𝟑. 𝐏𝐑𝐄𝐓𝐈 𝐄 𝐓𝐀𝐂𝐂𝐇𝐈𝐍𝐈

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"...e noi vogliamo che tu sappia che i tuoi amici sono i benvenuti in questa casa. Davvero, Ethan. Io e Peige vorremmo che tu capissi..."

Arthur mi sta facendo una sorta di monologo, mentre sua moglie annuisce ad ogni parola che dice.

Mi ha praticamente placcato appena è entrato in casa, dicendomi che voleva fare due chiacchiere.
Ma a me chiacchierare non è mai piaciuto.

Non mi dirà nulla che io non abbia già sentito.
Così non va bene, Ethan.
Non hai obiettivi, Ethan.
Sei un fallito, Ethan.
Devi coltivare delle passioni, Ethan.
Fanculo. È tutta la vita che me lo sento ripetere dagli insegnanti, ma dovermi subire queste moine a casa è perfino peggio.

Mi chiedo quanto tempo ci vorrà perché questi due si rendano finalmente conto che sono un caso perso. Che tutte quelle storie sul povero ragazzo di periferia che si rifà una vita e si rivela un cazzo di genio sono solo questo. Storie.
Nel mondo vero non funziona così.
Nel mondo vero i pezzenti come me sono fortunati se non finiscono ammazzati, o in galera.

Ma questa gente vive sotto una campana di vetro. Chiusa in un bel mondo fatato, dove tutto è possibile se solo ci si impegna.
Facile per loro dirlo, con milioni di dollari sul conto bancario.

"...è importante che tu ti senta a tuo agio, ma devi anche capire che ci devono essere dei limiti..."

Limiti. Lunedì notte li avevo decisamente superati.
Sapevo che avremmo avuto questo discorsetto prima o poi, ma ciò non lo rende meno tedioso.

Arriccio le labbra e annuisco di tanto in tanto, così sembra che li stia ascoltando, poi stacco il cervello. Fisso due mosche che amoreggiano sul tappeto.
Cosa comunque più interessante dei discorsi insensati di questi due.

Mi chiedo se le mosche abbiano un rituale di corteggiamento. Tipo che il maschio mostra alla femmina il cumulo di merda più grosso che trova per conquistarla.

"...per questo prendere la patente sarebbe utile e sensato alla tua età..."

Decido che è poco probabile, perché le mosche hanno il cervello piccolo.
Non penso che gli insetti abbiano rituali per l'accoppiamento come altri animali.

Però, pensandoci meglio, le femmine di mantide religiosa mangiano la testa del maschio dopo esserselo scopate.
È un rituale di accoppiamento quello.
E sono pur sempre insetti.

"...le attività extracurricolari sono importanti, aprono molte porte quando si tratta della scelta del college..."

Nessun rituale di accoppiamento è comunque più imbarazzante di quello umano.
Detesto tutta quella parte iniziale, dove si deve parlare, e conoscersi, e uscire.
Inutile. Ecco cos'è.
Nessuno si presenta mai per com'è realmente. Motivo per cui trovi molto più oneste le cose da una botta e via.
Ci si vede.
C'è attrazione fisica.
Fine.
Semplice, no?
Ma a quanto pare a tutti qui piace complicarsi la vita, con la ridicola convinzione che l'impegnarsi cambi qualcosa.
Non è così. Porta solo alla delusione delle proprie aspettative.

The Red Thread.Where stories live. Discover now