6.HERE WE GO AGAIN

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Ancora.

«Ringrazia che stia perdendo energie per parlare con uno come te!»

«Uno come me?!» sbottò in risposta.

Sobbalzai. Il suo Thanatos era molto più forte del mio, dovevo ammetterlo.

«Sì. Ho già perso abbastanza tempo. Devi dirmi qualcos'altro o posso andare a dormire, approfittando del fatto che i miei antidepressivi e stabilizzanti dell'umore siano ancora in circolo?»

Si ritrasse come se si fosse scottato, ma non arretrò. «Quindi è vero?! Prendi delle medicine.»

«Sì. Soddisfatto di quello che hai causato?!»

«IO?! È stata tutta colpa tua!»

«Mia?! E di cosa avrei colpa, io?»

«Non ti sei fidata di me. Non ti sei fidata dei nostri sentimenti e del nostro rapporto. Mi avevi allontanato ancor prima che mandassi Stefano all'ospedale! E, non contenta, mi hai intimato di andarmene.»

Sentire il nome del mio ex fece traboccare il vaso di frustrazione e delirio. Ne presi uno di ceramica decorata sull'isola della cucina e lo lanciai alle sue spalle. Si ruppe in mille pezzi, creando un lago d'acqua in cui un mazzetto di margherite giaceva, morente.

Lui guardò a terra, inebetito, e poi si girò verso di me. «Ti vuoi calmare?»

«No che non mi calmo!» urlai «Non ti ho detto io di andartene! Ti ho detto di lasciarmi sola in quel momento, e tu avresti dovuto capire la differenza! Tu più di tutti sai quanto io tenga alle parole...al punto da farne quasi uno stile di vita che tu hai rovinato!»

«Dovevi dirmelo! Dovevi essere più chiara con me e parlarmi!»

«Io ti parlavo ma tu non mi ascoltavi!» le corde vocali mi bruciavano.

«Mi parlavi, è vero, dicendomi che fossi diventato aggressivo e fuori controllo. Mi guardavi come se fossi un animale pronto a sbranarti da un momento all'altro. Non c'era tenerezza, non c'era passione, non c'era niente di quello che ci aveva unito all'inizio!» mi fronteggiò, alzando anche lui la voce.

«E ti sembra un motivo per lasciarmi, dannazione!» le lacrime salirono «Io ci sono sempre stata per te! Quando non mi volevi, quando quella cagna della tua ex ti girava intorno, c'ero addirittura quando non volevi vedermi! La vedi la differenza tra me e te qual è?!»

Andrea provò più volte a rispondere ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.

«Dovevi rimanere. Ma te ne sei andato e io sono impazzita, trascinando con me tutti gli altri. E l'hai fatto non perché non avevi capito la sottile differenza tra lasciare e andare, ma perché, come ogni volta, tu non mi ascolti mai, e perché, come ogni santissima volta, tu fuggi dai problemi.»

«Ragazzi?»

 💠

«Non ci credo!» Elisa si portò una mano in fronte «Non ero consapevole di star rovinando un momento simile.»

Stavo raccontando quello che era successo ieri notte ai ragazzi. Mi ascoltavano come se ascoltassero il riassunto di una puntata di una serie tv.

«Non era necessario, alla fine si stavano solo urlando contro. Non penso che sarebbero riusciti a parlare in tono civile, figurati a chiarirsi.» borbottò Diafa.

«Comunque...» Elia buttò fuori il fumo della sua sigaretta «...molto carino il paragone filo-psicologico. Davvero niente male!»

«Ragazzi! Ragazzi!» Mercorelli arrivò correndo e sventolando dei fogli, le guance erano tinte di rosso per l'eccitazione e gli occhi cangianti erano azzurrissimi.

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now