Chapter 8: Macchiarsi l'Orgoglio

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Eijiro aveva i nervi a fior di pelle.

Aveva girato numerosi negozi ma tutti gli avevano risposto le stesse cose.

«Non assumiamo minorenni».

«Siamo al completo».

«Se non hai esperienza non siamo interessati a un apprendista».

«Spiacente. Solo full time».

«Il salario sarà più basso perché cominci da zero».

«Ti faremo sapere. Lasciaci il numero».

«Non hai un curriculum? Allora no. Non ci interessa».

Il giovane aveva anche provato a insistere ma non era riuscito ad ottenere nulla, se non la frustrazione. Che cosa aveva che non andava? Forse i denti a squalo? O i capelli rossi? O il fisico prestante che spaventava?

Assurdo!

Ingiusto!

Dannata sfortuna!

Il ragazzo era fermo dinanzi a un combini. Non c'erano clienti ma solo un tipo che sistemava delle caramelle sugli scaffali. Doveva tentare? Poteva ancora chiedere un'ultima volta prima di dichiararsi sconfitto?

I suoi occhi vuoti si riaccesero di determinazione e finalmente entrò.

«Buonasera» disse.

L'uomo alto, magro, con dei baffetti neri si alzò e allargò un sorrisetto strano. Era perfettamente pettinato, i ciuffi scuri e impomatati celavano in parte la fronte e si nascondevano dietro l'orecchio sinistro.

Eijiro adocchiò il Rolex dorato al polso e un accenno di rigonfiamento alla tasca posteriore dei jeans chiari. Il portafoglio era pieno di soldi.

«Ciao. Come posso aiutarti?» gli chiese mellifluo.

Il rosso non si fece intimidire da quegli occhi chiari e gelidi né dal ghigno che non prometteva nulla di buono.

«Cerca personale, signore?».

L'uomo si diteggiò il mento, l'altro braccio si piegò sul petto. Non rispose subito ma era evidente che stava pensando a qualcosa di losco. Eijiro sentì una goccia di preoccupazione nel petto per via di quell'espressione molto ambigua.

«Potrei».

«Mi dica... cosa posso fare per farmi assumere? Ho bisogno di lavorare!» esclamò il giovane, con più fiducia.

Forse aveva sbagliato ad affidarsi all'apparenza; magari quel signore non era così male come aveva intuito dal primo sguardo.

«Potrei assumerti solo se mi concederesti dei lavoretti».

Eijiro corrugò le sopracciglia ma rispose: «Che genere di lavoretti?».

La risposta arrivò immediatamente quando l'uomo gli poggiò la mano sulla guancia e gli accarezzò una ciocca di capelli. Gli si avvicinò, abbassandosi verso un suo orecchio. La risata che rilasciò sembrò uno sbuffo di aria calda.

«Il tuo corpo giovane. Tu me lo darai quando voglio io e forse potremmo metterci d'accordo sul farti assumere».

Il rosso lo spintonò in un eccesso di paura. L'uomo barcollò ma inciampò e finì in terra su un fianco.

«Che modi! Vattene!» urlò rabbioso.

Fu un attimo. Eijiro era lì, fermo e in piedi con la stessa espressione di un predatore. Le iridi rosse guardarono il locale: le videocamere di sorveglianza non erano puntate su di loro: erano un punto cieco. Attese in silenzio, con le mani che formicolavano. Il viscido essere si rialzò in piedi lentamente, mostrandogli il sedere.

KiriBaku: Kamilla, Kat, KatsukiWhere stories live. Discover now