Capitolo 18

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Anche la seconda settimana di Aprile stava per giungere al termine, ed era da cinque giorni che non facevo altro se non pensare continuamente a Matteo e a desiderare di stare tutti i giorni insieme a lui, e di ciò non riuscivo a capacitarmene. Tutto stava procedendo per il meglio: lui era sempre quel ragazzo dolce e premuroso, e io invece ero sempre la solita...ma con l'aggiunta di un briciolo di dolcezza nei suoi confronti. L'unica cosa che non mi piaceva di quella situazione era il fatto che avessi perso quella minima amicizia che dopo tanto ero riuscita ad avere con Davide. Mi evitata ogni volta che ci incontravamo dentro e fuori scuola, e non potevo negare il fatto che ci fossi rimasta male, perché avrei detto una bugia bella e buona. Durante quel lasso di tempo gli mandai un sacco di messaggi e provai a parlargli durante i corsi che avevamo in comune, ma in entrambi i casi non mi prestava la minima attenzione, e ogni giorno sentivo sempre di più i pezzi del mio cuore andare in frantumi, anche se non lo ammisi a nessuno, nemmeno a me stessa. Anche se continuai ad affrontare quella situazione covando dentro di me la speranza che lui si stesse comportando in quel modo a malincuore, rassicurandomi al tempo stesso che la nostra amicizia non era perduta.  

<<Ma ti rendi conto che hai rinunciato al Dio greco della scuola, che per giunta vorrebbero avere tutte le ragazze di questa maledetta cittadina, per metterti con quel...coso?!>>. Ed ecco che venni riportata alla realtà nel sentire Ange che si lamentava dall'altra parte del telefono. Visto che quel giorno non ci sarebbe stata per via che doveva andare a vedere i suoi nonni, decisi di chiamarla per stare un po' con lei prima di dirigermi a scuola. Alzai gli occhi al cielo e con un sospiro presi il telefono che avevo poggiato sulla scrivania, dicendole: <<Smettila. Lo sai bene che a me Davide non è mai interessato, invece con Matteo è stato diverso dal giorno in cui ci siamo incontrati. Quindi cerca di essere felice per me, anche se l'idea di sapermi con lui ti fa ribrezzo>> dissi, riposando il telefono sulla scrivania per potermi mettere la felpa. In quel momento sentii che fece uno sbuffo, facendomi scappare una risata. Sapevo che non avrebbe mai accettato la mia relazione, ma doveva farsene una ragione, perché ero sicura al novanta per cento che non sarebbe finita tanto presto. Quando pensai che avesse finito di elencarmi i motivi per cui secondo lei io non dovevo stare con Matteo fece appello a delle parole che le dissi diverso tempo fa, e che in verità dissi anche a Rosa quando mi trovavo ancora a Magical City. <<Inoltre cara mia, tu hai sempre detto che per te l'amore rovina le persone, che non ti saresti mai fidanzata perché non volevi fare la loro fine, quindi tutte queste belle parole dove sono andate a finire?>>. Se prestavo attenzione solo al discorso in sé non aveva poi tutti i torti, ma se andavo oltre esso e guardavo dove voleva andare a parare allora no, aveva torto marcio. <<Ange, io quelle cose le penso tutt'ora, non ho cambiato idea solo perché mi sono messa con Matteo, infatti non ne diventerò succube. Ma comprenderai anche che i sentimenti possono spuntare all'improvviso, e rimanendone fregata non puoi farci niente...E poi tu non le hai mai ritenute delle 'belle parole', bensì dicevi che erano uno spregio all'amore, quindi non venirmi a fare la ramanzina solo per il fatto che non approvi la mia relazione. Fattene, una, ragione!>>. E detto ciò riattaccai, lasciando sicuramente di stucco la strega della mia migliore amica.  

