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SGRASSATORE PER CUORI!
𓍊𓋼𓍊𓋼𓍊
Jimin era schiacciato sul suo letto quasi imitando le frittate di zucchina talmente oleose da galleggiar in padella, dormendo semi-beatamente con la guancia annacquata nel cuscino. A furia di rotolar tra le sue coperte era diventato un uramaki alquanto molesto.
In un angolo del suo corpo, qualcosa pulsava molto vicino alle sue arterie. Ignorò con forza il dolore che martellava la sua testa, resistergli era il solo modo per sfuggir alla memoria della giornata precedente.
Ma che poteva farci, lui? Lottava contro le labbra di Jungkook, i baci bagnati di Yoongi e il neo fantasma sotto lo zigomo di Taehyung. Era una seria impresa!
Così stancante da ingoiare tutto il resto in una bolla. Gigante e umida, da inglobare l'intera camera in un attimo. Da qualche parte, nascondeva un cacciavite.
Una bolla che, tuttavia, lo squillar insistente del suo costoso telefono impiegò pochi secondi a scoppiare.
Che cosa c'è, davvero, tra te e Min Yoongi? Dimmelo.
In preda al sonno, si mise a contarsi le costone sotto lo sterno. Sentiva di averle perse nel suo letto, quasi peggio di averle scordate a casa di Jeon Jungkookie.
Tirò un sospiro di sollievo, perché eran tutte al loro posto. Era solo tornato a casa, con un nuovo amico.
Un nuovo amico inspiegabile. Un amico di cui aveva conosciuto prima il sangue bollente, che il cervello.
«Pronto?» La sua voce impastata lasciò la sua bocca con estrema fatica. Sentiva gli occhi incollati, come due granelli di riso «Apri la porta.» Yoongi fu breve. Jimin sollevò la schiena dal materasso, che ardeva. «Eh? Che ore sono?» Gli parve che il tempo fosse un grosso errore. «Muoviti, pigrone. - Yoongi ridacchiò - Finché i biscotti son caldi.» Aggiunse vivacemente.
Era sbagliato. Uno Yoongi così solare, non lo voleva neppure ai tempi del liceo nella sezione dirimpetta.
Trascinatosi verso l'atrio con insolita spossatezza, il biondino aprì la porta, strofinandosi le palpebre col dorso della mano destra e ci mise un po' a mettere a fuoco i lineamenti di Yoongi. Indossava una t-shirt e una giacca di pelle, i suoi capelli eran raccolti in un man-bun tutto stropicciato nella sua compostezza.
«Perdona la confusione.» Gli disse, accogliendolo in soggiorno. «Confusione...? Ma è tutto perfettamente in ordine!» Ribatté incuriosito l'altro, poggiando sul tavolo un tiepido vassoio. «Davvero? Non mi pare.» Jimin ammise assai sorpreso: a lui sembrava tutto a soqquadro. Yoon prese posto su una delle sedie, e si stiracchiò. Invece, il biondino non fece altrettanto e, indaffarato com'era, percorreva frenetico la stanza. «Ma sì, guarda! Questo vaso è storto. E anche questi strofinacci. E le spezie! Che disordine...!» Si lamentò.
