CAP. 13

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"Non salvarmi, ci penserà lei.
Non abbracciarmi, sarà lei a farlo."

Arya

.“Sarebbe questo il tuo piano scellerato per liberarti di Ascanio? Ma sei pazzo?!” la voce di Morgana giunse fin troppo acuta alle orecchie di Drake, che fu costretto a chiudere gli occhi, stizzito da quel tono troppo alto per lui. Scosse la testa, trovando negli occhi della compagnia una luce di rabbia insolita, un pensiero nascosto che fremeva nel tentativo di uscire e liberarsi dalle catene di quella sua gabbietta di stupore. Lui si mise seduto dritto sulla poltrona, le gambe accavallate nella sua solita posizione superiore, seguita come sempre dalla sua espressione di atteso trionfo, e si passò una mano tra i capelli brizzolati, pettinati con una cura impeccabile che doveva sempre essere degna del suo superbo aspetto intimidatorio.

“Sì, Morgana. E non ti ho chiamata per contestare i miei piani, ma per far in modo che si avverino.” Disse scocciato, prendendo il bicchiere pieno di succo color ambra che stava sul comodino accanto e portandoselo alle labbra. Morgana incrociò le braccia, mordendosi il labbro inferiore in un taciuto ragionamento. “Sì... sono qui per aiutarti. Non per compiere miracoli.” Disse acida, sedendosi a sua volta, i capelli bianchi sciolti sulle spalle in un intreccio di insicurezza e paura nascosta al mondo. Drake rise, una risata sommessa, delicata e beffarda allo stesso tempo; una risata che gelava il sangue nelle vene a chiunque la ascoltasse, ma Morgana era immune a quel mezzo di tortura quasi ammaliante. I suoi occhi neri come il cielo di notte scattarono sul suo viso come a scoprirne i segreti più oscuri e il suo fascino nascosto uscì tutto in una volta. Il volto perfetto si illuminò in un sorriso beffardo dai bianchi denti smaglianti e il naso sembrò arricciarsi in un’espressione compiaciuta. La sua mano dalle dita sottili scattò sul ginocchio di Morgana, l’anello nero scintillante alla luce delle candele. “Oh... mia cara... ho chiamato te solo perché so che farai un miracolo.” Socchiuse gli occhi, piegando il capo di lato all’aggrottarsi della fronte di Morgana. “Come vuoi.”sussurrò lei velenosa, completamente incurante del suo fascino inaspettato quanto seducente. Quel viso che aveva conquistato tante donne, quel viso che aveva portato tante di quelle maschere fino ad impazzire, che era stato graffiato da una singola lama di fuoco che ora rimaneva legata a lui per sempre tramite quella linea irregolare a macchiare quel sopracciglio perfetto e quella guancia liscia. Quel viso che ora provava a tornare alla bellezza originaria per conquistare ciò che gli mancava, che aveva davanti, ma che mai avrebbe posseduto fino in fondo. Distolse lo sguardo non appena Morgana si alzò, prendendogli il bicchiere di mano e portandoselo alle labbra. Finì il drink e posò il bicchiere sul tavolino, facendo attenzione ad intensificarne il suono. Lanciò un’ultima occhiata a Drake, poi uscì, con quel suo solito passo secco e ondeggiante che una cacciatrice di taglie come lei doveva per forza avere. “Oh... Cara la mia Morgana... non hai idea di quanto quel piano si accurato e di come tu ne sia la chiave.” Sussurrò Drake riprendendo il bicchiere e osservando il rossetto che lei ci aveva lasciato posandovi le labbra sopra. Sorrise di nuovo, posandosi una mano sul mento e lanciando il bicchiere contro il muro, macchiandolo per sempre della sua ira e della sua debolezza.

“Arya, tesoro mio, non piangere. Per favore.” La voce di Elisabetta accompagnò le lacrime di Arya. “Ma mamma... tu non puoi farmi questo! Non puoi! Mi avevi promesso che saresti stata con me. Io sono rotta senza di te.”

Il sorriso di Elisabetta le spezzò il cuore e la costrinse a piegarsi in due dal dolore. Si passò una mano tra i capelli sciolti e sentì le dita deboli della madre scivolarle lungo il viso umido.

“Oh... Arya, non piangere.” Aggrottò la fronte vedendo le mani della figlia tremare come mai prima. “Amore... non tremare.” Le prese le mani e Arya alzò lo sguardo su di lei, accecata dal suo debole sorriso e per un solo istante le credette. Per un solo brevissimo e doloroso istante credette che tutto sarebbe andato bene.


Pura Come Neve E Sangue Where stories live. Discover now