Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 11

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Uscì dall'appartamento, cercando inutilmente di sollevare l'ombrello e rinunciando nel momento in cui gli volò via dalle mani per rotolare da qualche parte verso il Polo di Cinema. Lo fissò per alcuni secondi chiedendosi se mai avrebbe potuto ritrovarlo e poi ritornò sul suo cammino, con le mani in tasca e gli occhi socchiusi, fin quando non raggiunse l'enorme biblioteca del Campus.

Abbassò il cappuccio della giacca e si guardò intorno, cercando di scacciare via i brividi di freddo. Si rese conto di non essere l'unico ad aver deciso di studiare in biblioteca e che molti studenti si stavano riparando in attesa della prossima lezione. Si fece dunque strada tra la miriade di teste e zaini fradici, in cerca dell'unica persona che lo aveva fatto uscire di casa in un inaspettato moto di umanità che Victor non credeva di possedere.

Non fu difficile trovarlo, perché tra tutti i tavoli gremiti di ragazzi ce n'era uno solo occupato da un unico ragazzo chino su un libro che tutti scansavano in silenzio. Victor si fermò a qualche metro di distanza, osservando quell'espressione con la quale di tanto in tanto studiava i ragazzi del tavolo di fronte e tentava di sorridere a chiunque si voltasse verso di lui per poi fingere di non conoscerlo e tornare al proprio lavoro.

Victor sospirò e si avvicinò, scostando la sedia e sedendoglisi di fronte. Tirò poi fuori il libro e lo aprì sotto lo sguardo sorpreso del biondo che non smise di fissarlo fin quando Victor non gli fece un cenno.

Nessuno dei due parlò, era vietato in biblioteca, ma con lo sguardo riuscì a catturare un piccolo sorriso soddisfatto che arricciò le labbra di Julian per pochissimi secondi. Così, ritornarono a leggere quelle righe troppo piccole per non far venire il mal di testa e Victor si rese conto che studiare in compagnia di qualcuno - nonostante quel qualcuno fosse uno degli studenti più problematici del Campus - aveva un qualche effetto positivo sulle sue capacità di comprensione.

Passò qualche ora e chiuse il libro con soddisfazione nel momento in cui la pioggia sembrò attenuarsi e gli studenti iniziarono a defluire verso l'uscita. Approfittò dello scalpiccio agitato per allungare il collo verso il ragazzo.

«Ciao.», gli sussurrò mentre anche Julian iniziava a ritirare il suo materiale. Lo vide sorridere con quel suo solito ghigno finto e malizioso dal quale non riusciva a separarsi.

«Ti mancavo?», gli chiese sottovoce avviandosi verso l'uscita con Victor al suo fianco.

«Non particolarmente.», rispose Victor scrollando le spalle. Per quanta voglia avesse di dargli una mano, non vedeva come mentirgli avrebbe potuto renderlo una persona migliore.

«E io che credevo di aver fatto colpo.», sospirò Julian una volta fuori, mentre allungava una mano per sentire le deboli goccioline di pioggia contro il palmo della mano.

«Perché continuavi a guardare quelli del tavolo affianco?», chiese Victor, senza avere la minima idea di dove si stessero dirigendo.

«Oh, erano alcuni ragazzi della compagnia. Sono del terzo anno.», rispose Julian scannerizzando con lo sguardo ogni singolo studente che passava loro accanto.

«E perché non ti sei unito a loro?», gli domandò ancora studiando la sua espressione immutabile. Victor si ritrovò a pensare di avere di fronte proprio un bravo attore.

«Oh, tesoro. - mormorò Julian poggiandogli un dito sotto il mento, per sollevare il suo guardo verso il suo viso - Quante domande.», gli disse a pochi centimetri dal volto prima di ridacchiare e lasciarlo andare. Victor aggrottò le sopracciglia.

«Fai così con tutti?», gli chiese.

«Così come?», sospirò Julian spingendo la porta del bar con un fianco.

«Cerchi di sedurre chiunque?», chiarì allora Victor seguendolo al bancone e ascoltandolo mentre chiedeva una bottiglia d'acqua.

«Perché? Ci sto riuscendo?», sorrise Julian prima di avvicinarsi a un tavolo vuoto e sedersi, invitando con lo sguardo Victor a seguirlo.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now