10 • La Tua Esibizione Era La Migliore Di Tutte

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La mia intolleranza verso Heidi ha raggiunto livelli così elevati, che non voglio neppure più respirare la sua stessa aria e rischiare di incrociare il suo sguardo finché mi sarà possibile

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La mia intolleranza verso Heidi ha raggiunto livelli così elevati, che non voglio neppure più respirare la sua stessa aria e rischiare di incrociare il suo sguardo finché mi sarà possibile. Piuttosto che truccarmi nel camerino delle ragazze, aspetto che quello dei ragazzi si svuoti e poi mi ci infilo dentro con il mio zaino. Comincio a truccarmi, evitando disegni troppo elaborati nonostante abbia abbastanza tempo perché sono sempre l'ultima ad esibirmi.

Sto applicando un rossetto rosso sulle labbra quando Justin entra e, trovandomi seduta al suo posto, sobbalza dallo spavento.

«Cristo, Skye. Pensavo che non ci fosse nessuno. Guarda che hai sbagliato camerino».

«Non ho sbagliato, sono venuta qui di proposito. Nel mio c'era una vipera» borbotto.

«Cosa? Stai scherzando? Che orrore, hai già avvisato qualcuno? Come diavolo c'è finito un serpente qui dentro?»

Prima di chiarire il malinteso mi volto nella sua direzione e metto su un broncio da bambina.

«Veramente parlavo di Heidi» spiego.

Justin aggrotta le sopracciglia e poi scoppia a ridere. «Beh, ci vai giù pesante. Vi odiate fino a questo punto adesso?»

Reprimo una smorfia e torno a guardare nello specchio per applicare una fila di strass accanto agli occhi. Ogni tanto riesco a confidarmi con Justin quando mi capita una giornata difficile e lui mi sprona a sfogarmi, ma non abbiamo mai approfondito la questione "Heidi". Considerato che è anche una sua collega, non mi sembra giusto; ciò però non toglie il fatto che si sarà di certo accorto di come il nostro rapporto si sia andato sempre più deteriorando.

«Ecco perché nelle ultime settimane mi prende in ostaggio di continuo, e mi tocca sorbirmi le sue chiacchiere, non ha più la sua cara amica a cui riempire la testa di idiozie. Adesso ha una nuova ossessione, lo sapevi? Si è infatuata di un motociclista con cui ci ha dato dentro una notte al bar dove lavora».

Il sorso d'acqua che sto bevendo mi va all'istante di traverso.

Il motociclista di cui parla non può che essere Ares -oh, com'è piccola Detroit, eh?

Il che mi fa inevitabilmente pensare all'ultima volta che l'ho visto, al biglietto che gli ho regalato e che non ha usato, e al fatto che per una volta, poco prima dell'esibizione, non appena ho fatto il mio ingresso nell'arena, mi sono soffermata a scandagliare il pubblico alla ricerca di un viso familiare.

Quel viso tra la folla non l'ho trovato, e lui non c'era neppure fuori dal tendone, pronto a darmi il solito passaggio a casa.

O gli era successo qualcosa che gli aveva impedito di venire, o si era già stancato di questo giochetto.

Entrambe le possibilità potevano essere vere in egual misura.

«Ehi, Skye. È meglio se ti avvicini all'arena, Joy si sta esibendo e dopo tocca a te».

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