Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10

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«Quindi non hai più bisogno di me?», chiese Tyson guardandosi le scarpe con amarezza. Denise rise e gli accarezzò il viso, contrastando il colore della pelle con il pallido delle sue dita.

«Oh, Tyson...Io avrò sempre bisogno di te.», sorrise prima di lasciargli un bacio sulla fronte.

«Beh, sarà meglio.», borbottò lui stringendola in un abbraccio e lasciandola andare soltanto quando la sentì dimenarsi contro di lui.

«Adesso vai, prima che tu faccia ritardo.», gli intimò spingendolo verso la porta di ingresso e aprendo appena in tempo per vedere Isaac con la mano sollevata pronta per bussare.

«Oh, ciao.», sorrise il ragazzo, mentre Tyson faceva qualche passo fuori.

«Ti tengo d'occhio.», gli disse soltanto prima di allontanarsi, mentre Denise scuoteva la testa sorridendo dell'espressione confusa che aveva dipinto il viso di Isaac.

«Pronta?», le chiese lanciando appena un'occhiata al cielo nuvoloso. Denise sollevò un piccolo ombrello che teneva nella borsa e sorrise.

«Andiamo.», rispose cercando di mostrarsi serena.

Nonostante i suoi sorrisi e i suoi sguardi dolci, però, Isaac notò una certa quiete nelle sue parole sempre emozionate e un certo tremore sulle dita sempre risolute. Avrebbe voluto prenderle la mano e stringerla, ma sapeva che sarebbe stato piuttosto imbarazzante spiegare per quale motivo avesse deciso di farlo.

«Non stai saltando lezione, vero?», gli chiese a un certo punto e Isaac si ritrovò a scuotere la testa, mentendo.

«No, figurati.», le rispose appena prima di vedersi passare Allen di fronte, con lo zaino in spalla e tutta l'aria di uno che stava andando proprio dove Isaac avrebbe dovuto essere.

«Ci vediamo a lezione.», gli fece un cenno per poi di sparire oltre le loro spalle e il silenzio che ne seguì fu troppo da sopportare anche per lui. Fortunatamente Denise rise divertita.

«Lasciamo perdere.», mormorò Isaac infilando le mani in tasca e ascoltando, in parte rallegrato, la risata della ragazza.

Il viaggio fu più lungo di quanto avessero potuto pensare, tra occhiate e timidi sorrisi sembravano essere ritornati a conoscersi appena. Denise era chiusa nella sua testa e Isaac cercava di entrarci attraverso lo sguardo, ma il compito risultò più faticoso del previsto, così si decise a intervenire.

«Hai paura.», non la pose come una domanda e forse le parole uscirono dalle sue labbra con un tono più duro di quanto avrebbe voluto, ma Denise non sembrò turbarsi e si voltò a guardarlo una volta scesi dall'autobus.

Gli occhi cervoni contornati da lunghe ciglia lo stavano osservando con quella seria attenzione che lo faceva sempre rabbrividire, poi sorrise.

«Un po'. - rispose tornando a guardare la strada e lasciando Isaac affamato di quello sguardo - Non so di cosa io abbia paura, effettivamente. Mi sento bene, ma è più forte di me.», mormorò con un lungo sospiro.

«Ansia da prestazione.», suggerì Isaac scrollando le spalle.

«Ansia da prestazione.», replicò ridendo lei.

La guardò con la coda dell'occhio ancora per qualche secondo, mordendosi le guance per non lasciar sfuggire quel sospiro che il suo viso cercava di tirarsi dietro ogni volta. Sembrava uscita da qualche favola, da qualche sdolcinata storia fantastica che Isaac mai nella vita si sarebbe sognato di leggere se soltanto non l'avesse conosciuta e non gli avesse incasinato la mente con quella sua spontaneità.

«Io sono qui, in ogni caso.», si ritrovò a ricordarle, guardandola dall'alto.

«Sì, lo so. È piuttosto difficile non vederti.», scherzò Denise e Isaac raddrizzò le spalle in un riflesso involontario.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now