Capitolo 12

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La mattina successiva mi svegliai a un buon orario, vedendolo dall'orologio che si trovava appeso accanto alla scrivania. Controvoglia mi alzai e andai ad aprire l'armadio cercando qualcosa da mettermi, visto che i vestiti indossati fino al giorno prima li avevo messi a lavare. Trovai diverse magliette semplici tutte di colore nero, mentre i pantaloni per mia sfortuna erano tutti di jeans, e mettendo un po' all'aria la stanza trovai anche qualche leggings nero. Decisi di mettermi una di quelle magliette con il collo alto e molto soffice all'interno con dei jeans -anch'essi neri- che mi stavano dando un fastidio e un urto inimmaginabile, tanto che avrei voluto strapparli in tanti piccoli filamenti. Ma quando mi guardai allo specchio mi rilassai vedendo che non mi stavano così male. Le mie curve erano ben accentuate e stranamente mi garbavano le mie gambe, e roteando di poco su me stessa vidi che anche il lato posteriore non era niente male. <<Complimenti ai pantaloni devo dire>>. Quando ebbi finito di atteggiarmi allo specchio andai al bagno per raccogliere i capelli in una mezza coda con un fermaglio nero per dargli un certo ordine. 

Arrivata in cucina non seppi cosa mangiare e alla fine optai per dei semplici cereali alla frutta con lo yogurt...già, il latte non mi piaceva proprio, lo odiavo. Comunque presi la prima ciotola che trovai e ci misi entrambi gli "ingredienti" realizzando una colazione da cinque stelle piene. Mentre mangiavo iniziai a chiedermi cosa avrei potuto fare quel giorno, ma a dir la verità l'unica cosa che volevo fare era trovare uno strumento tecnologico che mi permettesse di vedere quanto era distante Magical City dalla mia cittadina, perché andiamo...tutta quella storia sull'essere stata inghiottita dall'acqua in realtà non era vera, era stato semplicemente un sogno, anche perché tutto quello che ricordavo era molto confuso e vagamente riuscivo a ricordare qualcosa di concreto. Dopo poco venne a sedersi accanto a me Rosa con la caraffa per il succo e qualche biscotto, vedendo poi che indossava un grazioso vestito blu con dei piccoli fiorellini. <<Hai dormito bene?>> chiese, portando dietro il mio orecchio una piccola ciocca di capelli. Fu un gesto così premuroso che mi si sciolse il cuore. <<Molto. Di certo più comodo della panchina. Tua figlia comunque aveva buon gusto in fatto di vestiario, e te lo sta dicendo una persona che ha l'armadio pieno di questo tipo di magliette e pantaloni...anche se preferisco di gran lunga i leggings o i pantaloni della tuta>>. Finito di mangiare andai al lavandino per sciacquare la ciotola, udendo un totale silenzio da parte della donna che avevo dietro le mie spalle. Ma poi parlò. <<A mio parere stai molto bene vestita in questo modo, ti risaltano le forme questi pantaloni...sono perfetti per te>>. Sentii un lieve sospiro prima di girarmi verso di lei, e quando lo feci vidi che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Mi stava guardando ma allo stesso tempo non era così, era come se in me stesse rivedendo un ricordo. Forse stava pensando a sua figlia. In effetti ebbi il presentimento la sera prima proprio riguardo a quello, al fatto che stesse parlando al passato per via che in realtà era morta, altrimenti quale potrebbe essere un'altra spiegazione? <<Rosa...scusa se te lo chiedo in modo così diretto, ma per caso tu parli al passato di tua figlia perché è venuta a mancare? Le è successo qualcosa?>>. Non mi piaceva farmi gli affari degli altri, e in genere ero ben lieta di ciò, ma con lei era diverso. Sentivo dentro di me che Rosa aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicina visto che pareva non avere la compagnia di nessuno, nemmeno di un'amica. E forse in qualche modo cercavo di colmare quel vuoto che le aveva lasciato sua figlia per far venire meno il mio...il vuoto che sentivo ogni giorno da anni. Lei però sembrò accettare con piacere ciò, invitandomi a rimettermi a sedere accanto a lei. Dopo averlo fatto mi prese entrambe le mani con le sue: piccole e con qualche ruga. Mi guardò con i suoi magnifici occhi e io non potei che stringere quel contatto, e quasi all'unisono le sue parole presero vita. <<Cara, mia figlia è ancora viva, ma purtroppo lei non abita più qui, non fa parte di questa cittadina. Di conseguenza è come se non esistesse più per tutti noi...riesci a capirmi?>>. <<In realtà no. Cosa intendi con 'è come se non esistesse più per tutti noi'? Anche se è andata ad abitare in un'altra città lei sarà sempre tua figlia e parte integrante di questa città. Alla fine è la sua casa, e nessuno può sottrarsi da essa>>. Mi guardò come se per lei fossi un fiore delicato da dover proteggere continuamente e con estrema attenzione, oppure come se fossi troppo ingenua per poter capire...ma davvero non riuscivo a dare un senso al discorso. Lei probabilmente si rese conto del modo sconcertato con cui la guardai, emettendo di conseguenza una piccola risata. <<Vedi cara, la nostra cittadina è differente. Quando sei un suo abitante, parte integrante della creazione, allora non puoi andartene, ma devi vivere qui per tutta la vita e restare fedele a chi la popola. Restare fedele a quello che sei. Ma mia figlia non comprese mai a pieno tale significato e cercava di infrangerlo ogni volta che poteva da quando era bambina. Addirittura, quando aveva sedici anni il capo di Magical City la beccò in flagrante, dicendole che era assolutamente proibita l'azione che aveva in mente di compiere, così la rispedì da me. Devo dire che per un periodo sembrava essersi calmata, che avesse finalmente appreso ciò che avevo sempre cercato di spiegarle...ma poi al compiere della maggiore età se ne andò di casa, e io non la rividi mai più. Ebbi la costante paura che le fosse successo qualcosa, ma poi sette anni dopo trovai non tanto distante da qui una lettera, in cui mi disse che si era sposata con l'uomo della sua vita, e con il quale aveva avuto pochi giorni prima una stupenda figlia. Non puoi immaginare la mia gioia. Da quel giorno continuò a mandarmi altre lettere e in alcune vi trovavo anche delle foto, e adesso sto aspettando che me ne mandi un'altra. Vedi Aurora...io ero sempre stata contraria alla sua testardaggine, non la concepivo, e ritenni un tradimento la sua fuga per tutti noi. Ma nemmeno in una realtà parallela avrei mai smesso di considerarla mia figlia>>. Wow. Rimasi scioccata da quello che mi disse. Continuai a non comprendere quello che intendeva e a dir la verità mi sembrava quasi un patto di sangue, ma cercai di non soffermarmi troppo su quel particolare, bensì su sua figlia e l'uomo che aveva sposato. A discapito di quello che si poteva pensare ero un'inguaribile romantica. Amavo le storie d'amore eclatanti, quelle che all'inizio sembravano essere impossibili e completamente inaspettate, ma di certo non volevo viverlo sulla mia pelle. <<Per caso l'uomo di cui si era innamorata lo avevi mai visto prima? Che ne so, magari era il suo amore perduto di quando era ragazza e ti ha fatto vedere qualche foto>>. Ero totalmente immersa nella conversazione, tanto da non rendermi conto che ora fosse e da rendere di poca importanza quello che volevo fare durante quella giornata. <<Esatto, era il ragazzo per cui prese una tremenda cotta quando era ragazza. Lui aveva solo due anni in più di lei e fu l'unico a capirla per davvero, a vedere oltre la facciata che si era costruita. Era intelligente, bello, avventuroso e anche molto timido...su quest'ultima cosa completamente l'opposto di lei. Quindi puoi ben immaginare come si fosse invaghita di lui per cercare di farlo aprire un po' di più, ma essendo che non poteva andarsene si mandavano ogni fine settimana delle lettere. Anche se alcune sere mi venne da pensare che si vedessero di nascosto...>>.                <<Quindi qualche volta era riuscita ad andare via dalla città senza farsi scoprire, furba>>.               <<Già. Ma non lo faceva quasi mai per la costante paura che aveva di essere scoperta, e non tanto da me, quanto per il capo della città. Lui è a conoscenza di ogni nostro spostamento sospetto, ma a lei di certo tale consapevolezza non la fermava. Con lui ebbe il suo primo bacio e da quel momento non fece che pensare costantemente a lui, affermando di volersi costruire una vita insieme all'amore della sua vita...ma purtroppo essendo di due città diverse non era possibile, per entrambi. Tuttavia con la lettera che mi mandò capii che era riuscita ad inseguire la via del suo cuore, non le leggi...ma se devo essere onesta queste ultime non mi interessano più. L'unica cosa che mi fa alzare la mattina e addormentare la sera è di essere consapevole che lei è felice, che sta vivendo la vita che ha sempre voluto per sé stessa con una famiglia che ama>>. Mi dispiaceva il solo fatto che sua figlia non fosse con noi in quel momento per poter sentire le stupende parole d'amore che sua mamma riserbava solo per lei, ma ero sicura che in realtà lo sapesse. 

La verità nascosta nell'acquaWhere stories live. Discover now