Ultimo primo giorno

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Jacob si svegliò di pessimo umore, il tipico umore da inizio settembre .
Si rigirò nel letto cercando di scacciare via gli odiosi impegni che lo attendevano sperando di poter dormire per sempre.

Dopo qualche minuto il ragazzo si decise ad aprire gli occhi e si guardò intorno sconvolto. Nonostante le vacanze fossero appena terminate un caldo sole estivo filtrava dalle spesse tende color verde.

-Jack, hai intenzione di scendere?- fece zia Sammy dal piano di sotto, la voce gracchiante da fumatrice incallita.
-Arrivo...- mugugnò lui  con le mani sulla testa.
Dopo qualche minuto le prime funzioni cerebrali lo portarono a guardare la sveglia.Rimase per qualche secondo in uno stato di tranche grattandosi un fianco mentre tentava di mettere a fuoco i piccoli numeri sullo schermo.

7.45, era mostruosamente in ritardo.

Si alzò di corsa ed infilando un maglione preso a caso dal cassetto ed un paio di jeans raggiunse il piano di sotto dove una donna bassa e sulla cinquantina lo attendeva con le braccia conserte  e lo sguardo stanco.
-Sei in ritardo vero?-
-Già...- fece lui arraffando lo zaino jansport abbandonato ormai da qualche mese.
-Lo sospettavo...nella tasca a sinistra c'è una fetta di torta, mangiala sulla strada.Vuoi un passaggio?-
-No grazie zia, Mary mi aspetta.-
Detto questo aprì la porta e si fiondò fuori di casa.
-Ti voglio bene ciaoooooo- si sentì in lontananza.
-Studia sodo hai capito?!- fu la risposta.

Dietro la alta staccionata bianca una ragazza con i capelli rossi aspettava battendo il piede con impazienza.
-Si può sapere dov'eri ? Siamo in ritardo al nostro ultimo primo giorno!Siamo senior dobbiamo dare il buon esempio!-
Il ragazzo ridacchiò: -Il buon esempio dici?-
Lei gli rispose con uno sguardo dubbioso.

I due cominciarono a correre affannosamente per i prati verso la lunga strada sterrata che li separava dal centro città.

Vivevano a Daygreen una minuscolo paesino sperduto nelle campagne dell'Illinois, uno sputo da 3000 abitanti e con un'età media di cinquant'anni. Nel paesino vicino li attendeva la Grate Field Highschool, l'unica scuola superiore nell'arco di 30 km.
La Grate Field era il tipico istituto sconosciuto, con una preside ridicolmente ambiziosa e di cui l'unico studente ricordato era un ragazzo che una ventina di anni prima aveva vinto le nazionali di Badminton.Il sogno di qualunque studente era lasciare le campagne per fuggire a Chicago, che distava 5 ore in auto ed era venerata come il santo Graal delle città.

Sulla strada i ragazzi scorsero in piccolo furgone sgangherato, un tempo sicuramente azzurro, ora color ruggine.
-Oh menomale!- fece Mary mentre agitava il braccio per attirare l'attenzione dal guidatore.
-Salve signor Smith, è diretto al mercato? Perché ci servirebbe un passaggio- disse ansimante quando il piccolo veicolo si era fermato.

-Certamente ragazzi, ma salite sul retro così tenete d'occhio le arance che la strada è piena di dossi- le rispose un uomo con due grandi baffoni a manubrio e lo sguardo gentile.
I due non se lo fecero ripetere due volte e montati con le gambe a penzoloni, si aggrapparono alle casse di legno colme di arance profumate.

-A questa velocità forse non ci faremo espellere il primo giorno di scuola- fece Jacob con un sorriso, mentre sistemava il ciuffo di capelli castano scuro ancora scompigliato dalla dormita.

- Oh non essere drammatico per la miseria- gli rispose Mary sbuffando: -Siamo solo LEGGERMENTE non in anticipo, niente di grave-

Mary è Jacob erano amici da sempre, o perlomeno da quando Jacob avesse memoria.Lei era per lui come una sorella.
Fin da piccoli passavano tutti i pomeriggi insieme, girando per i prati o disegnando bozzetti in giardino, lei non era mai cambiata e lui la adorava per questo.
Entrambi avevano una grande passione per l'arte e per i film, anche essi argomenti delle loro solite uscite.
Nessuno dei due era particolarmente popolare ma ad entrambi non era mai interessato: apprezzavano entrambi la compagnia dell'altro e questo bastava ed avanzava.