Appena arrivai davanti scuola vidi che Matilde, Thomas e Matteo se ne stavano sulla nostra solita panchina, e quando mi videro la mia amica si mise sulle gambe del suo innamorato per darmi modo di sedermi. Subito dopo Matteo mi mise un braccio attorno le spalle per avvicinarmi ancora di più a lui e mi stampò un tenero bacio sulle labbra. Lo guardai, sorridendo a bocca chiusa, e continuai a farlo per cercare di immergermi nei suoi occhi verde smeraldo...ma parve impossibile. Con scetticismo mi allontanai di poco dalla sua figura cercando di non far notare il mio cambio d'umore, per poi chiedere a Matilde di entrare, prendendole la mano e facendole interrompere il suo bacio appassionato. <<Ma si può sapere che ti è preso?>> chiese, vedendo che la stavo trascinando per il corridoio a passo svelto, senza mai fermarmi, facendola anche scontrare con un ragazzo della banda, il quale riuscì a recuperare in fretta la Tuba che stava per cadere a terra. Quando vidi la porta dello sgabuzzino mi ci infilai immediatamente, e dopo aver chiuso la porta mi girai verso Matilde, la quale si stava sistemando la maglietta. <<Aurora, mi puoi dire cortesemente che diavolo di problemi hai? Cavolo, mi sono fatta anche male sbattendo il braccio contro quella maledetta Tuba>>. Avevo le mani sulle tempie cercando di riflettere su quello che era successo. <<Matilde devi dirmi la verità, la più onesta e sincera verità...D'accordo?>> chiesi, prendendo le sue guance. Dopo che annuì lasciai ricadere le mani lungo i fianchi e con un lungo sospiro le dissi: <<Quando ti sei messa insieme a Thomas che sensazioni ti suscitava? Voglio dire, tutt'ora cosa provi quando lo guardi?>>.                                                                                                                                                                                                                                                    <<Oh be', da quando mi sono messa con lui sento continuamente le farfalle nello stomaco, e quando lo guardo mi sembra di vedere il suo amore per me. Potrei osservare i suoi magnifici occhi color nocciola per il resto della mia vita, perché facendolo perdo completamente la cognizione del tempo>> rispose, sognandolo ad occhi aperti mentre ne parlava. Anche io sentivo le farfalle nello stomaco quando stavo con Matteo, ma di certo quando lo guardavo non provavo niente di tutto quello che aveva evidenziato la mia amica, e mi parve molto strano. <<Come mai questa domanda?>>. Il quesito che mi fece mi riportò alla realtà. <<Così, per curiosità>>. Uscite da lì me ne andai verso l'armadietto per poter prendere il quaderno e il libro di letteratura, e quando entrai in classe vidi che il banco di Davide era vuoto. Forse sarebbe entrato in seconda ora. Finita la lezione andai a prendere il necessario per le due ore successive, in modo da non dover fare avanti e indietro fino all'ora di ricreazione. Passate anche quelle due ore mi diressi verso la mensa, e per fortuna quando arrivai vidi che c'era pochissima fila, così attesi il mio turno. Altre tre persone e sarebbe toccato a me finalmente, avevo una fame che morivo, e sinceramente titubavo nella certezza di trovare quello che mi ero prefissata di prendere, ma cercai di rimanere ottimista. Altre due persone, e nel mentre sentii avvicinarsi al mio fianco una persona più alta di me, circa sul metro e settanta, che quando poteva mi rivolgeva lo sguardo, e sapevo perfettamente chi era. Alzai gli occhi verso di lui con le braccia conserte, e con un'alzata di sopracciglio gli dissi: <<Wow, ti rifai vivo vedo. Hai già smesso di evitarmi?>> chiesi, con aria di stupore. Lui alzò un angolo della bocca. <<Andiamo Aurora non essere melodrammatica...>> disse, continuando a guardare in avanti. <<Non lo sono, semplicemente vorrei capire per quale motivo non mi hai più rivolto la parola da dopo la festa>> dissi, distogliendo l'attenzione verso di lui per prendere il vassoio. Quella volta decisi di allontanarmi dal mio amato succo all'albicocca per prendere una bottiglietta d'acqua, dirigendomi successivamente verso il cibo senza far caso a Davide, che stava seguendo ogni mio movimento restandomi sempre accanto. <<Non vedo perché allarmarsi tanto della mia assenza, tanto c'è il tuo caro fidanzatino a riempirti di attenzioni, no?>>. Quell'ultima frase la disse con un tale astio che mi fece venire l'impulso di tirargli un gancio, ma mi trattenni, portando solamente lo sguardo verso di lui. Strinsi di poco gli occhi, chiedendogli: <<Ti dà noia per caso?>>. Non distolse i suoi occhi da me, che nel mentre si erano incupiti. Con un ghigno sul volto mi disse: <<Ma figurati, non mi importa se te la spassi con quel verme. Non mi interessa con chi ti metti...Non mi interessi tu>>. Non mi scomposi per via che era stato fin troppo chiaro, così l'unica cosa che feci fu allungare una mano verso un panino in cui non vi era la presenza di carne all'interno, poggiarlo sul mio vassoio e prendere il più in fretta possibile il portafoglio. Tuttavia venni fermata da Davide, che rimanendo impassibile pagò al posto mio. Non lo ringraziai, e senza degnarlo nemmeno di un misero sguardo andai dai miei amici, mentre lui rimase immobile, andandosi poi a sedere al suo solito tavolo. Verso di esso dopo poco vi sopraggiunsero delle cheerleader sghignazzando come delle oche in calore, e ovviamente quei decerebrati le hanno fatte sedere con la bava alla bocca, ma Davide non ha avuto la stessa reazione. Si è comportato come se non esistessero, continuando a mangiare il suo panino, fino a che non non si è presentata un'altra ragazza alta quasi quanto lui, ben messa, con una carnagione olivastra, i capelli castano chiaro e gli occhi color...ambra. Senza preoccuparsi si mise sulle sue gambe, prendendosi anche un pezzo del suo panino, e lui rimase calmo tenendole una mano sul fianco. La guardai con fare interrogativo chiedendomi dove l'avessi già vista, e poi mi venne tutto a mente. La ragazza che vidi il mese scorso fare la gatta morta in mensa con lui era lei...Ed era sempre lei quella che stava baciando alla festa, al che feci due più due e capii. Lei era Natasha. Ne fui certa nel momento stesso in cui Davide mi guardò portando in su un angolo della bocca, cominciando a baciarla senza vergogna, senza mai smettere di guardarmi. Io al contrario mi girai immediatamente verso gli altri tre che erano intenti a parlare di un argomento a cui non prestavo nemmeno particolare attenzione, perché non mi interessava. La mia testa stava andando in fiamme per il comportamento vergognoso di quel coglione, e fu difficile fare finta di niente. Ma quando suonò la campanella salutai frettolosamente i miei amici, per poi andarmene direttamente in classe. 

La verità nascosta nell'acquaWhere stories live. Discover now