Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 25

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Marleen, una ragazza di un anno più grande che si era interessata a lui dopo averlo visto al parchetto nel retro della scuola, gli aveva detto che le piaceva e Isaac si era aggrappato a quello, ignorando tutti i segnali negativi di quella relazione, per poter superare quella profonda depressione che tutti continuavano a trascurare. Aveva usato quella ragazza per poter stare fuori di casa più tempo possibile e, a un certo punto della sua vita, credette di essere ossessionato da lei, di amarla più di qualsiasi altra cosa e lei, compiaciuta, non faceva altro che alimentare quei pensieri.

Lo baciava, gli teneva la mano, fumava con lui. Passò un anno e divennero i ragazzi più grandi, ma grande assume un significato diverso in ogni periodo della vita e loro che si consideravano grandi avevano soltanto tredici anni. Loro che si consideravano grandi avevano iniziato a parlare con quelli del liceo, o meglio Marleen lo fece, Isaac stava in silenzio e le teneva una mano sul fianco come piaceva a lei.

A Noel non piaceva Marleen e un giorno litigarono per questo. Isaac era uscito da casa sua sbattendo la porta, ripromettendosi che non l'avrebbe mai più rivisto, ma il giorno dopo Noel si ripresentò davanti al cancello della sua scuola con un sorriso storto sulle labbra e bastò una scrollata di spalle per sistemare tutto.

In prima superiore Isaac teneva il coltello di suo padre nelle tasche delle felpe, avevano iniziato a chiamarlo Dagger e ad avere paura di lui. Marleen, che continuava a parlare con i ragazzi più grandi, iniziò a esplorare quel mondo per lui strano e imbarazzante della sessualità. Lo baciava con la lingua, adesso, gli chiedeva di nascondersi in bagno con lei e lo toccava. Provò piacere, Isaac, con le sue mani, ma la puzza del bagno, gli insulti scritti con pennarello indelebile e gli specchi sporchi, non facevano che nausearlo.

Marleen allora lo portò a casa sua, un giorno del secondo anno e per lei, ormai, del terzo. Era gennaio, Isaac lo ricordava perché aveva avuto soltanto una felpa a coprirlo dal freddo. Lo portò in camera sua, accese la tv su un film che sapevano entrambi non avrebbero guardato e fecero l'amore. Anche se, fare l'amore, non fu esattamente il termine adatto con il quale Isaac decise di descriverlo.

Fu quasi disastroso, nessuno dei due sapeva come muoversi, fin quando non divenne quasi automatico come se fosse stato un istinto che tenevano dentro. Ricordò di aver visto del sangue, di essersi preoccupato di starle facendo male, ma Marleen continuò a chiedergli di muoversi e lui lo fece.

Erano piccoli - quindici anni - per perdere la verginità, eppure pensavano di essere ormai più grandi dei ragazzi del primo o delle medie.

«Ho fatto sesso con Marleen.», disse Isaac il giorno dopo ai suoi amici. Calò il silenzio.

Era sulla sedia della cucina di Noel con i piedi sulla larga seduta e stava nascondendo le mani dentro le maniche larghe della felpa, teneva il cappuccio sulla testa e le braccia strette sullo stomaco. Noel lo guardò in silenzio perché era l'unico a sapere, l'unico a sapere di ciò che gli faceva la madre, l'unico a sapere di ciò che nascondeva il tessuto nero della felpa o la natura di quell'eterno rossore sulle rime palpebrali che gli stancava lo sguardo.

«Wo!», esclamò Mitch addentando uno dei panini che Hunter e Noel avevano provato ad assemblare per merenda.

«Ehm...Come ti senti?», chiese Hunter lanciando una veloce occhiata a Noel che al suo fianco non aveva smesso di fissare Isaac. Isaac scrollò le spalle, come al solito.

«È stato bello.», mentì.

Noel sospirò e poi si voltò verso Hunter. Isaac aveva notato già da un po' il modo in cui i suoi occhi azzurri sembravano ammorbidirsi quando lo guardava, aveva notato come il tono di voce cambiava quando gli parlava, sembrava più calmo, la sua voce era più sottile come se avesse paura di romperlo urlando come al solito.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora