66 La differenza tra stimolare e godere

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Mi chinai per prenderla in braccio ma chiaramente Lea pensò fosse l'ora perfetta per un capriccio.

«Posso camminare, è solo un mal di pancia mister TeLavevoDettoGneGneGne.»

La presi in braccio lo stesso, trovando oggettivamente carino il mio nuovo soprannome. «Mi prendo cura di te, bambina, e lo faccio nel modo che io ritengo più opportuno.»

E anche se non l'avrebbe ammesso mai, il modo in cui mi avvolse le braccia intorno al collo non lasciava spazio a dubbi: Lea aveva un dannato bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei, una volta tanto.

Era così piccola e maneggevole che non fu un problema scendere le scale e adagiarla di nuovo sul divano. Si raggomitolò subito stringendosi la pancia. Mi allontanai di mezzo passo prima che mi imponesse di fermarmi con la sua vocina flebile e assonnata.

«Dove vai?»

Mi chinai, per farle sentire che ero ancora lì vicino. «In cucina. L'abbiamo presa per usarla, quella borsa dell'acqua calda a forma di koala, dico bene? E intanto ti preparo un the.»

«Voi inglesi avete un the per ogni evenienza?»

«Certo che sì.»

Tornai con tutto l'occorrente. Appoggiai il vassoio sul tavolino. Si accomodò con la schiena sul mio petto, una coperta inutilmente pesante sulle gambe, un koala sulla pancia e il the tra le mani.

«Allora, domani consumeremo dei pasti normali, signorina.»

«I pasti normali sono molto noiosi, signor DecidoTuttoIoPerchèSonoGrandeEGrosso.»

La volontà di Lea di trascurare quello che era meglio per lei in favore di quello che le piaceva di più era evidente anche nelle piccole cose. Mi fece male, constatare che non stavo riuscendo a guarirla abbastanza in fretta. Mi fece ancora più male pensare che forse non avrei fatto in tempo a guarirla prima di separarmi da lei di nuovo.

«Vorrà dire che domani ci prenderemo il lusso di annoiarci, mia queen.»

«Non garantisco di collaborare a questa scelta così ordinaria e fuori moda.»

«Tu collaborerai, stronzetta. Sai che posso toglierti vizi ben più gratificanti, se non fai la brava.»

Appoggiò il the sul tavolino, lo aveva bevuto quasi tutto. Tornò a raggomitolarsi tra le mie braccia, stringendo il suo koala caldo. «Volevo assaggiare i fish and chips.»

«E invece no.»

«Uffa. E allora che si mangia? Petto di pollo e riso in bianco?»

«A pranzo forse sì, bambolina.»

«E a cena?»

«A cena ti porto fuori.»

Alzò a testolina. «Fuori in che senso?»

«Secondo te? Credi che voglia apparecchiare su un marciapiede?»

«Mi porti in un ristorante?»

«Ovviamente.»

«Un ristorante con i camerieri eleganti?»

«Uno con le stelle Michelin.»

Si raddrizzò di colpo. «Davvero?»

«Davvero.»

«Come una coppia vera?»

«Noi siamo la coppia più vera dell'universo.»

«Più vera di Capitan America e l'agente Carter?»

«Molto di più, anche se in quanto a sfighe da affrontare siamo lì.»

PRICELESSWhere stories live. Discover now