𓃒 Capitolo 3 𓃗

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Il primo ad andarsene dal locale fu Leclerc, la testa gli girava e non voleva rischiare di essere un peso per i due visto che già erano messi male di loro. Avevano bevuto, e nemmeno poco.

Solitamente si limitava a qualche birretta con gli amici, ma non esagerava mai, almeno non fino a quel momento. Sentiva la terra girare sotto i propri piedi.

Ci mise un po' ad arrivare all'hotel ma "l'importante è arrivarci" penso prontamente Charles, solare come al solito.

Il suo appartamento era al quarto piano ma senza neanche rendersene conto si ritrovò davanti ad una porta che non era la sua. C'era scritto "510", non poteva che essere di qualche suo amico, si convinse il monegasco; così bussò più volte, anche se erano le due di notte.

Era tardi ma comunque ricevette risposta dalla stanza. «Chi cazzo è che rompe i coglioni?!» Sentì gridare, prima di vedere la porta aprirsi. «Ciao!» Lo salutò Leclerc, tutto rosso in viso, chissà se più per l'alcol o per quello che stava vedendo.

Aveva davanti a lui Max Verstappen con indosso solo i pantaloni del pigiama e mezzo assonnato. Lo trovava stupendo.

«Che ci fai qui? È successo qualcosa?» Non sembrava nemmeno più incazzato, era rassegnato. Ormai in quei giorni si trovava sempre Charles fra i piedi, sembrava quasi una maledizione.

«Mi sono perso.» Disse Leclerc, ridacchiando alla fine della frase. «Ma sei ubriaco?» Non ci voleva un genio per capirlo, ma Max voleva la conferma. «Probabile, ma a chi importa?» Chiese il monegasco. «A me visto che non so in che camera ti hanno piazzato e soprattutto mi hai svegliato nel bel mezzo della fottuta notte!» Max continuava a chiedersi perché stesse ancora cercando di avere una conversazione normale con uno ubriaco.

«Tu dici spesso parolacce, sai che non va bene? Siamo in tv! Ti vedono i bambini poi eh.» Farfugliava Charles, facendosi spazio e entrando senza permesso in camera dell'altro.

«Ma che cazzo-», «Nooo le parolacce!» Verstappen non poteva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie, probabilmente stava ancora sognando.

«Forza vai a dormire che almeno ti passa.» L'olandese si sentiva quasi una madre che cercava di aiutare il proprio figlio. «Certo, allora mi metto qui.» Fu così che Leclerc si posizionò sul letto presente in stanza e, cosa che sembrava impossibile, si addormentò immediatamente.

"Non posso crederci! Cazzo." Imprecava nella sua mente Max, ma lasciò comunque dormire in santa pace Charles, che sembrava così stanco e distrutto da tutto quello successo in giornata.

Si stese accanto a Leclerc e dopo un po' riuscì a prendere sonno anche lui. Per Verstappen quei giorni erano stati un inferno e finalmente riuscì a riposare un po'.

Arrivò presto il giorno successivo e un forte mal di testa svegliò il monegasco. Aprì gli occhi lentamente e si girò su un lato, pronto a riprendere sonno ma si rese conto dopo un po' della presenza dell'altro pilota. "Oh. Mio. Dio. Che cazzo ci faccio qui!?" Si alzò immediatamente dal letto.

"Menomale che mi sono alzato prima io, adesso me ne vado e anche velocemente." Corse fuori dalla stanza cercando di non fare rumore.
«Cazzo. Cazzo. Cazzo.» Continuava a borbottare mentre faceva le scale.

"Non riesco a ricordare molto, merda ma quanto ho bevuto!" Cercava invano di ricordare tutto quello accaduto la sera prima, ma aveva dei vuoti assurdi e nemmeno sapeva perché si trovasse in quel letto.

Arrivato in camera sua si distese nuovamente e tornò a dormire. Anche se i suoi pensieri continuavano a disturbarlo.

La sveglia di Max suonò e lui prontamente la spense, credendo che il monegasco fosse ancora con lui e non voleva disturbarlo, soprattutto dopo la sbronza presa il giorno prima, ma con sua grande sorpresa si ritrovò solo. "Deve essersene andato mentre dormivo" arrivò alla conclusione Verstappen. È stato meglio così, almeno non hanno dovuto intraprendere una conversazione veramente tanto imbarazzante, si sarebbero semplicemente ignorati com'è successo per tutto l'anno.