-Per caso hai con te uno specchietto?- chiese lui mentre continuava a sistemarsi i capelli.
-Ovviamente- disse lei porgendogli un piccolo oggetto rosa di forma rotonda.
Nel riflesso Jacob vide un ragazzo con la pelle color argilla ed un mucchio di indisciplinati ciuffi scuri rasati ai lati che ricadevano mesti sul volto leggermente allungato.Il naso lungo e le sopracciglia curate donavano al viso una certa simmetria mentre sull'angolo della mascella un leggerissimo spruzzo di barba si mescolava con un bel po' di brufoli.

-Hai finito di ammirarti Stephanie Seymour?-
Gli disse lei ridacchiando.

Il ragazzo le restituì lo specchio ed un piccolo spintone. I due continuarono a scherzare prima di balzare giù dal camioncino.

Davanti a loro c'era un edificio piuttosto grande pullulante di ragazzi impegnati a chiacchierare, sul muro bianco alternato da mattoni uno striscione turchese recitava: "benvenuti, studenti 1997" in lettere color arancione.

Il cortile era diviso in gruppetti, ragazze popolari ed atleti a destra, nerd e secchioni a sinistra, ragazzi del primo anno in fondo eccetera.
-Guarda sono già tutti in branchi- fece Jacob alzando un sopracciglio.
-Si preparano a litigare per il predominio della giungla- aggiunse Mary.

Al suonare della campanella tutti si fiondarono dentro nel disperato tentativo di conquistare l'ultima fila di banchi nelle varie aule.

-Che ora ci aspetta?- chiese Mary schivando un ragazzo, che correndo a perdifiato la aveva quasi investita.
-La stupidissima biologia- fece Jacob sbuffando e schivando un altro ragazzo.
Trascinando i piedi i due si diressero nell'aula 56c dove ormai li attendeva la prima fila.

Sedettero al banco e si guardarono intorno:non conoscevano quasi nessuno....tanto meglio.

La professoressa Simmons entrò con passo pesante nell'aula: somigliava molto ad una vecchia prugna e anche caratterialmente non era adorabile.
La classe si zittì quasi subito ma la vecchia professoressa sentì comunque il bisogno di tirare un pugno sulla cattedra per attirare l'attenzione.

Nel silenzio imbarazzato la Simmons tirò fuori dalla borsa color mogano un polveroso quadernone e dopo aver sistemato gli occhialetti sul naso adunco cominciò a scorrere con il dito l'elenco dei partecipanti al corso.

Cominciò dunque a fare l'appello, riservando un simpatico commento ed un occhiataccia ad ogni nome.
-Katie Aster, speriamo nel nel trimeste tu ti decida a prestare attenzione-
-Jason Boice, neanche quest'anno siamo riusciti ad imparare il dress code della scuola.-
La cosa andò avanti per qualche minuto.

-Mary Years, quest'anno abbiamo intenzione di studiare?- chiese gracchiando.
Mary arrossì a chiazze: -S-Si professoressa-
Lei grugnì con dissenso riprendendo il lancinante appello.
-E per ultimo....Jacob Rocks....anche quest'anno-
Disse scuotendo la testa.
Senza aggiungere niente chiuse il registro con un tonfo che svegliò la classe annoiata dall'interminabile monologo.Cominciò quindi a spiegare a nuova lezione, forse l'argomento era la gemmazione, nessuno ne era certo, era troppo noioso.

La campanella suonò come un angelo mandato dal cielo mentre i ragazzi si affrettavano a fuggire dall'aula.

-La Simmons, che donna adorabile-fece Jacob
Mary ridacchiò.

La giornata proseguì estremamente piano, le ore erano noiose e né professori né studenti erano dell'Idea di rallegrarle.

Una volta terminata la mattinata ogni studente si mise in coda per conquistare la scheda con l'orario delle lezioni.
-Allora...- fece Mary annoiata dopo avere constatato che avevano davanti a loro ancora un'oretta di fila: -Che attività hai scelto?-
-Attività?- fece Jacob confuso:-Non ci siamo mai iscritti a quelle stronzate-
-Lo so...-fece lei: -Ma quest'anno siamo obbligati a scegliere almeno un attività o uno sport per ottenere crediti per diplomarci.
Jacob rispose sbuffando.

Quando la coda finalmente terminò, i ragazzi si trovarono davanti ad un desk dove una segretaria porse loro un foglio dove avrebbero dovuto segnare i corsi scelti e le eventuali attività.
Mary scelse il corso di recitazione mentre Jacob ancora indeciso fissava il foglio.
-Ehi... sbrigati- gli fece Mary bisbigliando.
-EHI C'È LA CODA QUI- fece qualcuno poco più indietro.
Jacob sospirò e crocettò a caso la prima cosa che lesse.
Recitava "Corso pomeridiano avanzato di tennis"

Boy in Cashmere Where stories live. Discover now