◇ 𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 1 ◇

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«Non c'è categoria più permalosa della burocrazia e quella militare, dei funzionari insomma.»

È ciò che disse mio padre in risposta alla notizia della parata militare scritta sul giornale. Una famiglia, che a suo avviso, è appesa su un filo dovrebbe essere aiutata e tenuta su dalle classi sociali più alte, loro hanno la possibilità. Mio padre è sempre stato così scettico sulle classi sociali e credo sia per questo che ha perso di nuovo il lavoro. Doveva sempre stare sotto la supervisione dei tipi di persone che più odia.
Ma era fiero di suo figlio, che aveva raggiunto un rango alto nella sua squadra militare.

« Caro, dovremmo andarci. D'altronde c'è il nostro amato figlio, Alexei! »

« Hai ragione ma chi baderà a i campi in quei giorni? »

Uno dei miei cinque fratelli rispose ridacchiando.

« Nikolai! »

« Giammai! Quel maledetto farebbe appassire tutto il raccolto con un solo tocco!»

Ne ero abituato.

La nostra casa si trova nella periferia di un paesino lontano dal mondo, Poltova. È piccola, ma fortunatamente abbiamo una soffitta dedicata alle nostre camere.
Non riesco ad immaginare una famiglia di 8 persone con solo un piano...
In quella soffitta c'era la stanza dei miei genitori e una unica per me ed i miei fratelli. Sembra una casa di lusso ma in realtà non è affatto così, non ce la possiamo permettere.

Me ne andai sopra, nel piccolo spazio che mi spettava e mi sedetti sul letto.

In soffitta, una fioca luce filtra attraverso una piccola finestra dall'inquadratura irregolare ed illumina una fila di otto letti dall'aspetto modesto ma ordinato, ciascuno posizionato con precisione su un pavimento di assi che scricchiola sotto la minima pressione.

Le pareti, logore e consumate dal tempo, sono ricoperte da strati di vecchie tappezzerie sbiadite che creano uno sfondo che sembra sfumare tra il grigio e il beige, dando all'ambiente un'atmosfera di umile dignità. Una leggera polvere danza nell'aria, sospesa tra il raggio di luce che rivela la semplicità di questo rifugio.

Malgrado la stagione fredda, sottili coperte dai colori sbiaditi sono disposte con un'apparente casualità su ogni letto, suggerendo un tocco di individualità in un contesto condiviso. L'assenza di decorazioni o fronzoli sottolinea la sobrietà dell'ambiente, mentre l'aria silenziosa è permeata da un'aura di tranquillità.

Su ogni comodino, accanto a ciascun letto, trova posto un modesto crocifisso fatto di legno intagliato. Tuttavia, ciò che cattura immediatamente l'attenzione sono i dodici crocifissi appesi in una parte di parete. Essi coincidevano con il letto di Nikolai, tanti quanti i suoi anni.

Crocifissi di diverse dimensioni: piccoli e delicati, appesi in gruppi simmetrici, mentre altri sono più grandi e più elaborati, con dettagli scolpiti a mano.

Fissai le lastre di legno del pavimento e senza distogliere lo sguardo allungai una mano sotto il materasso e presi una piccola scatola rossa e nera. La aprii e presi le carte da gioco al suo interno. Amavo fare delle illusioni e anche giochi di magia con le carte, come farle sparire ed apparire altrove.

Intanto che agitavo le carte nelle mie mani, al piano di sotto continuarono il discorso aperto prima, come se non fosse successo niente. Da lì su potevo sentire tutto ma decisi di non farlo e di concentrarmi sulle carte.

Passarono ore e così tutta la famiglia si coricò e si fece avanti un altro giorno.

Mi svegliò una leggera polvere che mi solleticò la guancia. La stanza era silenziosa anche se eravamo quasi tutti in piedi a prepararci, non dovevamo far rumore per non svegliare nostro fratello di 4 anni, Mikahil.
Ci aspettava l'ennesima giornata di lavoro.

Ci incontrammo con i nostri genitori nel salone per distribuirci i compiti. Eravamo tutti intorno ad un tavolo dove mio padre poggiò gli utensili che avremmo utilizzato oggi

« Oggi come sempre, lavoriamo per mantenere e per sfamare tutte le bocche di questa famiglia. Il grano del campo è cresciuto e bisogna raccoglierlo, a questo ci pensano Anatoli e Nikolai. Invece Anton, Gavril, voi pensate al bestiame. Bisogna lavorare il doppio del solito perchè domani andremo a Leningrad per vedere vostro fratello. Ci stanzieremo per un periodo, lì. Siccome nessuno è in grado di mantenere da solo tutta la casa, partirete tutti. Per questo oggi sarà una giornata pesante!! Non voglio sorprendermi di vedere qualcuno che si prende una pausa e non lavora! Dobbiamo preparare il campo ed il bestiame per questo duro periodo invernale senza la nostra supervisione »

Il mio sguardo cadde sul giornale che ieri mio padre lesse.

"Leningrad, 26 Gennaio 1920"

Ho sempre sognato di fare un viaggio, non ne ho mai fatto uno... ma Leningrad! È importantissima!! come sarà? andremo in una città!! sicuramente sarà meglio della campagna!

« Nikolai! mi stai ascoltando!? »

Ero veramente entusiasta ed avevo smesso di sentire il discorso di mio padre.

« Ma padre, come fa una famiglia povera come la nostra a permettersi un viaggio ed addirittura una lunga permanenza in un posto del genere? » domandò Gavril.

« Non la pagheremo noi la vacanza. Ce la offrirà Alexei con i suoi duri lavori. Lui si che dà soddisfazioni »

« hahaha e perché allora non ci mantiene lui e non ci compra una casa nel centro città... magari anche una villa, visto che è così ricco da pagarci un intero soggiorno? »

« Anatoli, non provare a sottovalutarlo! È già una mano santa così. Ora basta parlare! »

Прекрасный ~ 𝙛𝙮𝙤𝙡𝙖𝙞 𝙗𝙖𝙘𝙠𝙨𝙩𝙤𝙧𝙮Donde viven las historias. Descúbrelo ahora