesa in bocca e fumo premendo le labbra sul filtro come un morto di fame, mentre marcio avanti e indietro per la mia stanza.

The Red Thread.Where stories live. Discover now