Max decise di andare a fare colazione e fortunatamente non trovò quasi nessuno in sala da pranzo, era presto, probabilmente stavano ancora dormendo tutti.

Finalmente, dopo tre giorni che mangiava a stento a colazione poté cibarsi di tutto quel ben di Dio. Prese un po'di tutto, dal salato al dolce, non fece eccezione quasi per niente. «Hmm che buona.» Assaggiò una brioche, tanto l'aveva desiderata da quando aveva visto Sainz e Norris mangiarle che quasi non gli sembrava vero.

«Allora ne proverò una anch'io.» Qualcuno gli rispose. L'olandese rimase stupito, raramente si parlavano e questa sicuramente non avrebbe mai pensato che sarebbe stata una di quelle situazioni.

Lewis Hamilton, molto più grande di lui e veramente tanto bravo nel proprio lavoro. È stato campione del mondo per molti anni.

Il britannico si sedette accanto a lui dopo aver preso una brioche. Max credette di stare ancora sognando. «Hai ragione è buonissima.» Gli sorrise Hamilton e Verstappen ci mise qualche secondo per ricambiare. «Era da qualche giorno che volevo provarle ma con la gara e tutto non avevo avuto l'occasione.» Si spiegò l'olandese. «Anch'io tendo a mangiare meno in quei giorni.» Gli diede ragione il più grande.

Fecero colazione insieme e successivamente ognuno andò per la sua strada, Lewis uscì dall'hotel, probabilmente per andare a correre visti i suoi vestiti, mentre Max tornò in camera.

Un incontro strano ma piacevole, alla fine stimava Hamilton quindi è sempre una cosa positiva parlare un po' con lui.

Verso l'ora di pranzo si svegliò anche Leclerc, ma non per sua volontà. C'era qualcuno fuori dalla porta che bussava vivacemente, era impossibile non sentirlo. Velocemente si precipitò ad aprire, per far smettere quell'orribile rumore.

A quel punto si trovò il compagno di scuderia davanti, che prontamente gli invase la stanza. «Metí la pata.» Disse sistemandosi sul letto. Carlos era solito parlare spagnolo e spesso era anche comprensibile ma quando era agitato non si capiva letteralmente niente. «Non ho capito niente.» Si sistemò accanto a lui Charles. «Ho rovinato tutto.» Finalmente parlò una lingua comprensibile per il monegasco.

«Che è successo?» Chiese preoccupato il più giovane, vedendolo così sconvolto. «Ho scopato con Lando.» Non usò giri di parole, era sempre stato molto diretto. «Eh?!» Uscì semplicemente dalla bocca di Leclerc.

Sainz si prese la testa con le mani. «Ho bevuto troppo ieri e ho commesso questo errore.» Si rimproverava lo spagnolo. «Ma scusa eh… Se c'è stato vuol dire che gli piaci no? Non mi sembra una cosa negativa.» Non sapeva se l'amico fosse gay, bi o qualsiasi altra cosa e che gli piacessero i ragazzi l'aveva scoperto adesso ma comunque non lo discriminò, non c'era motivo per farlo. Ora dovevano pensare a come risolvere la cosa. «A te lui piace?» Domandò ulteriormente. «Da impazzire.» Si lasciò andare Carlos.

«Dovresti parlarci allora, non vedo altra soluzione.» Ed effettivamente aveva ragione Charles, non c'era altro da fare.

Sainz prese un bel respiro e sospirò. «Invece a te com'è andata dopo tutto l'alcool di ieri?» Chiese al monegasco, che divenne rosso in un lampo.

«Non dirmi che anche tu ti sei fatto qualche pilota!» Provò ad indovinare lo spagnolo senza dare il tempo al compagno di rispondere. «No no no no. Ci ho solo dormito insieme.» Prese coraggio il minore. «Uhh e chi è?» Domandò con faccia perversa. «Verstappen.» Sussurrò Charles, sperando che l'amico non l'avesse sentito.

«Alla faccia del "non ci parliamo più da un anno"» Lo imitò. «E com'è che sei finito a dormire con lui scusa?» Chiese ulteriori spiegazioni. «Non mi ricordo e nemmeno voglio farlo.» Ammise Leclerc.

Entrambi si lasciarono cadere a peso morto sul letto. «Forse non dovevamo bere così tanto.» Affermò lo spagnolo, ricevendo approvazione dal monegasco.

Enemy [Lestappen]Where stories live. Discover now