◇ 𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 3 ◇

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« A dirla tutta, sembri più normale del solito. Almeno poteva colpirti all'occhio del diavolo, no?! Scommetto che è stato lui, Anatoli! Se fa una cosa non la fa mai come si deve! Va bene comunque, visto che hai un occhio coperto potremmo girare a Leningrad senza avere problemi con la tua maledizione. » finì di esclamare, mia madre.

'' la tua maledizione" così era considerata la mia eterocromia, da tutti. Ero imprigionato nel pensiero altrui. Non importa quale persona io sia, sarò smepre confinato in quell'appellativo. Per strada, devo stare attento a non attirare l'attenzione, per non farmi rivolgere la parola; devo portare particolare attenzione al mio comportamento quotidiano, per non creare possibili fraintendimenti; ogni Domenica si deve andare in chiesa per 'purificare il mio spirito', perché anche li sono visto male. Ed ora devo andare in giro con una benda all'occhio.

Insomma!! voglio essere libero!! voglio volare come fanno gli uccellini, sfidado la forza di gravità, desidero quella libertà!! Voglio saper decidere da me, voglio il libero arbitrio!!

Ma questo nessuno lo ha mai capito...

« La tua camicia è completamente macchiata di sangue. Toglila che la lavo, ma non credo che si asciughi in tempo per domani... per questo indosserai la tua vyshyvanka. »

Ne approfittai per andarmene in camera. Per fortuna c'erano altre 8 mani che stavano lavorando fuori quindi non era un grande problema se non continuavo a lavorare.
Aprii l'armadio che era posizionato in fondo alla stanza, presi una delle 5 valigie di legno e con le fessure cigolati, la poggai per terra e si alzò una nuvola di polvere.

Diedi un altro sguardo dentro l armadio e trovai una scatola chiusa con dei lacci. Al suo interno ci trovai i vestiti tradizionali che qualche volta usiamo nelle feste locali, la aprii e ci rovistai dentro in cerca della mia vyshyvanka. Ultimamente non le abbiamo indossate spesso infatti trovai molta polvere tra i vari vestiti.

Eccola. Quella maglia bianca arricchita da ricami rossi disposti con eleganza lungo il petto e le maniche, creando un contrasto vivace. La cinta alla vita rossa e morbida aggiunge un tocco di colore e definisce la silhouette, conferendo un senso di grazia. Un abbigliamento che non sta mai male indosso e non spezza mai qualsiasi atmosfera si ha intorno

Ovviamente il tessuto è molto pesante, adatto per le temperature ancora più gelide che si hanno qui.

Nella mia valigia non c'è molto da mettere perciò l'unica cosa da fare è razionare i vestiti che indosserò lì a Leningrad. Infatti mi portai solo poche maglie pesanti e altrettanti pantaloni. Prima di chiudere definitivamente la scatola di legno, mi assicurai di non aver dimenticato nulla.

Guardandomi intorno vedevo solamente tanti momenti passati e mai ritornati, da quella stanza che ci accomuna tutti ma non ci ha mai legati gli uni con gli altri. Da un dettaglio rimasi catturato: gli occhi scrutanti, grandi ed accesi di Mikhail che mi stavano fissavando dalla sua postazione la quale era accuratamente allestita su un piccolo telo, isolandolo dal freddo del pavimento. stava seduto con le gambe in avanti, ciucciando una mano in bocca mentre l'altra teneva una pezza di tessuto blu, cucito e riempito di paglia morbida in modo da assomigliare ad una figura umana.

Lui non ha nessuna responsabilità, interpreta la vita col semplice senso del intuito infantile e non da peso al tempo che passa senza il suo controllo. È come essere dentro una gabbia e non saperlo.

Continuò a fissarmi senza dire nulla. Intanto mentre anche io gli ricambiai lo sguardo e con una smorfia stampata sulla faccia, allungai una mano sotto il mio materasso dove tenevo con cura le carte... di certo non potevo dimenticarle e lasciarle qui, così le misi in valigia e la chiusi.

Scensi per pulire il pavimento macchiato di sangue dal taglio, cercando la strada per il bagno. Ogni gradino emise uno scricchiolio deciso, registrando il mio cammino mentre mi avvicinai al piano inferiore.

Passai per il bagno e prensi degli strofinacci ed un secchio pieno d'acqua. Mi poggai sulle lastre di legno, imprecise e gelide, che formavano quel pavimento che ci separava dal terreno. svuotai il secchio d'acqua fredda, tiepida invece quando l'ho presa, ed iniziai a strofinare. Ogni tanto passava di qua e di là, mia madre indaffarata nel sistemare le faccende di casa... tanto indaffarata che neanche sentì il pianto al piano di sopra di Mikahil. Allora ci pensai io.

Appena girai l'angolo delle scale trovai il piccolo che stava in piedi, davanti il suo lettino e con una valigia aperta, anzi disfatta completamente. Intanto mi avvicinai cautamente mentre Mikhail continuava a lamentarsi.

« Capisco... » ora potevo capire il perchè del suo pianto.

La valigia era la mia e vicino ci trovai anche il mio mazzo di carte aperto e sparso per terra.
Quel che mi colpì fu quel che stava tenendo in mano, un tre di quadri neri strappato in due. Quella era la mia carta preferita ma dubito che lui lo sapesse. Forse non voleva che partissimo... o meglio, che lo lasciassimo da solo con gli zii.

Mi avvicinai sempre di più, piegato e con le mani in avanti cercando di farmi dare quella carta ormai irrecuperabile. Ma notata la mia reazione, ne prese subito un'altra con l'intento di ridurla alla stessa fine del tre di quadri. Feci un movimento rapido e gliela strappai dalle mani. Per fortuna non fece altri danni.

« Senti piccolo Misha, ora smetti di piangere. I zii sono persone fantastiche, ti vizieranno e non ti faranno mancare nulla! Sono certo che ti divertirai un mondo con loro... e poi la loro casa è anche vicino ad una scuola quindi ci saranno tanti bambini con cui fare amicizia! »

« Kolya, io voglio stare con te e con mamma, e...e con tutti gli altri! voglio andare dove ci sono gli orsi della neve!! »

« Hahaha proprio perché ci sono i tuoi 'orsi della neve' che fa molto freddo e non puoi venirci. Dai ora vieni di sotto con me. Va bene? »

Il piccolo annui. Durante il dialogo notai che non riusciva a staccare lo sguardo dalla benda che indossavo, bhe, ci credo... Gli diedi la mano e ci incamminammo per andare giù dove avrei continuato le pulizie.

Прекрасный ~ 𝙛𝙮𝙤𝙡𝙖𝙞 𝙗𝙖𝙘𝙠𝙨𝙩𝙤𝙧𝙮Where stories live. Discover now