9° Capitolo - Istinto di protezione

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La parte brutta dell'essere una persona
attenta ai dettagli è che a volte finisci per
capire cose che era meglio non sapere

La parte brutta dell'essere una personaattenta ai dettagli è che a volte finisci percapire cose che era meglio non sapere

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I raggi deboli del sole filtrano dalla finestra attraverso la persiana, annunciando l'arrivo del mattino. Come quella che sarà la mia routine per altri quattro mesi, vado a scuola iniziando le lezioni con le due materie che odio ma che sono obbligatorie: matematica e storia.

Per strada, percepisco un'aria diversa, quasi zuccherina, come se fossi entrata in un negozio di caramelle, cioccolatini e fiori. Non faccio troppo caso alle decorazioni rosa e rosse a forma di cuori appese nei negozi, ma arrivata a scuola è inevitabile non notarle: coppie a destra e coppie a sinistra, scatole a forma di cuore, mazzi di fiori dal più maestoso al più misero, riempiono i corridoi dell'istituto.

San Valentino, la festa degli innamorati.

Realizzata la festività, un groppo di tristezza mi blocca la gola accompagnato dal volto di Peter che, rammaricato, mi informa che non potremo passare insieme questo giorno a causa delle estenuanti prove che il loro manager gli ha imposto ultimamente. Li sta facendo provare il triplo di prima, incoraggiandoli con un'idea a loro insaputa che sarà il loro trampolino di lancio. Hanno provato a persuaderlo, ma non ha voluto saperne ragione.

«Alyson!» mi richiama Susan schioccando le dita davanti al mio volto. «Scusami, ero sovrappensiero.» Stringo a me il libro e il quaderno di inglese che tengo tra le braccia mentre ci dirigiamo al mio armadietto. «Pensavi a Peter? Per oggi?» chiede Susan.

Annuisco. «Ultimamente è esausto con tutte queste prove» rispondo, ricordando tutte le volte che mi ha dato la buonanotte ad orari molto precoci. «Anche Alex torna stanchissimo a casa; si butta a letto senza nemmeno cenare» concludo, posando i libri e chiudendo il lucchetto.

«Anche Alan mi ha raccontato la stessa cosa per Sam» mi informa, incamminandoci verso il suo armadietto. «Pensa che non parlano come si deve da una settimana.»

«L'unica motivazione che mi viene in mente è che devono suonare a qualche evento importante» ragiono ad alta voce, inspirando del profumo floreale nell'aria. «Oggi, ovunque ti giri, si sente profumo di fiori. Povero chi ne è allergico.»

Susan ride leggermente. «L'inconveniente di San Valentino» concorda, mentre fa scattare il lucchetto e un'altra ondata floreale profuma l'aria attorno a noi.

All'interno del suo armadietto, oltre ai libri e ai quaderni, trova un mazzo di rose rosse e bianche.

Il volto di Susan si illumina mentre annusa il delicato profumo. Anche se non c'è alcun biglietto, è ovvio chi sia il mittente - probabilmente si sono scambiati i codici.

Vedo Alan arrivare alle spalle di Susan, che mi saluta raggiante con un gesto della mano.

Lo saluto anch'io con la mano. «Ciao cognatino» scherzo, alludendo al fatto che io e Susan ci consideriamo sorelle.

La triste esistenza di un sognatore (in revisione) Where stories live. Discover now