6 • Bella Come Le Cose Fuori Dalla Mia Portata

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Ogni tanto, in ventotto anni di vita, me lo sono concesso di chiedermi che diavolo stessi facendo

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Ogni tanto, in ventotto anni di vita, me lo sono concesso di chiedermi che diavolo stessi facendo.

Ma quella domanda, nella mia testa, non è mai stata tanto prepotente e ingombrante come oggi pomeriggio.

Presentarmi al circo per dare un passaggio a quella ragazza era un azzardo, e lo sapevo bene, eppure ero anche abituato a seguire le voglie più sfrenate e a non rimuginarci su più di tanto.

Mi stavo annoiando sul serio oggi, e avevo comunque in programma di fare un giro in moto. Ma c'era qualcosa che volevo ancora di più di quel giro in moto.

Rivedere lei.

Perché, se le strade del centro abitato di Detroit mi riempivano gli occhi di qualcos'altro, parlare con Skye riempiva anche la mia mente di qualcos'altro. Nonostante al contempo stava facendo nascere dentro di me una sorta di inadeguatezza a cui non ero solito prestare attenzione.

Non sapevo come comportarmi in sua presenza, procedevo a tentoni.

Cercavo di non spaventarla, di non allontanarla ulteriormente, e volevo soltanto... La sua compagnia.

Una compagnia normale. E l'effetto di sentirmi solo un ragazzo che parla con una ragazza.

Mi faceva sentire leggero.

E poi mi riempiva con nuovi carichi.

Mi chiedevo di preciso che idea si fosse fatta di me. Quali ipotesi avesse elaborato la sua testolina studiando i miei vestiti, il mio aspetto un po' selvaggio e in tutta probabilità diverso da chiunque altro avesse mai frequentato.

Qualcosa del sottoscritto le dava fastidio? I miei modi erano troppo irruenti, diversi, anomali?

Aveva ammesso che farmi trovare fuori dal luogo in cui mi aveva detto di lavorare solo per darle un passaggio era stato strano. E io mi ero sentito un po' rifiutato.

Una sensazione che veniva a galla di rado, ed esclusivamente se mi soffermavo a pensare di essere stato abbandonato sul ciglio della strada a pochi giorni di vita dai miei stessi genitori.

Quel disagio verso me stesso durava poco però, perché perlopiù poi provavo rabbia e basta.

Forse avrei dovuto darci un taglio con Skye, ma con lei emergeva una parte diversa di me. La stessa che voleva venire fuori quando leggevo.

C'erano dei lati del sottoscritto, mi rendevo conto, che con la mia famiglia dovevo sopprimere.

Ma cominciare a liberarli era stato bello. Poter esplorare altre sfaccettature del mio spirito era stato illuminante.

In più, ero abituato a legami intessuti con fili fatti di senso di protezione e lealtà, e considerato che la prima volta che avevo visto quella ragazza lei era venuta in mio soccorso, e che subito dopo io avevo protetto lei, quel senso di protezione si era creato un po' anche con Skye.

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