Capitolo 25

Depuis le début
                                    

Era da quando era venuta sulla mia faccia che non la vedevo, ed era passata quasi una settimana. Ma non mi ero ancora dimenticato il suo sapore.

«No, perchè?»

«Oh. Non so...è sparita questa mattina all'alba.» Disse e muoveva le mani e spostava gli occhi su me e Chen in modo nervoso.

«Non avete provato a chiamarla?» Domandò Chen.

«Questa è la cosa strana: ha lasciato il telefono a casa.» Al nostro silenzio, lei proseguì. «Ma forse ci stiamo solo pensando troppo. Scusate ancora.»

Entrai in macchina con una strana sensazione allo stomaco.

«Stai tenendo sotto controllo il numero?» Domandai, ingranando la marcia.

«Si. Dopo quella chiamata, non l'ha più contattata.» Rispose.

Sapevo fosse sbagliato ma ormai quella soglia l'avevo superata da un pezzo. Le abilità informatiche e da hacker di Chen iniziarono ad esserci utili a capodanno, e così facendo avevamo scoperto di un messaggio "buon anno, sorellina". Non potevo crederci che quel ladruncolo del cazzo avesse ragione, suo fratello era vivo. Avevo ordinato a Chen di tenere monitorato quel numero di telefono e avevamo scoperto che l'aveva anche chiamata e lei aveva risposto.

«Dici che si è incontrato con lui?» Domandò.

Inspirai e strinsi il volante. «Non lo so ma è strano che sia sparita così.»

Non credevo le fosse successo qualcosa. Aveva lasciato il telefono a casa perciò sapeva quello che stava facendo, però, perchè farlo? Quello era strano. Che fosse con Jace lo reputavo impossibile, era tornato a Boston e l'avrei saputo se avesse messo piede ancora qui, cosa che ero certo avrebbe fatto molto presto. Questo pensiero mi fece innervosire. Cazzo, avrei dato qualsiasi cosa pur di prenderlo a pugni in faccia.

Parcheggiai di fronte alla confraternita e spensi il motore con un gesto gesto.

«Senti, devo dirti una cosa.» Tamburellai le dita sul volante.

«Chi cazzo hai messo incinta?»

«Cosa?» Lo guardai allibito. «Nessuna. Perchè cazzo l'hai pensato?»

Alzò le spalle. «Cosa ci può essere di peggio?»

Continuai a guardarlo accigliato.

«Dai, spara. Che hai fatto?»

«Prima devi promettermi che questa cosa rimarrà tra me e te.»

Sollevò il braccio col mignolo alzato. «Giurin giurello?»

«Sto parlando sul serio, coglione.»

«Si, va bene. Parla, ora.»

Dovevo strappare il cerotto e accettare le conseguenze.

«Jace lo sa.»

La spensieratezza di poco fa sparì sul suo volto. «Cosa sa?»

Aprii la bocca per rispondere ma non riuscii a dirlo.

«Seth, che cazzo sa?» Sibilò.

Mi pizzicai il naso e guardai altrove. «Lo sa. L'ha capito.»

«Mi stai prendendo per il culo?»

Era incazzato, molto. E lo capivo. Lo ero anche io.

«No.» Dissi piano. «Alla festa, è venuto a parlarmi.»

«Cazzo...» Inspirò e poi sbattè una mano sul cruscotto. «Cazzo!»

«Senti--»

«No, Seth. Porca puttana, questo non va bene. Non va affatto--»

Avenging AngelsOù les histoires vivent. Découvrez maintenant