𝑴𝒚 𝒂𝒓𝒎𝒆𝒅 𝑭𝒍𝒐𝒘𝒆𝒓

🌺 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊𝒒𝒖𝒂𝒕𝒕𝒓𝒐 🌺

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𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨, 𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐞𝐧𝐞 𝐞 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢 𝐞𝐬𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐢.

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𝑺𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒕𝒆, 𝒆̀ 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒏𝒛𝒐𝒏𝒆:

"𝑬𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆" 𝒅𝒊 𝑬𝒍𝒊𝒔𝒂

🌺 𝓑𝓮𝓵𝓵𝓪𝓭𝓸𝓷𝓷𝓪 🌺

         Sei una stupida Livia. Un illusa!

        Ero sia emozionata che terrorizzata, e ancora una volta non riuscivo a capacitarmi di quello che avevo fatto con il vicequestore - di nascosto ad Alex - per organizzare il tutto in sicurezza e discrezione. Alcuni giorni prima, grazie a un'inserzione pubblicitaria su Instagram, avevo scoperto che la notte di Natale il museo Nazionale di Napoli aveva in programma una serie di premiazioni e di mostre sull'Architettura Moderna e Contemporanea, internazionali. E, ricordatami della passione di Alex minuziosamente raccolta nella sua libreria di casa, avevo pensato che un'iniziativa del genere potesse fargli piacere per spezzare un po' la routine sempre nel rispetto della mia "situazione". Inoltre mi ero anche premurata di regalargli una collana con un piccolo ciondolo a forma di carro armato azzurro come i suoi occhi, per un "simpatico" buon augurio. E anche se il mio raziocinio mi diceva che forse era troppo, in cuor mio sentivo che era giusto aver fatto così. Quindi perché ero così trepidante e con i palmi sudati nonostante il freddo?

Questa non sarebbe stata nemmeno la prima volta che avrei trascorso del tempo da sola con lui. Quindi a cosa era dovuta tutta la tensione? Forse ai baci che vi eravate dati più volte con la carica di due poli planetari? Probabile, ma ad ogni modo avrei dovuto considerare la serata solo come un ringraziamento per tutto quello che aveva fatto e che stava facendo per me. Il ché era buffo, dal momento che solo fino a qualche giorno prima volevamo ammazzarci l'un l'altra come se non ci fosse stato un domani.

Controllai nervosamente la mia figura allo specchio per controllare che l'outfit fosse in ordine e quando fui soddisfatta di quel tubino in pizzo bianco, pellicciotto, calze nude e decolté rossi, feci un profondo respiro per darmi la carica. Avevo deciso di acconciare i capelli in una crocchia ordinata con solo dei ciuffettini che scendevano ai lati, degli orecchini in oro bianco e uno smookie eyes nude intonato alle calze. Ero semplice ma elegante e d'un tratto iniziai a fantasticare sul come si sarebbe vestito il Maggiore Tank per quella serata al buio. Non gli avevo dato nessun particolare in merito a quest'ultima, il che era stato sadico da parte mia – lo sapevo - ma l'avevo fatto di proposito per sedare la mia curiosità di vedere com'era in vesti non mimetiche e quotidiane con tute o jeans da capogiro. Volevo scoprire tutto di lui, anche le cose più piccole e all'apparenza insignificanti. E quando mi mandò un messaggio per avvisarmi che mi attendeva giù al palazzo, persi un battito con le mani ancora più sudate e tremanti per il nervosismo e l'ansia. Ero un disastro!