11 • Spietato Come Il Mondo

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Le ultime due settimane sono state un continuo tumulto interiore per me

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Le ultime due settimane sono state un continuo tumulto interiore per me. Un vortice di pensieri e domande a cui non ho trovato risposta, mentre tutto ciò che mi circondava e che mi era sempre stato familiare cominciava pian piano a mutare.

Quegli stramaledettissimi Rowan.

Con i loro soldi sporchi e la loro ossessione per il potere si erano infiltrati tra la mia gente, e ci avevano stravolto l'esistenza. Avevo visto gli altri membri del mio branco prendere confidenza con l'idea di lavorare per una gang, le loro riflessioni trasformarsi in decisioni e la confusione diventare eccitazione. Mentre io ero sempre più convinto che questa sorta di alleanza fosse una pessima idea.

Non era neanche tanto il lavoro sporco a spaventarmi, quanto la consapevolezza di dover essere fedele a qualcuno di tanto lontano dal mio mondo e di tanto spietato.

Sapevo bene di non potermi ritenere un uomo completamente libero ma, mettendomi al servizio di un boss mafioso, le catene ai polsi sarebbero state senza dubbio più strette ed evidenti.

Peccato che nessuno sembrava pensarla come me. Alcuni dei ragazzi con cui sono cresciuto avevano già iniziato a fornire protezione ai Rowan. Io, finora, mi sono rifiutato e ho continuato a racimolare un po' di denaro tramite i combattimenti.

A voler essere sincero, per questa settimana non ne posso più di farmi prendere a pugni però.

Ad ogni modo, la verità è che non sono abituato al cambiamento. E mi ritrovo in una fase in cui sono consapevole che sta per cambiare ogni cosa, intorno a me.

Io posso soltanto decidere se restare la stessa persona, anche se più niente è uguale a prima, o se cambiare pelle insieme a tutto il resto.

Dio, la mia testa era un frullatore perennemente in azione da qualcosa come quindici giorni.

Avevo decisamente bisogno di staccare, di premere il tasto stand-by, e non conoscevo opzione migliore che raggiungere Skye per dimenticare per un paio d'ore l'alta marea che stava travolgendo la mia vita.

Arrivo al circo poco prima che finisca lo spettacolo. Resto seduto sulla sella della moto, mi stringo il giubbotto di pelle addosso perché oggi l'aria è parecchio fredda, e mi accendo una sigaretta.

Intanto che le famiglie si riversano fuori dal tendone come uno sciame di api diretto verso l'alveare, mi viene un'idea. Piuttosto che attendere che Skye mi raggiunga, potrei entrare a cercarla così che, vedendoci insieme, lei possa far ingelosire quella stronza della sua amica.

E questo sarebbe anche il mio modo di colpire Heidi per averle messo le mani addosso.

Non mi importa di quanto io possa apparire ipocrita in questo momento, considerato che uno schiaffo è ben lontano dal tipo di violenza con cui mi relaziono. So per certo che Skye non lo meritava.

E, grazie alle giornate trascorse tra i banchi di scuola, so per certo anche che le ragazze ci vanno a nozze con questo tipo di giochetti. Che per affondare una di loro non devi prendertela con il corpo, ma con la mente e i sentimenti.

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