8. Il suo centro di gravità

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«Ma dove stiamo andando ora?» a parlare era una Koraline spazientita. Fu Cal a ribadirle «Verso l'elicottero che speriamo di ritrovare. Ma dubito che non noteranno prima il nostro camper» lo vide arricciare le labbra in disgusto perlustrando un ultima volta il veicolo rubato, appoggiò infine il mento sul palmo della mano e si rivolse esclusivamente al finestrino che aveva di lato.

Un elicottero invece sarebbe passato inosservato. La schernì la sua mente.

«Dobbiamo trovare la strada verso Nuova Capitale» sentenziò Skye e quando gli occhi di tutti si posarono su di lei, aggiunse in fretta «È stato lì dove tutto ha avuto inizio. Dovremmo pur trovare qualche indizio su dove si trovino tutti gli altri» Koraline scosse il capo e la corresse «No. È stato lì dove tutti sono morti» chiarì e percepì astio nella sua voce. Sapeva che non era rivolto a lei, perché era stato lì che aveva visto per l'ultima volta i suoi fratelli.
«Credimi, non è rimasto più niente lì» George l'appoggiò scuotendo il capo rassegnato. Guardò truce il suo amico incenerendolo sul posto, ma quando vide la sua espressione mentre osservava la dama dallo specchietto retrovisore, si domandò se in realtà si fosse affezionato a Koraline e non era disposto ad ammetterlo.
«Ma se proprio tieni ad andarci, non credo che faremo difficoltà a trovare la via, il problema è che dubito sia priva di militari» indicò con il grosso dito un punto in lontananza oltre il parabrezza. Seguì quella rotta e si alzò, facendo qualche passo per vedere meglio ciò che stava indicando. Nonostante i forti scossoni del camper che aveva iniziato a marciare sopra alla sabbia dissestata, riuscì presto a mettere a fuoco una nuvola di fumo nero che si ereggeva fin sopra al cielo nuvoloso. «Cos'è?» si incupì. Koraline la delucidò, incrociando le braccia al petto, disse «Dopo la battaglia, prima che riuscissimo a scappare via, Nuova Capitale ha bruciato per giorni. Ora sappiamo che ha continuato a bruciare per settimane» precisò.
«Non credo sia una buona idea andare lì» bofonchiò Cal e George rise divertito.
«Oh amico mio, te ne rendi conto soltanto ora? Qui non è una buona idea andare da nessuna parte» Cal, che aveva appena parlato, chiuse di scatto la bocca e deglutì rumorosamente.
«E l'elicottero?» bofonchiò ricordando il piano e ripassandoselo più volte sottovoce.
«Potremmo dividerci» consigliò George sollevando subito le proteste degli altri due.
«Zitti e ascoltatemi» ruggì spazientito contro l'inutile chiacchiericcio di protesta che si sollevò. Quando ottenne la loro concentrazione, spiegò «Questo camper non potrà mai entrare nella Nuova Capitale. Né possiamo sperare di lasciarlo. Ci tornerà molto utile per scappare» Cal fece un verso frustato «E cosa proponi allora?» come se ascoltare il soldato parlare non gli piacesse affatto. Skye conosceva quell'espressione, gliel'aveva vista dipinta in viso una moltitudine di volte da bambini, quella era la faccia che faceva ogni volta che Cal era imbronciato con il fratello maggiore quando lo costringevano a fare una cosa che proprio non gli andava di fare.
«Propongo di fare due squadre. Una in cui io e Skye cerchiamo l'elicottero, mirando infine alla Nuova Capitale, e l'alta in cui voi due guidate questo coso, provando a rimanere al di fuori della città. Vi converrà trovare un posto strategico dove nascondervi, ci servirete per scappare via dalla Capitale» quando il soldato guardò di nuovo la dama attraverso lo specchietto, le venne di nuovo il dubbio che infondo lo stava facendo di proposito. Forse voleva tenerla lontana da quello che molto probabilmente era il luogo dove giacevano ancora stesi a terra i suoi fratelli, nonché salvatori ormai.
«No!» risposero in coro i suoi amici mentre lei affermò in contemporanea «Sono d'accordo» Koraline e Cal si voltarono di scatto verso di lei, fissandola con uno sguardo truce che avrebbe impalato vivo chiunque.
«Siamo già in svantaggio numerico, per non parlare delle pochissime possibilità che abbiamo di farcela. Come pretendi che separati possiamo rendere di più?» argomentò Cal provando a farla ragionare.
«Ha ragione George, abbiamo bisogno di ogni mezzo disponibile, perdere questo camper non è un'opzione» replicò facendo ondeggiare la testa da una parte all'altra.
«Rischiereste di morire» sottolineò Cal e Skye sollevò le spalle in un gesto incurante.
«Se è per questo stiamo rischiando di morire anche in questo preciso momento» decretò chiuso il discorso indietreggiando e andandosi a sedere sul letto.
«Skye! non permetterò che voi andiate lì da soli» riprese l'argomento Koraline, provando a nascondere inutilmente la voce stridula e ferita. Segno di un pianto imminente. Era più scossa di quello che lasciava a vedere e non l'aveva mai vista cosi ostile.
La guardò dal basso verso l'alto, era ovvio che neanche lei desiderasse perderla di nuovo, ma non c'erano altre alternative. Non quando i loro amici erano lì, da qualche parte che attendevano di essere salvati.
Anche per Koraline, Skye era l'unica cosa che le restava al momento di casa sua. Per questo capì che non l'avrebbe mai lasciata andare senza opporre resistenza. Per questo motivo si rammaricò quando le mormorò a denti stretti «Invece lo permetterai. Ti ricordo che io e George siamo due soldati, voi no. Ci sareste solo da intralcio» ringhiò. Colpita la dama si portò una mano sul petto, come se avesse potuto evitare la fitta al cuore che aveva provato nel sentirle dire quelle parole. «Non mi interessa ciò che dici. Io vengo con te» incalzò con uno sguardo determinato che rare volte gli aveva visto.
«Non mi saresti utile ma qui in questo camper invece si!» Koraline fece una risata amara e sferzante prima di risponderle «Qui al sicuro vorrai dire» Skye esaurì la pazienza, sottovoce bisbigliò «Pensi davvero questo? Che io voglia solo tenervi al sicuro?!» certo, quella era sicuramente gran parte della verità. Ma non l'unico motivo per cui sia lei che George si stavano opponendo cosi fermamente.
«Noi non siamo mai stati al sicuro! Da nessuna parte! Non lo eravamo alla tenuta, non lo eravamo al Palazzo e non lo siamo nemmeno in questo momento! Non credere che standovene in questo camper, voi non rischiate la vostra cazzo di vita!» sbottò rilasciando un po' di quella rabbia repressa che si accendeva alla minima miccia flebile di fuoco. Koraline sembrò rimpicciolire sotto al suo tono.
«Ma io...» provò ad obiettare ma Cal giunse dietro di loro, inaspettatamente afferrò dolcemente per le spalle la sua amica, costringendola a voltarsi verso di lui con una delicatezza tale che a stento riconosceva.
Come sempre l'amico dimostrò la sua dote innata di sapere sempre cosa dire o fare al momento giusto. «Non temere, Skye è in gamba. Qui ci sarò io a proteggerti» la confortò. La sua dama scosse con vigore il capo mentre una lacrima le ricadeva lungo la guancia diventata color porpora. Odiava vederla piangere soprattutto sapendo che quella volta la causa era lei. «Non è di me che mi preoccupo» alzò la testa da una spalla per lanciarle un'ultima occhiata.

REVENGEWhere stories live. Discover now