Il buio ~E.F~

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Tw: suicidio, autolesionismo.

Elizabeth Foster era diretta verso la Torre di Astronomia per fare i compiti.
In quel posto riusciva a trovare la concentrazione giusta, quella che nella Sala Comune Tassorosso trovava con difficoltà.
Indosso aveva ancora la sua divisa, anche se dopo la cena si potevano indossare i vestiti comuni.
Appena terminò le scale entrò nell'atrio della Torre, non fece in tempo a mettere giù la borsa che vide un ragazzo.

Non realizzò subito qual'era l'intenzione di quel ragazzo seduto sulla ringhiera.

La ragazza sgranò gli occhi in panico.
Vedeva quello sconosciuto dai capelli neri, che piangeva singhiozzando rumorosamente, seduto sulla ringhiera intento nel buttarsi.
Lentamente mise giù la sua borsa, e in silenzio si avvicinò alla figura.

Il ragazzo si lasciò andare.

Sentì l'orecchio fischiare e si lanciò verso la figura.

Acchiappò solo l'aria.

Riuscì però con i riflessi a tendere l'altro braccio afferrandogli il polso.
La mano sinistra teneva stretto il polso del ragazzo e con il braccio destro gli circondò la vita.

Il cuore le batteva incessantemente nel petto.

"Lasciami andare ti prego"sussurrò quello che scoprì essere un Serpeverde.

Lei scosse la testa traumatizzata.

Vide degli occhi grigi illuminati dalla luna pieni di paura e dolore.
In quelli occhi si vide riflessa con il volto sconvolto dalla paura.

Non si sa in quale modo riuscì a riportarlo sulla terra ferma e lo strinse a sé.

Non lo avrebbe più mollato.

Il Serpeverde piangeva e piangeva stringendosi alla Tassorosso.

Urlava, piangeva e singhiozzava e la ragazza si limitava a stringerlo a sé confortandolo.

Nella mente di Elizabeth dei flashback la lasciavano stordita.
Ma al posto di quel ragazzo anonimo c'era sua madre.

"Perché? Perché non mi hai lasciato andare?"singhiozzò lui.

"Ho lasciato andare troppe persone"

Poi, non si sa quanto tempo più tardi si addormentò.

Quando un raggio di sole si infranse sulle sue palpebre chiuse aprì gli occhi di scatto.

Era sulla Torre, ma affianco a lei non c'era nessuno.

Si alzò di scatto e si affacciò sulla ringhiera.

Aveva paura di aprire gli occhi, ma quando lo fece si sentì più leggera.

Tremava dalla paura, ma quando non vide niente annuì a vuoto.
Si girò e vide una coperta di lana.
Aggrottò le sopracciglia, quella non era sua.

La prese comunque insieme alla sua borsa e si ritirò nel suo dormitorio.

Non andò alle lezioni quel giorno.

Sembrava solo tremare al pensiero di quella notte.
Non sapeva chi fosse quel ragazzo misterioso.
Non sapeva se fosse vivo.
Non sapeva se fosse morto.
Non sapeva se quella volta aveva fallito o meno.

Il buio.

Verso le quattro di pomeriggio decise che sarebbe andata a farsi una passeggiata vicino al lago nero.
Prese la sua bacchetta e quella coperta.
Arrivò fino al lago, e si appartò.
Si sedette a terra e si coprì con quella coperta.

Sentiva la testa pesante e le lacrime agli occhi.

Sperava di riconoscerlo in giro.

Ma la verità è che lei era completamente ignara di chi fosse e di cosa provasse quel ragazzo.

Almeno, lo sarebbe stata finché lui non si sarebbe fatto vivo.

E per sua fortuna, non ci mise neanche un giorno.

Affianco a lei si sedette questo ragazzo dai capelli neri e la divisa Serpeverde.

Lo riconobbe.

Non sapeva come.

Forse da quella aura grigia che lo circondava.
O forse per quegli occhi del colore della luna.

"Regulus Black"si presentò tendendo la mano.

La ragazza notò con la coda dell'occhio quella benda attorno al suo polso.

"Elizabeth Foster"

Forse quella volta non avrebbe fallito.

Eccomi ragazzi con una nuova storia!
Spero vi piaccia, era un'idea che andava avanti da tempo, ma non ho mai avuto la giusta mentalità per scriverla.
So che è corta, ma spero che vi possa piacere comunque.

Un abbraccio 🥀




One Shot •^Maradeurs Edition^•Where stories live. Discover now