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E' l'ora di pranzo e un gruppo di amici gira solitario per la città. Non hanno meta.

"Che si combina oggi?"

"Boh!" un gruppo di facce si guardano gli uni con gli altri interrogandosi sul da fare.

"In piazza c'è quella menata sulla danza, una rappresentazione o roba simile; andiamo lì e poi si vedrà!"

"Ve bene...ok...si si..." i commenti si susseguono uno per uno.

In un'altra parte della città un telefono suona imperterrito facendo contemporaneamente vibrare il comodino. Cecilia corre per riuscire a rispondere in fretta.

"Pronto?"

"Pronto Lili?"

"Ma chi parla?"

"Ciao sono Manuel."

A Cecilia si blocca il respiro. Il volto le si fa d'un tratto serio e ha una grandissima voglia di piangere. Le viene in mente quel giorno, quel bruttissimo giorno in cui vorresti far di tutto per non esistere, in cui vorresti non essere nessuno, inesistente sulla faccia della terra, non vorresti essere mai nata e in cui tutto sembra caderti addosso schiacciandoti fino all'umiliazione. Non lo scorderà mai.

"Che vuoi?"

"Volevo farti gli auguri per stasera e..."

"Cosa vuoi ancora da me?"

"Ma niente Lili! Sta tranquilla."

"E allora perché continui a farti sentire quando ti avevo gia detto chiaro e tondo che non ne voglio più sapere niente di te? E smettila di chiamarmi Lili!"

"Mi dispiace..."

"A si? Adesso ti dispiace? Non cinque mesi fa? Cinque mesi fa te ne sbattevi altamente di me! Mi hai solo presa in giro! Per cinque mesi Manuel, non una settimana, cinque mesi! Ero innamorata di te! Eri tutta la mia vita. Ma ora la vita è mia e non voglio che ritorni a rovinarla di nuovo!!"

"Forse ho fatto male a chiamarti, ma volevo dirtelo. Cecilia, sono cambiato! Sono cresciuto; se potessimo riprovare..."

"No Manuel, hai capito male, malissimo! Non ti voglio più vedere, non ti voglio più sentire, mi fai schifo, sei un bugiardo, un doppiogiochista! Se qualche mese fa ero troppo bambina per te, troppo timida, troppo strana, troppo riservata, o tutto il contrario di te, ora non è più così! Ho la forza di dirtelo direttamente in faccia; ti odio Manuel, capito bene? TI ODIO!" fra la voce rotta dal pianto e dalla rabbia più forte, Cecilia scaraventa il telefono a terra e si getta sul letto singhiozzando forte. Perché proprio adesso? Proprio quel giorno? Quello che doveva essere il più bello della sua vita è stato rovinato da delle stupide parole.

Si sente offesa, umiliata, frustrata. Sta male. Non vuole vedere nessuno. Nessuno può capire ciò che ha dentro. Le si è riaperta una ferita che neanche il tempo riuscirebbe a richiudere.

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