CAP. 6

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Ho sempre pensato alla mia vita come a una tragedia

Adesso vedo che è una commedia


Joker


"Ma che fai ragazzo! Vattene da qui. Non è posto per ragazzi questo!” Margherita osservò quel ragazzo che veniva deriso dalle guardie. Posò la cesta di vestiti che aveva tra le braccia e si diresse verso il gruppetto che accerchiava il ragazzo. “Ehi, voi. Tornate a lavoro. Avete cose più importanti da fare che prestare attenzione ad un ragazzino.” Disse severa e gli uomini smisero di ridere per osservare la donna. “Sissignora.” Disse uno in tono scherzoso, ma non appena fu colpito dallo sguardo tagliente di Margherita il sorriso gli scomparve dal viso e tornò al suo posto, seguito dagli altri, che borbottavano arrabbiati. Solo quando non ci fu nessuno nei paraggi Margherita abbandonò la sua espressione severa ed osservò il ragazzo. I suoi occhi grigio chiaro le ricambiarono lo sguardo. Margherita lo osservò bene. Era piuttosto carino, con quel viso dalla mandibola pronunciata, i capelli castano scuro che gli ricadevano sul giovane volto. Era poco più alto di Margherita, il ché la fece sorridere. Non aveva mai visto un ragazzo a palazzo. “Come ti chiami?” chiese mentre lui si passava una mano tra i capelli. “Caiel, signora.” Disse chinando il capo. Aveva un’espressione decisa in volto e per niente intimidita. “E cosa ci fai qui Caiel?” domandò allora Margherita, osservando la camicia bianca e i pantaloni neri. “Sono stato invitato da sua Maestà, l’Imperatore.” Disse lui, raddrizzando la schiena con fierezza. Margherita socchiuse gli occhi, scettica. “Non scherzare ragazzo. L’Imperatore dici? E dimmi... perché sareste qui?” domandò con un sorriso. Lui si schiarì la voce. “Mio padre è stato chiamato ad Sua Maestà per un accordo.” Disse solo, poi guardò oltre la spalla di Margherita e un’espressione stupita gli occupò il volto. Margherita alzò gli occhi al cielo “Andiamo ragazzo, non puoi stare qui.” Disse, ma Caiel la superò e si fermò poco dietro di lei. Solo allora la donna si girò e notò con sollievo che Hector ed Arya uscivano in quel momento. Caiel era fermo e, come imbambolato, osservava Arya camminare annoiata accanto al padre. La osservò così bene che dopo pochi secondi aveva già memorizzato il suo volto. Venne loro incontro, ma Margherita si interpose tra lui ed Arya, inchinandosi davanti all’Imperatore. Hector la osservò, poi posò il suo sguardo su Caiel. Sorrise debolmente e non appena ebbe chiesto a Margherita di andarsene gli strinse la mano. La donna, che era rimasta scettica fino a quel momento, sgranò gli occhi dalla sorpresa, poi se ne andò, sotto lo sguardo di una Arya molto annoiata. Era da settimane che non parlava con nessuno e malapena mangiava. Nemmeno la presenza di Hector sembrava rasserenarla e lui sapeva il perché.


“Caiel, che piacere averti qui a palazzo.” disse Hector lasciandogli la mano. Caiel sorrise gioviale, poi osservò Arya, come se si aspettasse che anche lei lo salutasse, ma lei non si mosse e non lo guardò nemmeno. Era concentrata ad osservare il cane che correva attorno ad una delle guardie. Non reagì nemmeno quando Hector le posò una mano sulla spalla. “Caiel, ti presento mia figlia Arya.” Spinse la figlia in avanti, così che si presentasse e lei, dopo aver sbuffato un po’ più del necessario osservò per la prima volta Caiel. “Ciao.” Disse solo. Hector sospirò e posò una mano sulla spalla di Arya. “Perché non gli fai fare un giro del palazzo mentre io parlo con suo padre?” consigliò. Arya alzò gli occhi al cielo. “Ma certo padre, come desiderate.” Disse poi sorrise forzatamente a Caiel. “Andiamo.” La sua voce era fredda e priva di emozioni ed Hector chiuse gli occhi non appena la figlia sparì dietro a porta d’ingresso. Si passò una mano tra i capelli bianchi e sospirò. Qualcosa gli diceva che sua figlia sapeva già tutto quello che sarebbe successo, ma sapeva che non avrebbe reagito. Era preparata e ultimamente non reagiva a niente. Sospirò di nuovo poi si preparò al discorso che di lì a pochi minuti avrebbe affrontato.

Pura Come Neve E Sangue Where stories live. Discover now