Capitolo 4

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Percepivo le prime luci del sole scaldarmi il viso, ma proprio non ne volevo sapere di svegliarmi e dare inizio alla lunga giornata di pulizie che mi aspettava. In realtà non avevo neanche più sonno ed ero a corto di quelle fantasie che avevano il potere di farmi addormentare. Per cui, proprio quando sentii solleticarmi le cosce, aprii prima un occhio e poi l'altro. Ci misi del tempo prima di abituarmi alla luce e quando lo feci, identificai che cosa stava sopra le mie cosce. Per fortuna non era nessun tipo di quegli insetti camminanti e volanti di cui avevo il terrore fin da piccola. Ma la faccenda era ben peggiore. La testa di Sebastian stava appoggiata in mezzo alle mie gambe e scandiva su quel lembo di pelle baci umidi e lascivi. Il solletichio lasciato dai suoi capelli castani spettinati mi portò a massaggiare il punto di prurito. Lui alzò il viso verso di me e io lo guardai dall'alto. I suoi occhi solitamente azzurri ora sembravano scuriti da tutta la lussuria che trasudavano i nostri corpi. L'osservai, lì sotto, con gli occhi che spuntavano da sopra le mie mutandine e il ghigno di pregustazione stampato sul suo viso.

"Lo so che lo vuoi anche tu Sarah..." fece peso sulle braccia per stendersi sopra di me.

Seb indossava i suoi pantaloncini del pigiama, io invece ero completamente esposta a lui, al suo sguardo, con solo l'intimo addosso. Passò un dito con lentezza seguendo una linea immaginaria sul mio braccio e quel suo movimento mi provocò piccoli brividi su tutto il corpo e una leggera pelle d'oca. Si morse il labbro, si scompigliò i capelli e strusciò il busto sul mio petto lentamente come se stesse davvero girando un filmino porno. Quando percepii i muscoli e il corpo sodo e allenato su di me emisi un gemito che mi tappai con la mano prima che potesse fuoriuscire. Lui mi alzò il mento con un dito e mi spinse a guardarlo.

"Sarah..."

Io non sapevo cosa dire. Stava succedendo davvero. Non era un sogno e tutte quelle fantasie create ogni notte prima di addormentarmi stavano per diventare realtà.

"Sarah..." chiese di nuovo per avere una mia conferma.

"Sarah..." questa volta più forte.

"Sarah!"

"No!" mi svegliai in preda al panico tirandomi su dal sacco a pelo con una spinta veloce.

Iniziai a respirare senza sosta e mi portai una mano al petto. I capelli sudaticci si erano attaccati al viso e non c'era più traccia della treccia di ieri sera. Sembrava mi fossi agitata molto durante la notte. Anche il sacco a pelo era tutto disordinato.

Sconvolta buttai lo sguardo sui vestiti. Okay, indossavo ancora le felpa e i pantaloncini. Niente tracce di nudità sul mio corpo. Pareva che quel risveglio focoso fosse stato tutto frutto della mia immaginazione.

Una mano si appoggiò sulla mia spalla e io sobbalzai dallo spavento non ricordandomi che adesso avevo un coinquilino.

"Ehi. Tutto bene? Ti ho sentita respirare male."

Seb mi guardò preoccupato, con quegli occhi tremanti e scintillanti. Era stato lui a svegliarmi e a chiamarmi per nome come era successo nel sogno. Cercai di regolare il battito prima di rispondere.

"Si, si scusa. Solo un brutto sogno. Torna pure a letto."

Parlai a bassa voce e in modo strascicato, il solito da appena svegli. Appena lo rassicurai di nuovo con un cenno anche lui sembrò tranquillizzarsi e si risistemò all'interno del sacco a pelo per cercare di rimettersi a dormire. Io asciugai le goccioline ancora presenti sulla fronte e mi diedi il tempo di tornare a respirare normalmente.

Avvertendo qualcosa di umido all'interno della coperta la alzai e guardai che cosa ci stava sotto. I miei jeans non avevano nulla di strano. Così diedi una vista anche dentro quelli e constatai di avere ragione. Le mie mutandine erano bagnate. Bagnate fradice per dirla tutta.

The CampeggiusWhere stories live. Discover now